Canzoni

Una canzone per la domenica (355). James Senese e Pino Daniele, ci piace ricordarli insieme

a cura della redazione, da un suggerimento di Iole Pomponi; con un articolo di Gino Castaldo da Repubblica

Scrive in redazione Iole Pomponi: – Io me li immagino così… Potrebbe essere la prossima canzone della domenica.

L’immagine inviata da Iole per whatsapp

James Senese, quell’incrocio tra America e Napoli che ha incendiato la musica italiana
di Gino Castaldo – Da la Repubblica del 29 ottobre 2025

Immagine dall’articolo di Repubblica (ansa)

Addio al leggendario fondatore dei Napoli Centrale. Figlio di una città popolare e cosmopolita, con il suo sax ha trasformato la musica partenopea in un linguaggio universale. I funerali domani alle 12 nel suo quartiere

Ha collaborato con tutti, e poi ancora da solo, dischi su dischi, cocciuto, a testa bassa, con un sassofono che si portava dietro da quando aveva dieci anni

“Qua abbiamo ottant’anni e il corpo fa quello che vuole”. Così James Senese ad aprile commentava, in un’intervista a Repubblica, l’intervento d’urgenza al quale si era dovuto sottoporre a causa di un’ernia strozzata, l’aveva appena superato e si era messo a riposo per prepararsi al tour nel quale avrebbe presentato il nuovo disco, Chesta nun è ‘a terra mia, in uscita il 2 maggio. Stavolta non ce l’ha fatta. E’ morto il 29 ottobre dopo un mese di ricovero all’ospedale Cardarelli di Napoli in rianimazione per una polmonite. Le sue condizioni, già gravi da alcuni giorni, erano ulteriormente peggiorate fino al decesso. I funerali si terranno domani giovedì 30 ottobre alle ore 12:00 nella parrocchia Santa Maria dell’Arco in Piazza Madonna dell’Arco 8 a Miano, nel quartiere della periferia cittadina dove l’artista ha vissuto tutta la vita.

Ad annunciare la scomparsa sui suoi profili social, Enzo Avitabile, amico di una vita: “Non bastano parole per un dolore così grande ma solo un grazie! Grazie per il tuo talento, la dedizione, la passione, la ricerca. Sei stato un esempio di musica e di vita. Un amico per fratello, un fratello per amico. Per sempre”.

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di Carmine Saviano 26 aprile 2025

Anche Raiz omaggia sui social il musicista scomparso pubblicando una foto che li ritrae insieme: “‘Me chiammano Gaetano, ma ì sò James!’ Buon viaggio maestro, grazie”.

E lo stesso fa Clementino: “Non ci sono parole. Ciao Maestro James. Riposa in pace. Grazie per tutto quello che ci hai insegnato! Fai buon viaggio e salutami a Zio Pino”.

Lo saluta anche Nino D’Angelo: “Ti voglio bene, fratè. Eri un genio vero”. Tony Esposito ricorda: “James era un eroe. Un eroe vero, perché è riuscito a superare tutto attraverso la musica. La sua è una storia di riscatto, con il sax è riuscito a dare voce a un’intera città”. E Tullio De Piscopo: “Oggi Napoli piange un gigante”.

Compositore, sassofonista di grande talento, cantante, in James Senese l’arte ha trovato una delle sue espressioni più alte. La sua storia è nota. Il 6 gennaio del 1945, a Napoli, la giovane Anna dà alla luce un bambino, avuto da un soldato di origine afroamericana, James Smith, arrivato con il 92esimo fanteria. Al ragazzino Anna dà lo stesso nome, James. La relazione dura poco, è uno di quegli incontri fugaci mossi dal bisogno di sentirsi vivi dopo gli orrori della guerra. Ce ne saranno tanti, di figli come James, che i padri lasceranno per tornare a casa, qualche volta senza nemmeno sapere della loro esistenza.

Quando James Senese dedicava a Pino Daniele “Chi tene o’ mare” col suo sax inconfondibile (Video da la Repubblica)

https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2025/10/29/news/james_senese_morto_musicista_malattia-424944609/

A fargli da padre sarà Gaetano, suo nonno, il padre di Anna, con il quale James crescerà nel quartiere Miano. Sono gli anni in cui la musica americana risveglia i corpi, lo swing e il boogie woogie, Glenn Miller e John Coltrane, il suono di quel sax di cui Senese s’innamora e Anna, che ci vede lungo, capisce che quel figlio ha un talento. E’ lei a regalargli il primo sassofono, James ha solo dodici anni ma ne farà tesoro.

La prima band la fonda all’inizio degli anni 60, Gigi e i suoi Aster, con Mario Musella e altri, poi verrà la Vito Russo e i 4 Conny, che con l’etichetta King di Aurelio Fierro inciderà qualche 45 giri, ma perché veda la luce il primo album bisognerà aspettare qualche anno: ovvero il gruppo The Showmen (con Franco Del Prete, Luciano Maglioccola, Elio D’Anna e Giuseppe Botta ) che dà anche il titolo all’album nel quale ci sono alcuni singoli di successo tra cui Un’ora sola ti vorrei, grande successo e vincitore del Cantagiro del 1968. The Showmen si scioglieranno, Senese e Del Prete si uniranno ad altri musicisti e nel ‘72 daranno vita agli Showmen 2.

Ma la vera svolta per Senese arriva nel 1974, quando con Del Prete fonda i Napoli Centrale. E’ la rivoluzione del jazz-rock con i testi in dialetto napoletano. Il primo singolo è Campagna, esce il primo album con il nome della band, iniziano le collaborazioni celebri, negli anni ci saranno Mark Harris e Joe Amoruso, Ernesto Vitolo e Walter Martino. Nel 1978 serve un bassista, lo trovano, entra nel gruppo: si chiama Pino Daniele. Con lui, Tullio De Piscopo, Rino Zurzolo, Joe Amoruso ed Ernesto Vitolo, Senese forma il “supergruppo” che segue Pino collaborando nei suo lavori d’esordio.

“Lo prendemmo come bassista nei Napoli Centrale – aveva raccontato a Repubblica – anche se non aveva neanche il basso. Glielo comprammo noi. Lo so, racconto sempre ‘a stessa cosa. Ma è per dire che lui ci aveva capiti, in una cosa eravamo uguali: la ricerca, la sperimentazione”.

I Napoli Centrale si sciolgono nell’83, da quel momento Senese avvia una carriera solista ma di fatto scompare dalle scene per poi ricomparire nel 1992 con l’album James Senese. Tra gli altri dischi di successo, Zitte! Sta arrivanne ‘o mammone (2001), con Enzo Gragnaniello, Lucio Dalla e Raiz. Nel 2011 riceve il premio Armando Gill alla carriera, nel 2012 esce il nuovo disco, È fernuto ‘o tiempo.

La carriera da solista non lo separa del tutto dai Napoli Centrale, con cui realizza diversi dischi firmandosi JNC. Tra il 2015 e il 2016, insieme alla band, fa circa duecento concerti in tutta Italia e all’estero e nel 2016 esce il nuovo album ‘O sanghe, con il ritrovato Franco Del Prete che collabora ai testi, e che vincerà la Targa Tenco come miglior album in dialetto. “La musica di James e dei Napoli Centrale è sempre stata musica del futuro – diceva – parte dal presente ma ci racconta quello che succederà”.

Nel 2018 festeggia i 50 anni di carriera con il doppio live registrato al Teatro Tasso di Sorrento, nello stesso anno sperimenta una trasposizione dei suoi brani con il gruppo vocale dei Soul Six. Il suo 21esimo album, James is back, lo presenta nel 2021 all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Anche il cinema era entrato nella sua lunga carriera, sia componendo colonne sonore sia come attore: in No grazie il caffè mi rende nervoso, con Massimo Troisi e Lello Arena, aveva partecipato nel ruolo di sé stesso, poi aveva lavorato anche in Zora la vampira dei Manetti Bros e, con un cameo, in Rosa Funzeca. Ancora nel ruolo di sé stesso era apparso in Una festa esagerata di e con Vincenzo Salemme, mentre nel 2020 era stato presentato alla Mostra del cinema di Venezia il documentario James, dedicato alla sua vita e carriera. “Ci vediamo ai concerti”, ci aveva salutati all’ultimo incontro. Precisando: “Quello che il sistema della musica chiede oggi a me non interessa proprio. Mezzo secolo a costruirmi come artista e adesso dovrei fare quello che chiedono? Mai, nun se ne parla proprio”.

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