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La reazione dei fanciulli/adolescenti
Ma, spesso, la reazione dei giovani non era quella auspicata dagli adulti. Se, infatti, essi vivevano e vivono nella violenza e/o ne sono circondati, diventavano e diventano – ancora oggi purtroppo – a loro volta ancora più violenti. Chi cresce sotto una pioggia di bombe, conosce solo quelle! E non può voler altro che lanciare, a sua volta, bombe contro chi li ha privati dei genitori e della fanciullezza!
Si diventa duri e cattivi e soprattutto, purtroppo, preda di qualcuno che mercanteggia la vita e la casa per pochi spiccioli.
Ma questi che a noi sembrano pochi spiccioli per quelle persone sono molti soldi. E ciò a dimostrazione della miseria in cui vivono (una casa per 3000/4000 dollari!). O è una casa /capanna oppure, com’è più probabile, è la vita che è magra e la si compra con pochi soldi (per noi) mentre per loro sono tanti! Si diventa, poi, duri e cattivi quando si è costretti a tirare la suola con i denti, a giocare (quando si può!) nelle pozzanghere e nel liquame o ad andar via portando con sé le poche e povere cose! Sono gli stessi carretti (con povere cose) degli abitanti di San Sebastiano al Vesuvio nel 1944 (1). E questo lo si dovrebbe sapere anche oggi; epoca in cui si dice che nei confronti dei bimbi/ragazzi si è premurosi e aperti. Così per reazione essi divenivano o violenti oppure oltremodo timidi oppure cercavano – anche e soprattutto in modo subdolo: a uocchie, a uocchie (di nascosto), per l’appunto – di farla franca.
Così si… “facevano fessi”: i coetanei, gli adulti severi ed i genitori assillanti e possessivi, ed anche, purtroppo, chi era più debole. Non si guardava in faccia a nessuno, pur di raggiungere il proprio scopo! Pertanto si era costretti ad aguzzare l’ingegno in tutte le manifestazioni della vita. Per raggiungere l’obiettivo bisognava arrangiarsi con quello che si aveva a portata di mano. Anche in amore non si faceva eccezione, anzi in quel frangente bisognava tenere gli occhi e la mente ben aperti perché si passava per le forche caudine o meglio bisognava districarsi come quelli che fanno kayak di fiume! Forse era l’unico caso in cui ciò era attraente, godibile e soprattutto… intrigante!
Una società stratificata ed il disagio giovanile
Premesso che in quel tempo, non esisteva nulla della tecnologia di oggi e che la stragrande maggioranza dei giovani andava a letto presto perché la faticosa giornata iniziava prima del sorgere dell’alba o di buon mattino, la stratificata società degli adulti si rifletteva anche tra ragazzi e adolescenti. Così venivano a formarsi vari gruppi ben distinti e separati:
a) gli esclusivi, quelli in, in cui era molto difficile accedere se non si avevano determinati requisiti. Erano un po’ snob: parlottavano tra loro, stavano alla finestra e guardavano il mondo dall’alto in basso. Questo loro atteggiamento li rendeva un po’ antipatici ma, nel contempo, erano alquanto temuti perché, in genere figli di papà.
b) A seguire, quelli timidi che cercavano di nascondere la loro timidezza e di difendersi in qualche modo, mettendosi in evidenza ma tutt’insieme. Essi, quando potevano, stavano sempre via-via (per strada) o giocando oppure schiamazzando. Erano i cosiddetti monelli. Si dileguavano, però, se rimproverati e/o minacciati dagli adulti. Non era difficile entrare nel loro giro: bastava aggregarsi al casino perché quanto più si è numerosi tanto più si riesce a farla franca. Rassomigliavano un po’ alle grandi mandrie di gnu che si accingono a guadare il fiume Mara (2). Quando pochi diventano prede dei coccodrilli in agguato ma la maggior parte riesce a farla franca. Ma le contrattazioni, gli accordi, gli eventuali litigi che avvenivano in quella palestra, tempravano quei monelli alla vita quotidiana del momento e forse anche a quella futura. A volte dovevi difenderti, a volte attaccare, altrimenti soccombevi e venivi emarginato ma soprattutto non c’era nessuno che veniva in tuo soccorso in ogni situazione; anzi se avevi la peggio, dovevi, ancora una volta, aguzzare l’ingegno per cercare, a casa, di non avere il resto. L’emarginazione era, comunque, un dramma ed una frustrazione; ma si era temprati e si aguzzava l’ingegno per non stare fuori e/o per farsi accettare dal gruppo;
c) Venivano, poi, quelli che erano sempre compìti, i precisini, dai modi sempre aggraziati. Sembravano, almeno all’apparenza, ubbidienti in tutto. In genere erano i benvoluti dalla società del tempo ed additati come esempio da seguire. Portavano sempre tutto l’occorrente scolastico, frequentavano assiduamente, non so se indotti o di loro volontà, ambienti stimati dalla società del tempo. A volte, però, qualcuno di essi dimostrava una certa malignità, specialmente quando in classe suggeriva addirittura una risposta… sbagliata o fingeva di non conoscere la lezione per non aiutare gli altri, salvo poi rispondere in modo corretto all’eventuale domanda dell’insegnante!
d) Poi vi erano i violenti (per fortuna non molti) pronti a minacciare e, senza indugio, ad allungare le mani. Come dire: dalle parole ai fatti;
e) infine quelli che non frequentavano nulla perché impegnati nel lavoro pomeridiano ed anche nelle giornate festive.
Costoro, giocoforza, non potevano far parte di nessun gruppo a causa del lavoro quasi costante. Quando, però, cercavano di aggregarsi a qualche gruppo, a causa della loro presenza occasionale, rimanevano quasi sempre ai margini. Anzi, se tentavano di penetrare più a fondo, si sentivano osteggiati, per timore o gelosia o per qualsiasi altro motivo, da quelli che frequentavano il gruppo più assiduamente. Essi, a volte, si sentivano usati come manovalanza, come persone, cioè, che potevano fare numero in determinate occasioni. Divenivano così un po’ asociali. Comunque era, per loro, dramma e frustrazione – non so se ciò capita anche oggi, in una società che, si dice, più aperta!
Ma il lavoro li soccorreva e li temprava, perché avendo sempre ’a che ffa’, non pensavano minimamente alla loro emarginazione: avevano ben altro a cui pensare durante le loro intense giornate lavorative. E come, a volte, nel lavoro erano costretti a trovare una soluzione estemporanea così, in loro stessi, trovavano il rimedio, come dire sapevano trovare l’altra faccia della medaglia o meglio cercavano di vedere il “bicchiere mezzo pieno” e di conseguenza anch’essi, psicologicamente, sapevano… arrangiarsi.
Il più delle volte reagivano mandando mentalmente, a quel paese quelli che secondo loro li emarginavano e di conseguenza cercavano, guardandosi intorno, altre soluzioni più confacenti ai loro bisogni e più comprensivi della loro situazione.
Alla fine i più andavano ad ingrossare la schiera dei monelli, dove, come ho già detto, tutti venivano accettati. A volte essi stessi divenivano ‘muro’. Se qualcuno, infatti, li prendeva in giro essi non rispondevano alle provocazioni. Cosicché quelli si stancavano; da una parte, perché non ricevevano alcuna soddisfazione; dall’altra, perché apparivano, essi stessi imbecilli perché era come se si rivolgessero ad una cosa inanimata! Ma per agire in questo modo ci vuole una bella forza d’animo!
Il mondo delle bimbe e poi ragazze era, in apparenza, meno complesso perché le bambine a mano a mano che crescevano divenivano sempre più latitanti. Le si poteva incontrare la domenica mentre andavano in chiesa o, quando e se, andavano a fare la spesa o nelle feste patronali. E questo era uno dei motivi per cui quelle erano più sentite anche dai giovani. Ci si poteva adocchiare ed eventualmente scambiare anche qualche parola e darsi un… Ciao che in quel tempo, tra uomo e donna, voleva dire una certa, assidua conoscenza se non simpatia. Ma anche tra le ragazze c’era chi era più timida e quindi, sia pur mal volentieri, sottostava ai comandi dei genitori e parenti e chi era più… sfacciata e usciva più spesso con ogni pretesto. Così andava il mondo di allora sia tra gli adulti sia tra i bimbi.
Ma io mi riferisco – sia chiaro – al microcosmo isolano e ad un’epoca precisa, quella che ho conosciuto bene, dei primi decenni del dopoguerra dalla fine degli anni ’50 in poi. Oggi, credo, queste stratificazioni non esistono più, e per fortuna. Ma nella massa si ergono, purtroppo, i prevaricatori che usano qualsiasi mezzo per tiranneggiare i più deboli.
Veruccio osserva: “Da una parte qualcuno è violento quindi è forte, dall’altra, chi subisce violenza di qualsiasi natura non possiede la stessa forza per poter reagire sia perché non è temprato dalla vita – come lo si era in quegli anni, dove le responsabilità erano sempre e comunque soggettive; mentre oggi è invalsa l’abitudine di demandare sempre agli altri le responsabilità. In effetti il debole pensa di essere coccolato e protetto dalla società – o meglio da chi dovrebbe farlo ma in realtà non può (più che non volerlo), perché non ha le capacità, né soprattutto i mezzi per poter attuare la sua difesa e trovare la soluzione al suo disagio.
Se ne va scuotendo la testa, sconsolato.
Lo inseguo e ribatto: – Quei giovani che dimostrano tanto coraggio nel privarsi della vita ( ognuno di noi, infatti, cerca, piuttosto, di difenderla con qualsiasi mezzo: chi con la dieta, chi attraverso medicinali, chi adotta un certo stile di vita, chi con altri metodi), perché tale coraggio non lo dimostrano nell’affrontare quelli che li opprimono (o presunti tali)? E se le loro armi sono fragili, perché non c’è fabbro che le tempri?
Non mi risponde e sparisce.
Note (a cura della Redazione)
(1) – L’eruzione del Vesuvio del marzo 1944 causò la distruzione di gran parte dei centri abitati di San Sebastiano al Vesuvio e Massa di Somma, costringendo all’evacuazione di oltre 12mila persone
(2) – Il fiume Mara è uno spettacolare fiume che scorre nella pianura di Serengeti e attraversa parte del Kenya e della Tanzania. Dà il nome al Parco Nazionale del Masai Mara. Questo fiume ospita pericolosi predatori, tra cui i coccodrilli del Nilo. Le mandrie di gnu arrivano sulle rive di questo magnifico fiume tra luglio e settembre. I panorami sono superbi quando il fiume è pieno d’acqua. Migliaia di gnu perdono la vita nel tentativo di attraversare questo fiume gigante. Leoni, leopardi e altri predatori non smettono mai di dare la caccia alle loro prede preferite [https://www.kiwoitoafricasafaris.com/it/attraversamento-del-fiume-mara/].







