Storia

L’ultima missione dell’ammiraglio Cialdi

racconto storico di Fabio Lambertucci

Dedica:
Ai miei genitori Eugenia e Lamberto e a mia sorella Paola

.

Presentazione
Nel 1871 papa Pio IX ordinò all’ammiraglio pontificio Alessandro Cialdi (Civitavecchia, 1807 – Roma, 1882), Comandante generale della Marina Militare Pontificia, ingegnere navale e scienziato, di condurre segretamente in salvo dagli invasori italiani la nave ammiraglia “Immacolata Concezione” (piro-corvetta ovvero corvetta a vapore) nel porto francese di Tolone. Fu la sua ultima missione…
F. L.

Porto di Civitavecchia (Roma), a bordo della pirocorvetta “Immacolata Concezione”, settembre 1871.
Gli invasori italiani ci hanno lasciato solo la nostra bella nave ammiraglia, comandata da me Alessandro Cialdi di Civitavecchia. L’hanno iscritta nel loro Registro Navale, ma non se la sono sentita di requisirla come le altre navi. In fondo è lo yacht di Sua Santità papa Pio IX, ci doveva andare in Terrasanta, poi le vicende politiche hanno impedito lo storico pellegrinaggio e l’abbiamo usata per combattere il contrabbando sulle coste laziali. Una volta, nel 1860, è arrivata fino ad Ancona per trasportare materiali e munizioni per le nostre truppe che purtroppo furono sconfitte a Castelfidardo. E nel 1865 ha portato nel Mediterraneo il padre gesuita Angelo Secchi, grande astronomo, che per misurare la limpidezza delle acque ha inventato il “disco di Secchi”. Forse sperano che il papa la usi per andarsene da Roma. Illusi!

Qualche giorno fa Sua Santità, rinchiusosi da prigioniero in Vaticano, mi ha convocato. È molto invecchiato dopo l’invasione. Quando mi sono inginocchiato mi ha detto:
– Mio carissimo Cialdi! Suvvia, si alzi che le devo affidare un delicato incarico della massima segretezza. Il Segretario di Stato cardinale Giacomo Antonelli ha già preso accordi con il presidente francese Adolphe Thiers che ha represso la nefanda Comune di Parigi: lei in segreto mi deve condurre in salvo l’Immacolata Concezione al porto di Tolone. Lì rappresenterà la nostra Flotta in esilio. Ben conosco le sue formidabili capacità marinaresche. Sono certo che, con l’aiuto di Dio e della Madonna, porterà a termine con successo la missione. Si imbarcherà anche un mio emissario. Mi raccomando, ammiraglio. La benedico.

E così di notte abbiamo preso il largo. L’emissario è nientemeno che il grande archeologo cristiano Giovanni Battista De Rossi che ha scoperto vent’anni fa le Catacombe di San Callisto sulla via Appia a Roma. Nel ’49 andò in esilio con il papa a Gaeta, dove Pio IX  per ore meditò sul dogma dell’Immacolata Concezione davanti al quadro della Madonna nella “Cappella d’Oro” della chiesa della Santissima Annunziata, ed è diventato il suo archeologo di fiducia. Si è portato dietro un bel baule, forse contiene reperti importanti. Sarà un vero piacere conversare con lui a cena…

– Ammiraglio, sa che nel ’42 io ho assistito assieme a papa Gregorio XVI all’innalzamento del primo dei due obelischi che lei trasportò miracolosamente nel ’39 da Venezia fin dentro il parco della villa? – mi ha ricordato il De Rossi.

– Eh, quella è stata una delle mie imprese più memorabili. Il ricchissimo principe Alessandro Torlonia per onorare la memoria dei genitori voleva due obelischi alla maniera dell’antico Egitto da porre nel parco della sua  meravigliosa villa fuori Porta Pia. Li volle di granito rosa delle cave di Baveno sul Lago Maggiore. Alti 10 metri, pesano in totale 44 tonnellate! Con chiatte giù per fiumi giunsero a Venezia dove io li caricai sul trabaccolo “Il Fortunato”, è una nave da trasporto tipica dell’Adriatico adatta ad entrare nella bocca di Fiumicino e risalire il Tevere fino a Roma. La nave era così sovraccarica… Ho avuto un grande equipaggio! Si comportarono da prodi quando una tempesta batte’ il nostro piccolo legno e dovemmo rifugiarci a Durazzo e poi un’altra che scavezzò il pennone superiore del trinchetto e mise in pericolo tutta l’alberatura e un gran colpo di mare a prua per poco non ci affondò! Risalimmo poi il Tevere fino all’Aniene dove tirammo a terra il bastimento e trascinato da uomini e bufali per quasi 4 chilometri sulla via Nomentana consegnammo gli obelischi fin dentro alla villa.

– Fu un’immane impresa! La seguì tutta Roma! Anche il papa volle salire sugli obelischi. Mi ricordo che dei geroglifici da incidere se ne occupò l’egittologo padre barnabita Luigi Ungarelli che aveva studiato con Champollion e la traduzione in latino sulle basi in travertino venne affidata al mio professore di greco e latino al Collegio Romano, monsignor Gabriele Laureani, con il quale lavorai poi alla Biblioteca Vaticana – ha detto il De Rossi.

– Dottore, l’anno seguente in Egitto ci andai veramente! Il Viceré volle donare a papa Gregorio 4 colonne e 13 massi di alabastro per la rinascente Basilica di San Paolo incendiata nel ’23. Stavolta con tre navi: la “Fedeltà”, la “San Pietro” e la “San Paolo”. Volli così con la “Fedeltà” risalire il Nilo fino alla cateratta con la Nubia a quasi 1000 chilometri da Il Cairo per 38 giorni raccogliendo materiali storici e naturalistici. Mi sono riproposto di tornarci per risalire il Nilo Azzurro fino alle sorgenti, chissà…

– Oltre a condurre nel ’42 i nostri tre piroscafi dal Tamigi al Tevere attraverso la Senna, la Loira e il Rodano, lei ha combattuto in guerra! – ha esclamato De Rossi.

– Eh sì, in Adriatico la Prima d’Indipendenza contro l’Austria. Il papa poi si ritirò ma io con la nave “Roma” mi misi agli ordini dei sardi e con i napoletani attaccai il forte di Caorle! Poi il ministro Pellegrino Rossi mi offrì di organizzare la Marina Pontificia, Rossi fu assassinato, il papa fuggì a Gaeta, io servii la Repubblica Romana. Quando i francesi di Oudinot si presentarono di fronte a Civitavecchia, vista la sproporzione di forze, non mi opposi allo sbarco. Sei anni di esilio a Firenze, poi nel ’56 il perdono papale e il comando della Flotta e nel ’59 della pirocorvetta “Immacolata Concezione”. Infine questa ultima missione… –

– Non è detto che sia l’ultima. Ora in Francia c’è più ascolto per le ragioni del papa – mi ha rincuorato il De Rossi.

– Piuttosto, in confidenza, qual è il motivo del vostro viaggio? – ho chiesto con nonchalance.

– Ammiraglio, il papa, oltre alla Madonna, è molto devoto a San Lorenzo. Mi ha rivelato che vorrà essere sepolto non in San Pietro bensì a San Lorenzo fuori le Mura! E dovrò occuparmi io di trovare l’artista adatto per le decorazioni della cappella. Godo della stima del pontefice perché nel ’64 scavai in quella basilica e vicino al nartece, dove vuole essere sepolto, sotto una bella lastra di marmo trovai un calice di vetro. Ho ipotizzato che possa essere parte del “Tesoro di San Lorenzo” che il papa Sisto II, suo mentore martirizzato, portò dalla natia Spagna. Tanto che Pio IX entusiasta fece erigere davanti alla chiesa una statua bronzea del Santo, opera di Stefano Galletti, sopra una colonna alta ben 21 metri! Poi nella notte mistica del 10 agosto scorso ha voluto che glielo portassi al Palazzo Apostolico in Vaticano. Credo che nella segreta Cappella Niccolina, affrescata dal Beato Angelico con le storie della vita e del martirio di San Lorenzo, abbia officiato dei riti per la salvezza della nostra Chiesa. Ora mi ha incaricato di portarlo al sicuro in Francia…

– Sacro e profano! Lei deve salvare la Chiesa, io questa nave… –

– Ammiraglio, è in vista il porto di Tolone! – mi ha annunciato il secondo.

– Benissimo. Issate sul pennone la nostra bandiera con le chiavi, la tiara papale e i Santi Pietro e Paolo! – ho comandato e ho pensato sollevato: “Ho compiuto con successo la mia ultima missione!”

Epilogo storico
L’Immacolata Concezione restò in disarmo in porto fino al 1877, donata ad un collegio navale cattolico fu venduta a un armatore che fallì. Di essa rimangono una scialuppa a Milano e la bandiera nel Museo Lateranense a Roma.

Alessandro Cialdi per fedeltà al pontefice non entrò nella Regia Marina Italiana ma nella Compagnia del Canale di Suez e contribuì a costruire Porto Said. Nel 1879 divenne presidente dell’Accademia dei Lincei al posto di padre Angelo Secchi.

Nel 1881 la salma di papa Pio IX fu traslata di notte dal Vaticano a San Lorenzo fuori le Mura. Il corteo funebre venne attaccato da anticlericali intenzionati a gettare il corpo nel Tevere. La pronta difesa di fedeli cattolici impedì la profanazione. Nel 2000 Pio IX è stato beatificato.

Giovanni Battista De Rossi continuò la sua intensa attività di archeologo scoprendo ben 26 catacombe cristiane romane. Morì nel Palazzo papale di Castel Gandolfo mentre era ospite di papa Leone XIII Pecci.

Civitavecchia (Roma), Santuario della Santissima Concezione o “Chiesa dell’Immacolata o del Ghetto”, Monumento funebre di Alessandro Cialdi (cliccare per ingrandire)

Il porto – arsenale di Civitavecchia (Navale Centumcellae) al tempo di papa Alessandro VII (1655-1667)

Nel XVII secolo Civitavecchia fu dotata da Papa Alessandro VII di un imponente arsenale, andato distrutto nel corso dei bombardamenti alleati subiti dalla città nella seconda guerra mondiale

Civitavecchia, Forte Michelangelo, da un’antica stampa

Forte Michelangelo è una fortezza che protegge il porto di Civitavecchia. La fortezza fu iniziata nel 1508 e completata nel 1537 sotto il pontificato di Paolo III, con la direzione di Antonio da Sangallo il Giovane. Una tradizione locale priva di riscontri vorrebbe che il maschio, ossia il torrione principale della fortezza, sia stato progettato da Michelangelo Buonarroti, da cui il nome di Forte Michelangelo.

(C) – Fabio Lambertucci, 2025

Clicca per commentare

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top