Ischia

Ricostruzione Ischia: non chiudere il Commissariato. Anzi, istituzionalizzarlo

di Giuseppe Mazzella di Rurillo

 

In circa tre anni il commissario straordinario di governo, on.Giovanni Legnini, ha messo in atto provvedimenti ed aperto interlocuzioni istituzionali di straordinaria importanza non solo per la materiale demolizione, ricostruzione, delocalizzazione di immobili colpiti dal terremoto del 2017 e dall’alluvione del 2022.

Legnini ha indicato un metodo di lavoro in un’area densamente popolata ed economicamente sviluppata. Questo ha reso complessa una riqualificazione urbana perché non si poteva – e non lo è stato -arrestare il motore dell’economia turistica, commerciale, agricola e dei servizi connessi dell’intera isola d’Ischia. Consolidare uno sviluppo per un’area matura è molto più difficile che avviarlo in un’area solo all’inizio della crescita.  Sostengo – da anni – che le classi dirigenti di oggi hanno un compito molto più difficile dei “pionieri” degli anni 50 del 900.

Naturalmente – e lo abbiamo fatto – ci sono molte osservazioni critiche da fare al commissario straordinario di governo su scelte e provvedimenti. Ma e’ stata messa tanta carne a cuocere che per realizzare piani e programmi nel contesto burocratico dello Stato italiano ci vorranno – e siamo ottimisti – almeno 10 anni. Sarebbe un peccato mortale disperdere questo patrimonio di fondi, iniziative ed interlocuzioni. Credo quindi che il commissariato deve durare almeno altri 10 anni ed anzi debba essere per legge istituzionalizzato anche con un ente di diritto pubblico ventennale. La ricostruzione si è rivelata una riqualificazione. Anche economica, cioè disegnare un nuovo sistema economico alla luce dei cambiamenti mondiali.
Credo che le associazioni di categoria – albergatori, commercianti, agricoltori, artigiani, professionisti – non debbono essere centri “corporativi” ciascuno per i propri interessi ma debbano fornire assistenza collettiva ad imprese, lavoratori, proprietari di fabbricati e terreni, per usufruire di questi fondi e di queste interlocuzioni per una riqualificazione ambientale collettiva e che si veda ad occhio nudo.
Qui è necessario riscoprire anche il ruolo attivo dei sindacati – Cgil CISL UIL – affinché con proprie strutture fisiche, cioè le sezioni. si facciano carico di un rilancio collettivo di tutte le località comunali legate in sistema unico di sviluppo. Detto con chiarezza occorrono centri di riunione e di scrittura delle “pratiche”. Richiedono tempi e impegno.

Il recupero delle “parracine”

L’ordinanza di Legnini per il recupero delle “parracine” – i muri a secco delle isole minori patrimonio immateriale dell’UNESCO – deve essere di forte incentivo ai proprietari di fondi rustici che danno sulle strade statali e provinciali per recuperare i muri a secco e per fare manutenzione ordinaria ai terreni. Sono interventi da parte di privati che il pubblico sostiene con danaro pubblico. E’ una occasione per ripristinare i fondi in via Pio Monte della Misericordia e via Borbonica. Un paesaggio restaurato senza sterpaglia e fetenzie reso bello al passante o viaggiatore. Queste sono le opere civili che il passante vede ad occhio nudo e che danno il segno della riqualificazione.

Poi ancora la “finanza di territorio” che ha messo in essere il commissario Legnini con i finanziamenti pubblici e privati della Banca Europea per gli investimenti. L’ultimo impegno con la Banca Europea per gli investimenti di 60 milioni di euro non è danaro a fondo perduto. Sarebbe facile. Sono cofinanziamenti che richiedono altre risorse e soprattutto imprenditori pubblici e privati. Se non ci sono si perdono fondi ed opportunità.

E’ un accordo di enorme significato che incentiva il sistema a stare in movimento e non fermo ad aspettare la manna dal cielo. E’ stato -finalmente – avviato un percorso. Avviata una via Maestra.

(in condivisione con Il Continente diretto da Giuseppe Mazzella di Rurillo)

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