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L’intervista a Serena Dandini (2). Le nuove frontiere dei libri di piante e fiori

di Sandro Russo

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Riporto in questo secondo articolo – per il primo, leggi qui [1] – un testo pubblicato in Mag-O di Omero, Scuola di Scrittura in Roma, di una decina di anni fa, in occasione della presentazione, presso una libreria di Roma, del libro di Serena Dandini: “Dai diamanti non nasce niente. Storie di vita e di giardini” (Rizzoli).
Il motivo della riproposizione è nell’attualità del tema: fiori e piante non mancano mai di interessare e il libro è stimolante per diversi motivi. Se ne parla nel testo, insieme alla citazione di altri libri sul tema.

 

Tra le notizie più importanti dell’Italietta dell’ultima settimana, al fianco della forsennata campagna elettorale per il ballottaggio alle elezioni comunali, c’è la scalata ai vertici delle classifiche letterarie di vari libri a tema botanico, o con un riferimento ad esso nel titolo azione di un libro. Usciti quasi contemporaneamente nell’ultimo mese.

Forse trascinati dal tam-tam mediatico del libro della Serena Dandini (vedi in seguito), forse dall’intuito (infallibile?) dei ‘cercatori di titoli’ delle case editrici, forse per un reale interessamento degli italiani al mondo delle piante. Vorremmo sperare, ci piacerebbe che fosse l’ultima ipotesi. [Sul sito digitare – Piante e frutti perduti – nel riquadro “Cerca nel sito”, in Frontespizio per una serie in quattro puntate di informazioni e curiosità dal mondo botanico]

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Scorrendo sul web (“Classifica Top 20 Italia” della settimana dal 9 al 15 maggio 2011) le classifiche dei successi di vendita, dalle ultime posizioni verso l’apice dei più richiesti – come fanno i dj – troviamo in undicesima posizione: Il profumo delle foglie di limone (Garzanti), di Clara Sànchez.
Il messaggio in copertina dice: “Credi alle apparenze? Credi di essere al sicuro? Conosci veramente chi ti è vicino? La verità deve venire a galla…

Tra chi si occupa di ‘fare libri’, lo studio della composizione della copertina, i colori e lo stesso titolo, di recente anche il booktrailer (vedi in seguito) stanno assumendo un ruolo crescente – come un trailer cinematografico – capaci di influenzare il successo di un libro.
‘Il profumo delle foglie di limone’ – e qui qualche dubbio sull’ipotesi più virtuosa ci viene, perché il titolo originale Lo que esconde tu nombre – Quel che il tuo nome nasconde – suona ben più adeguato al tema che il romanzo tratta: la caccia a due criminali nazisti che si nascondono dietro l’innocuo aspetto di anziani turisti su una spiaggia spagnola.

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Dall’undicesima posizione con un salto ardito arriviamo alla terza, con quest’altro libro, di Vanessa Diffenbaugh.
Il linguaggio segreto dei fiori (Garzanti) con una presentazione tramite questo accattivante video:

YouTube player

Le nuove frontiere della presentazione libraria: il booktrailer e/o un videoclip anche per i libri! Sulla fascetta con cui il libro è messo in vendita si trova un QR-Code, che inquadrato con la fotocamera del proprio cellulare dà accesso al booktrailer, da scaricare sul telefonino.
Lo stesso video si visualizza anche mezzo computer dal web, all’indirizzo che pubblicizza il libro.

E al vertice della classifica dei più venduti della settimana, ecco il libro della Dandini: Dai diamanti non nasce niente. Storie di vita e di giardini (Rizzoli)

[4]La leggenda delle diverse figure presenti sull’immagine di copertina è riportata nelle ultime pagine del libro

Che si parli di più di “verdure”, nel senso francese riportato nel libro, non ci può far che piacere; si partecipa perciò incuriositi all’affollata presentazione di lunedì 23 maggio u.s. presso la Libreria Fandango di via dei Prefetti.

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Nell’accogliente sala ingentilita da una parete vegetale, molto in tema con la presentazione, intrattengono gli ospiti Francesco Piccolo e l’Autrice, Serena Dandini.
Il primo, per sua ammissione, refrattario al verde, alle sue opere e alle sue pompe; asfalto e smog-dipendente. Serena invece, evidentemente un’entusiasta delle piante, che dice di aver messo mano all’opera quasi per gioco, a giugno dell’anno scorso, per rilassarsi da un anno ‘televisivo’ piuttosto gravoso. Si è poi trovata intorno un bel gruppo di amici e collaboratori, da cui ha avuto ogni tipo di rinforzo positivo.

E qui una prima notazione ‘antropologica’, appena velata di polemica (o forse di rimpianto): che quelli che amano la città e le macchine non se ne fanno un vanto; quelli che amano il verde sì!

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Sostiene Serena di essere stata stupita, al suo primo approccio, della libertà esistente nel campo dell’Editoria, così ampia al confronto con le limitazioni del mondo dello spettacolo (televisivo in particolare).
Ringrazia esplicitamente l’autore dei collages contenuti all’interno del libro, come pure dell’illustrazione di copertina: Andrea Pistacchi. Si può immaginare il divertimento a ideare e comporre il quadro, chiaramente ispirato alla copertina del glorioso LP dei Beatles St. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (1967), con una verde signora dormiente in primo piano: scultura esposta al Chelsea Flowers Show del 2006 e poi trasferita nel giardino di George Harrison, nella splendida tenuta di Friar Park (a Henley-on-Thames, UK), tuttora mantenuta dalla sua vedova Olivia (tutte informazioni contenute nel testo)

La scelta di fare un libro di giardini senza immagini di fiori e piante è abbastanza originale e di fatto indirizza il tema trattato verso l’affabulazione e la citazione. A tratti anche verso la memoria: di luoghi visitati e di viaggi effettuati; anche verso più privati ricordi familiari. Infatti, dice Serena, si parla non solo e non tanto di giardini, ma ‘attraverso’ i giardini. Che spingono – ed è la scrittura a guidare – alla sincerità e all’introspezione. Così che anche una persona che ha molto curato la separazione tra la vita ‘pubblica’ e quella ‘privata’ si trova a svelare cose di sé che mai avrebbe pensato di dire.

“Dimmi che giardino fai e ti dirò chi sei” è un capitolo del libro ed è un aforisma che i lettori di “O” ben conoscono [V. su “O”, alla rubrica: Scrittura e manutenzione del giardino, ibidem] -, come la maggior parte dei temi trattati, dalle storie dei giardini dell’antichità a quelle dei cacciatori di piante; al sentimento del tempo, legato al mondo vegetale; alle piante tossiche e i giardini del Re Sole; ai giardini verticali e ai movimenti d’avanguardia del verde, come il “Guerrilla gardening”.
Si parla anche, nel libro, delle virtù terapeutiche e riabilitative delle attività di giardinaggio, con esempi virtuosi come il carcere di Alcatraz (dal 1963 non più prigione, ma parte del Golden Gate National Parks Conservancy, proprio per l’eccellenza dei suoi spazi verdi) e il carcere di Bollate (MI).
Ci viene in mente di un’esperienza simile, più vicina a noi, tentata nel carcere (casa circondariale) di Velletri, qualche anno fa (2003-2005). I prodotti dell’azienda agricola annessa all’Istituto erano presentati in modo originale: “Vanno a ruba i prodotti del Carcere di Velletri” – i vini nelle tipologie ‘Fuggiasco’, ‘Recluso’, ‘Sette Mandate’ – mentre era in progetto la commercializzazione dell’olio ‘Scivoloso’ dell’oliveto contiguo. Per non parlare di ‘Dolci evasioni’, i dolcetti alle mandorle proposti dal carcere di Siracusa: “Fatevi ‘catturare’ da questi prodotti!”
Chissà che fine hanno fatto questi esperimenti di illuministica apertura, nelle strette attuali?

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Ancora, molto ricco è il libro della Dandini di richiami pittorici, letterari e cinematografici al mondo delle piante; coerentemente con le molteplici associazioni che il mondo dei giardini può stimolare in una persona colta e curiosa: da Bianca di Moretti a Shining di Kubrick, a Edward mani di forbice di Tim Burton con Johnny Deep e tanti altri…

Infine un’esortazione agli uomini. Che regalano poco i fiori, sono dozzinali nelle scelte e hanno poca pazienza per il lavoro lento e rifinito del fiorista: “Regalate più fiori!” (…e libri di fiori e piante: è implicito!)

[L’intervista a Serena Dandini (2). Fine]