Canzoni

Una canzone per la domenica (354). Fabrizio De André e la Sardegna

proposta da Teresa Denurra, ispirata da un articolo di Gino Castaldo su ‘la Repubblica’ 

Vorrei proporlo ai lettori di Ponzaracconta, giusto per condividere. Mi ha toccato il cuore. Come Fabrizio De André si è impastato con la Sardegna, conoscendone la bellezza e la violenza. Gino Castaldo è un vero esperto di musica, e un bravo scrittore.
T. D.

Nella stanza di De André. La mia notte insonne tra canzoni e fantasmi
di Gino Castaldo – Da la Repubblica del 21 ottobre 2025

Viaggio all’Agnata, l’amatissima tenuta in Sardegna dove il cantautore scrisse alcuni dei suoi versi più belli

Il cantautore Fabrizio De André e la cantante e compagna Dori Ghezzi. 1981

Ho dormito nella stanza di Fabrizio De André. Detto così fa una certa impressione ma è esattamente quello che è successo, ho passato una notte nella sua camera, nell’amatissima tenuta de l’Agnata, lo “stazzu” che a metà degli anni Settanta il cantautore acquistò, trasformandolo in una tenuta agricola, il luogo dove lui e Dori Ghezzi hanno vissuto i momenti più belli del loro amore, ma anche i più drammatici, il luogo dove il 27 agosto del 1979 furono rapiti dai banditi sardi, e tenuti prigionieri all’addiaccio nei monti di Pattada per quattro lunghissimi mesi.

Tempio Pausania L’Agnata Lo studio di Fabrizio De Andrè

Mi sono affacciato alla finestra dalla quale Fabrizio guardava la bellezza della “sua” campagna, ho dormito, poco per la verità, perché pieno di pensieri, pensando che in quella stanza aveva passato ore sveglio, vorace di letture com’era, insonne, e poi dormito, sognato, magari scritto alcune delle sue più belle canzoni, certamente quelle del cosiddetto “indiano”, il disco senza titolo uscito dopo il sequestro, nel quale addirittura perdonava i suoi rapitori, o meglio la manovalanza di quel sequestro, e poi le onde mediterranee di Creuza de ma, Nuvole, dove tra le tante narrazioni in diversi dialetti, racconta del suo viscerale amore per la terra di Sardegna.

Ho dormito in quella stanza fissata in una celebre fotografia in cui De André è sul letto, circondato da libri e giornali, la stanza al secondo piano del grande casolare, in un pianerottolo con due porte, con di fronte la stanza di Dori. Ho dormito poco perché pieno di pensieri, tra la magia sospesa della casa e la presenza ingombrante delle sue poesie, non riuscivo a non pensare a quello che avrebbe detto Fabrizio di fronte allo scempio della contemporaneità, di fronte agli orrori delle guerre che soffocano il nostro orizzonte, ripensavo a quando nella Canzone del maggio cantava “verremo alle vostre porte e grideremo ancora più forte. Voi non potete fermare il vento, gli fate solo perdere tempo”, versi che sembrano una colonna sonora per accompagnare una flotta di battaglie umanitarie. Mi affollavano la testa i versi scritti con Ivano Fossati di Smisurata preghiera che sembrano un requiem del millennio che stava finendo quando li ha pubblicati, quando dice “sullo scandalo metallico di armi in uso e in disuso, a guidare la colonna di dolore e di fumo…” e poi più in fondo “per chi viaggia in direzione ostinata e contraria, col suo marchio speciale di speciale disperazione”, pensavo alla sua libertaria anarchia, all’indipendenza da qualsiasi affiliazione, solo e sempre a favore dei diseredati, degli umili, dei popoli massacrati.

Pensavo a quella casa che gronda magia, suggestione, alla terra di Sardegna che lo aveva adottato, ancora prima dell’acquisto di quella terra dove aveva deciso di mettere tutti i soldi che guadagnava, ma con l’intenzione di trasformarla in una vera azienda agricola, come di fatto è diventata, con Dori che ha cercato in ogni modo di salvarla e poi stava per arrendersi, mollarla, e invece all’ultimo ha deciso di non vendere, a patto che a occuparsene fosse Salvina, che è sempre stata presente, figlia dell’uomo che aveva segnalato l’Agnata a Fabrizio che già frequentava la Sardegna. E’ Salvina a gestire la tenuta con amore e dedizione, come una poetica locanda nella quale risuona in ogni foglia, in ogni mattone, la potenza di quelle canzoni, e dove ho avuto il privilegio di essere ospitato grazie alla meravigliosa coincidenza di essere a Calangianus, lì vicino, per una tappa del tour sulla “rivoluzione delle donne” con Paola Turci, che l’Agnata l’ha sempre frequentata, cantando anche davanti al pubblico in un appuntamento annuale che si svolge lì, in estate, con Dori e vari amici artisti, dove si suona e si canta all’aperto, davanti al casolare.

Ho dormito, anzi non ho dormito granché, in una notte piena di fantasmi e di versi che suonavano come una condanna senza appello alle vergognose falsità e alla perdita di coscienza del nostro tempo.
[Gino Castaldo, da la Repubblica del 21 ottobre 2025]

La canzone che propongo, da YouTube è Hotel Supramonte da Fabrizio De André (Indiano) (1981)

YouTube player

Le immagini (di copertina e nel testo) sono riprese dall’articolo su la Repubblica on line

***

Della Sardegna di Fabrizio De André abbiamo anche sul sito Nuvole:

Nuvole

Clicca per commentare

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top