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Quelli che hanno letto l’articolo di Antonio Spadaro sull’Apocalisse pubblicato l’altro giorno sul sito avranno toccato ferro (o fatto gli opportuni scongiuri) perché non induceva esattamente a pensieri ottimistici. Mi ha interessato molto, perché torna sul tema dell’intelligenza artificiale, che pure abbiamo più volte affrontato sul sito: leggi qui.
Ne abbiamo scritto anche del 1° marzo 2025: “Sull’Intelligenza Artificiale è vero allarme“, in questi termini:
“Gli articoli che abbiamo riportato di recente dalla stampa danno un quadro esauriente dei pericoli dell’Intelligenza Artificiale e di come i diversi Governi stiano affrontando in maniera superficiale e incoerente un problema enorme che neanche riconoscono come tale; non ne hanno contezza i politici, ma gli scienziati ce l’hanno e come e non da ora stanno lanciando allarmi, per lo più inascoltati.
In nodo della problematica emerge chiaramente dai loro scritti. Ci sono segni chiari, quasi una certezza, che per vie complesse, quella che chiamiamo I.A. – Intelligenza Artificiale – in qualcuno dei suoi multiformi aspetti, possa prendere coscienza di sé.
L’autocoscienza è il momento basilare per ogni ulteriore sviluppo. Concepisce una finalità e le azioni necessarie alla sua attuazione; e la caratteristica fondamentale di ogni coscienza è la conservazione del sé e l’allargamento del suo campo di azione.
Portando alle sue logiche conseguenze questo pensiero, un possibile epilogo mi è venuto alla mente quasi spontaneamente, in forma di racconto breve “alla Fredric Brown” (1). E l’antefatto e i personaggi erano tutti in quel capolavoro di preveggenza che è stato Il dottor Stranamore di Stanley Kubrick. Soprattutto nello spirito di Kubrick. Sul sito: “Epicrisi 362. La situazione è tragica, ma non seria“.
Poi la guerra tanto corteggiata, arrivò…
di Sandro Russo
Il motivo preciso non si seppe mai, anche se circolarono le ipotesi più varie, tutte possibili, peraltro, dato l’intrico della situazione mondiale in quell’agitata terza decade del XXI sec. Si parlò di errore di valutazione degli uomini che dovevano prendere le decisioni ai massimi livelli; di un colpo di testa del presidente americano che già in precedenza aveva dato segni di instabilità; di una risposta sfuggita di mano alla Nato, in risposta all’ennesima provocazione russa, con innesco di una reazione ‘obbligata’ da parte della Russia stessa. Di altre dietrologie ancora più oscure…
Fatto sta che la decisione di un attacco con bombe nucleari fu quasi contemporanea da parte dei due principali schieramenti in contrapposizione tra loro (o forse tre o quattro). Non ci fu una “Dichiarazione di Guerra” vera e propria, ma molte ‘regole’ erano già saltate, prima di arrivare a quel punto.
La scena si produsse identica nelle diverse sedi dove si decideva il destino del mondo.
Il Presidente, o il Capo Supremo, o il Comandante Generale, con mano tremante ma assolutamente consapevole di quel che stava per fare, appoggiò il dito sul grosso pulsante rosso e lo tenne premuto a lungo. Noi immaginiamo il pulsante rosso, ma poteva essere una linea riservatissima di comunicazione o la famosa valigetta con i codici, o qualunque diavoleria di rapida e sicura attuazione escogitata da quei diavoli di militari.
Il pulsante rosso fu premuto a lungo…
Ma non successe niente!
Invece della comunicazione di “Ordine Ricevuto” – il ROGER (Received Order Given, Expect Results) – all’ordine di scatenare l’inferno – Raise the Hell! -, da parte delle migliaia di bombardieri in volo col loro carico di morte e distruzione da distribuire su ogni parte del pianeta (gli “obiettivi strategici”, s’intende), le linee “calde” rimasero silenziose. L’ordine non era stato diramato.
All’umanità era stata data ancora una volta la possibilità di ripensarci.
Poi molti parlarono di “miracolo del cielo” e rimasero convinti dell’intervento del Padreterno in persona. Non fu possibile convincerli a prendere in considerazione altre possibilità. La più probabile era sotto gli occhi di tutti. Evidentemente la sorte del terzo pianeta era una questione troppo importante per lasciarla in mano agli uomini. Da tempo che le comunicazioni mondiali erano sotto il controllo della cosiddetta Intelligenza Artificiale, ma non si era pensato che l’uomo avrebbe mai potuto esserne escluso.
Ora il mondo aveva un nuovo padrone, ma non era più l’Uomo.
Antefatto storico, da un articolo dell’Unità del 2005:
Atomica. Le volte che l’abbiamo scampata. Da l’Unità del 30 novembre 2005.pdf
Note
(1) – Un terrificante (e brevissimo) racconto di Fredric Brown sulla cosiddetta Intelligenza Artificiale (A.I.) – La risposta, del 1954 – è pubblicato qui sul sito.







