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Epicrisi 74. Percorsi

di Rita Bosso

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Il percorso più breve tra due punti assegnati non è rettilineo, come è noto; provate ad andare dalla Punta Bianca alla Parata procedendo in linea retta e, se non siete un gabbiano o un topo che scava nel sottosuolo, la prima capata la prendete dopo pochi passi. La via più breve è una geodetica ed è quella che Pasquale Scarpati [1]evita, perché Pasquale ha il gusto della narrazione ed opta quindi per la spirale, porge un capo del filo della memoria, “Vienimi appresso” propone, srotola il gomitolo, ti conduce per banchine e sentieri sino a un’aula preistorica, ti mostra reperti archeologici (la lavagna di ardesia, il gesso), ti descrive in che modo gli scolari si sfottevano. Ardesia e gesso sono scomparsi dalle aule perché incompatibili con le norme sulla sicurezza e sulla tutela della salute; quante vittime innocenti hanno mietuto! Gli alunni che scampavano allo stritolamento da caduta lavagna, al soffocamento per aver sniffato polvere di gesso si sfottevano commettendo tutti i reati possibili e immaginabili (bullismo, stalking, discriminazioni di genere) ma non lo sapevano perché, beati loro, il politically correct non era stato ancora inventato. Avevano anch’essi Bisogni Educativi Speciali o BES: Salvatore Conte [2], uno dei due compaesani che questa settimana abbiamo commemorato, implorava la cugina di dargli lezioni di latino perché non si accontentava della licenza elementare. Insomma, cronache del passato millennio.
Sono invece brevi le traiettorie che i nostri ospiti in vacanza [3] percorrono e poi, ispiratissimi, descrivono nei loro blog sentendosi novelli Bruce Chatwin; gli sventurati ignorano che Silverio Lamonica incombe sul web, traduce e spedisce a Ponza Racconta. I nostri volenterosi ospiti ce la mettono tutta per cogliere lo spunto interessante, l’angolatura insolita, per dimostrare di aver colto l’Autentico, di non essersi fatti infinocchiare dal Folkloristico e dal Turistico, ma più si impegnano e più finiscono nello stereotipo: pagano in euro (che è stato introdotto nel 2002) la barca per Frontone e, contemporaneamente, riescono a scorgere una cinquantina di donne nero-vestite e salmodianti in processione dietro la statua di san Silverio! Con un po’ di sforzo potrebbero addirittura vedere Cialì, potrebbero ascoltarne il canto melodioso …Qualcuno dovrà pur dirlo, ai Bruce Chatwin di passaggio, che forse era una messinscena della Priezza, forse una sfilata di Dolce-e-Gabbana e che la vedova siciliana vestita di nero sopravvive solo nel loro immaginario.
L’ingrato compito potrebbe assumerselo lo staff della Pro Loco [4], eletto con quorum da plebiscito, al quale vanno i migliori auguri di buon lavoro.