di Giuseppe Mazzella di Rurillo
Avevo sperato che il mio ultimo articolo sul web e la carta stampata dal titolo significativo: Casamicciola, l’ultimo treno per la Rinascita (il Dispari 23 giugno 2025 e web Ponzaracconta ed Ischia News) avrebbe determinato riflessioni, interventi, azioni concrete di miglioramento della proposta. É questo il ruolo che ritengo assegnato alla “stampa politica” quella cioè che dai fatti arriva alla proposta di risoluzione del problema.
Questa “stampa politica” l’ho sempre praticata ed auspicata perché “propone” non solo “denuncia”. È un metodo che ho imparato dalle mie esperienze, letture, frequentazioni, partendo da il Mondo di Arrigo Benedetti negli anni 70 che voleva far rivivere il Mondo di Mario Pannunzio uscito dal 1949 al 1968, un giornale “partito o movimento” che ambiziosamente voleva creare una “terza forza” tra la DC ed il PCI, con una informazione fatta sì di denunce (I padroni del vapore di Ernesto Rossi) ma anche di annunci (la programmazione economica di Antonio Giolitti ed Ugo la Malfa, solo per indicare i più significativi protagonisti, ma la speranza di una nuova politica. economica “programmata” ha avuto decine di sostenitori accademici e non). Auspicavo un dibattito forte sul tema della ricostruzione.
Parole al vento
La recente visita di una commissione parlamentare sul dissesto idrogeologico dell’intera İsola d’Ischia non ha interpellato la stampa locale intesa come “testimone del tempo” degli ultimi 55 anni della storia dell’isola d’Ischia.
Rilevare che Ischia ha bisogno di una sola “autorità di governo” che allo stato del sistema delle autonomie locali é il Comune e quindi é indispensabile un sol Comune, la stampa locale lo sta dicendo da almeno 40 anni.
La particolarità geografica, geologica, economica, richiede una “legge speciale”. Lo stiamo dicendo da almeno 15 anni e costituisce documento il mio libro Ischia, luci e ombre sullo sviluppo del 2010 mentre la “programmazione mancata” é sintetizzata nel mio libretto del 2012. Sono due documenti di “cronaca” diventati storia locale.
Così sarebbe serio se una commissione parlamentare o un sol deputato non pronunciasse ovvietà già espresse ma si presentasse con un disegno di legge da approvare in pochi mesi. Negli anni 50 del 900 il parlamento approvò in pochi mesi la legge della Cassa per il Mezzogiorno e la legge del 1952 di ricostruzione e valorizzazione ordinaria per 20 anni dell’isola d’Ischia con un ente pubblico economico con autonomia di bilancio.
Ma perché questi commissari parlamentari non vanno a studiare la storia economica della Repubblica?
Una tradotta la Storia del Pio Monte
La storia del complesso Pio Monte della Misericordia è un capitolo infinito fatto di continui annunci positivi e basta leggere i comunicati del commissario Legnini con documenti fotografici. L’atto pubblico di trasferimento della proprietà (é il cuore del problema da 53 anni) all’ente morale all’ente locale non è stato ancora stipulato. Doveva essere fatto entro il 31 marzo. Tre mesi di ritardo – ammesso tre ma saranno di più – sono tre secoli rispetto alla velocità odierna dell’economia. É perché un ente morale senza fine di lucro deve ricevere 4 milioni e mezzo dallo Stato per ricavarne un lucro? Non sarebbe stato più giusto che questo ente morale partecipasse col conferimento degli immobili al capitale di rischio di una società di trasformazione urbana come prevede l’art. 120 del testo unico degli enti locali del 2000?
Non abbiamo ancora un progetto preliminare dell’uso pubblico del bene immobile. Figuriamoci un progetto esecutivo. Figuriamoci un business plan. Non abbiamo ancora un disegno di Paese perché non è stato ancora approvato il piano di ricostruzione regionale. Si va avanti a tentoni o peggio ancora con ordinanze monocratiche del sindaco-podestà contingibili per pericolo pubblico come è stato il caso del Capricho de Calise demolito non nell’ottica di un disegno di programmazione – dove fare un centro culturale polivalente per la socialità e la portualità turistica? – ma per fare una “spianata senza moschee”, perché é uno spazio vuoto, per qualche spettacolo di un cantante rap e per il mercatino domenicale delle cianfrusaglie.
Le strade di Casamicciola alta sono chiuse. Il Majo non è raggiungibile dall’ arteria principale ad 8 anni dal terremoto. Non c’è un recupero della villa comunale della Bellavista e nemmeno del parco pubblico. Non c’è il recupero della villa Mennella che avrebbe potuto essere la sede della biblioteca comunale e la casa della storia. Non c’è il recupero del palazzo delle scuole o palazzo Manzoni. Non c’è il recupero delle ville La Camera e Iaccarino in via principessa Margherita anche esse di un ente religioso per legato notarile almeno di altre voci.
Non parte una seria gestione mista del porto turistico mentre non c è uno strumento giuridico e finanziario per uno sviluppo locale che punti al recupero ed alla riconversione del bacino termale di piazza dei bagni del Gurgitello.
Il treno per Casamicciola è una tradotta burocratica che cammina con una lentezza spaventosa anziché una “freccia rossa” dalla velocità del suono. Una totale inefficienza del sistema pubblico della ricostruzione e della gestione ordinaria!
