Storia

Madonna di Ponza. Uno e Due

di Francesco De Luca

 

Chi conosce questo dipinto? La domanda è diretta ai Ponzesi, fra i quali molti risponderanno in senso negativo. Il dipinto infatti non appartiene alle chiese della nostra isola anche se…

Immagine numero  1 – Immagine esposta nella chiesa di San Giovanni a Formia.

Chi mi ha inviato l’immagine è l’amico Peppe Scotti (il titolare dell’alimentare giù nella banchina Di Fazio). In uno degli ultimi viaggi, nella chiesa di San Giovanni a Formia, si è imbattuto nell’effigie che porta il nome ‘Madonna di Ponza’. Poiché Peppe è un devoto del culto della Madonna mi ha chiesto spiegazioni. La sua immaginazione è fervida e la volontà  pronta per cui… ha elaborato un progetto ambizioso, per il quale potrei essere d’aiuto.

Ecco il frutto delle mie ricerche.

Il quadro si trova a Formia nella chiesa di San Giovanni. Più avanti, poco prima dell’ospedale Dono Svizzero, si inerpica una strada che va verso i monti. La strada porta nome ‘Madonna di Ponza’. Al culmine della strada c’è una chiesetta dedicata alla Madonna di Ponza. La chiesetta ora non è praticata ma, in passato, qui era esposto questo quadro.

Immagine numero 2 – Disegno di Pasquale Mattej – 1845

Privo di sorveglianza fu trafugato nel 2002. Ritrovato nel 2005 è stato restaurato e oggi è a disposizione dei fedeli.

Nella didascalia, a chiarimento del quadro, venne scritto che esso fu portato in quel di Formia – a quel tempo si chiamava Mola – dai cistercensi fuggiti dall’abbazia di Santa Maria in Ponza perché minacciati dalle incursioni dei corsari saraceni. Siamo nel 1495 , e Ponza non era difesa da nessun presidio militare perché il suo possesso era oggetto di lite fra i Farnese del Ducato di Modena e lo Stato del Vaticano. In ogni modo il territorio isolano era difficilmente difendibile dagli attacchi dei corsari che quelle isole le avevano elette a nascondigli e a basi per incursioni sulle coste.

Del passaggio del quadro non si ha certezza ma lo si desume esclusivamente dal nome.

I monaci, sbarcati a Mola, furono allocati in un territorio dove eressero un piccolo convento con annesso un tempio. Tutto: strada, convento e chiesa, dedicato alla Madonna di Ponza.
La raffigurazione di Maria col Figlioletto in braccio è abbastanza consueta. Altri dettagli invece suscitano perplessità.

Eccole.

In preghiera ci sono sei donne. Esclusivamente donne.
Indietro ci sono quattro incappucciati. La relazione coi frati corre veloce, ma urta – almeno a me – la raffigurazione dei cappucci. Troppo sinistri, improbabili per essere monaci.

Qui occorrerebbero conoscenze specifiche che non ho. E purtuttavia quegli incappucciati appaiono figure sgradevoli.
Nel fondo sono raffigurati monti. Nessun riferimento c’è al mare e all’isola.
Raccapricciante infine è, al centro del dipinto, l’immagine di un teschio con le quattro ossa incrociate.
Raccapricciante sì, ma sintomatico, giacché suggerisce ipotesi.

Le esplicito qui: il quadro è del secolo XVI, coevo all’esodo. E dunque mi viene da supporre che esso sia stato realizzato allorché i monaci  di Ponza si stanziarono a Mola. Se fosse stato un quadro preso dalla chiesa di Santa Maria in Ponza e portato a testimonianza della fuga, sarebbe stato molto più vecchio.

Presumo invece che esso sia stato fatto proprio per attestare il legame che univa il monastero di Mola col monastero di Ponza. Sarò più chiaro: i monaci, stabilitisi a Mola, vollero dimostrare di essere un prolungamento del monastero di Santa Maria in Ponza. Il quadro infatti si chiama Madonna di Ponza; non ha riferimenti all’insularità perché il nuovo monastero è situato fra i monti; il teschio in bella mostra indica che fu subìto l’onta dei corsari (e il teschio fa riferimento alla loro bandiera); gli incappucciati sinistri indicano come i monaci, in quel disastroso frangente, divennero evanescenti, paurosi, dismessi; le donne in preghiera simboleggiano come il popolo sia stato privo di forza virile, e come soltanto dalla preghiera ci si può attendere la salvezza.

A puntello della seguente ipotesi presento questa seconda immagine di una Madonna di Ponza. Questa è esposta a Reggio Calabria. E dedicata alla Madonna di Ponza.

Immagine numero 3 –

Come si vede qui l’immagine della Madonna, circondata da una ghirlanda di nuvole in cui compaiono testoline di angeli, ha la stessa postura della Madonna di Formia. In più essa è situata a Gaeta – riconoscibile anche per Monte Orlando -; ha alle spalle il mare; al centro, fra i santi Erasmo e Lucia, è riconoscibile il portale della chiesa, edificata a Mola.

A mio parere questo quadro fa da sintesi all’intera vicenda. Vi si raffigura la Madonna di Ponza, come quella di Mola; è riproposto il portale della chiesetta; si allude all’isola lontana; la si colloca in un ambiente adiacente a Gaeta.

Immagine numero 4 – Portale della chiesetta a Mola.

Al postutto i quadri con titolo Madonna di Ponza sono due: uno si trova presso la chiesa di San Giovanni a Formia, l’altro  si trova presso la Pinacoteca Civica del Comune di Reggio Calabria (1600 – 1649).

Perché a puntello? Perché questo secondo quadro avvalora la mia ipotesi.
Attendo che altri le confutino, apportando chiarimenti.

 

***

integrazione a cura della Redazione
Di seguito al commento dell’autore forniamo gli elementi per risalire all’articolo di cui alle precisazioni di Assunta Conte.
L’articolo “Madonna di Ponza” di Gennaro Di Fazio, con i commenti di Assunta Conte e Arturo Gallia, è stato pubblicato il 19/10/2012 (leggi qui)

1 Comment

1 Comments

  1. Francesco De Luca

    30 Ottobre 2025 at 20:58

    Come mi fa notare l’amico Gennaro Di Fazio già nel lontano 2012 fu evidenziato da Assunta Conte come la ‘Madonna di Ponza’ ora in mostra nella chiesa di Formia non potesse essere stata trasportata da Ponza perché effigiata in epoca posteriore all’esodo dei monaci dall’ abbazia di Santa Maria in Ponza.

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