Dissalatore

Ponza e l’acqua da bere, ai tempi del dissalatore

di Mimma Califano

 

Purtroppo nel tempo delle fake news, neppure un giornale come Repubblica riesce ad essere indenne dal pubblicare articoli che riportano informazioni errate e fuorvianti. Se poi la pubblicazione avviene nel loro sito “Green e blue” – multicanale dedicato ai temi della sostenibilità e dell’ambiente -, allora c’è da restare basiti.

L’articolo in questione, non solo è favorevole al dissalatore, come commenta la redazione, fa un po’ di più; ne mostra solo gli aspetti positivi, senza minimamente segnalare i motivi per cui le popolazioni locali (Ponza e Ventotene, ma anche altre isole precedentemente) hanno avversato tali installazioni.
Non è il caso qui di entrare nel merito di tale lunga diatriba, perciò mi limito ad evidenziare le affermazioni fuorvianti contenute nell’articolo.

“Meno bottiglie di plastica” come sostenuto, è di ben difficile dimostrazione. Attualmente con l’acqua trasportata con le navi cisterne, a Ponza si fa un enorme uso di ‘acqua minerale’ in bottiglia, per i diversi difetti dell’acqua che esce dai nostri rubinetti, ma con il dissalatore la qualità della acqua, a guardare l’esperienza di Ventotene, è pure peggiorata. Non solo nel primo periodo, quando addirittura fu dichiarata non potabile, ma ancora oggi, a distanza di anni, permangono problemi seri sulla sua qualità (essenzialmente sulla mineralizzazione dell’acqua dissalata), tanto che l’uso della acqua in bottiglia è diffusissimo, forse maggiore di prima.

– Minor inquinamento per il trasporto della acqua con le navi cisterne. Altra affermazione fuorviante.
Gli impianti di dissalazione hanno bisogno di enormi quantità di energia elettrica, che a Ponza viene prodotta dalla locale centrale a gasolio, perciò meno navi per il trasporto dell’acqua, ma più corse degli altri mezzi per il trasporto di gasolio.

– Gli isolani passeranno a pagare l’acqua da 14 euro attuali ai 3 euro al metro cubo dopo.
Questa affermazione è pura falsità. Gli isolani pagano l’acqua allo stesso prezzo di tutti gli altri utenti dei 38 Comuni serviti da Acqualatina. Questo oggi, ma anche domani con il dissalatore. Né il Comune di Ponza, potrà avvantaggiarsi di questo risparmio. Il beneficio economico andrà a favore della società di gestione, che ha tra i suoi impegni (vedi Protocollo d’intesa sottoscritto nel 2015) quello di ristrutturare l’intera rete idrica, fognaria e impianto di depurazione dell’isola.

Per adesso la rete idrica è rimasta quella di un tempo (solo lavori di ordinaria manutenzione), mentre per la rete fognaria si è proceduto solo a qualche limitato intervento. Per quando riguarda “il depuratore”, la puzza che spesso appesta l’aria, a Giancos e non solo, risponde di per sé. Solo negli ultimi mesi (a ben10 anni dal protocollo), sono stati iniziati dei lavori che dicono di potenziamento, il cui risultato potremo apprezzare la prossima estate, se tutto va bene.

Ma oltre alle suddette affermazioni superficiali e non vere, l’articolo non dice quel che realmente resta ai ponzesi:
Una baia, come quella di Cala dell’Acqua, compromessa dalla salamoia re-immessa dalla desalinizzazione, ma soprattutto rovinata dagli acidi che vengono utilizzati per mantenere efficienti le membrane che filtrano l’acqua salata. E qualora dovesse ripetersi anche qui la pessima esperienza di Ventotene, una qualità dell’acqua prodotta dal dissalatore che ci farà rimpiangere l’acqua delle navi cisterna e ciò non solo nel primo periodo di entrata in funzione del dissalatore ma anche dopo, sicuramente per molti anni; e ci auguriamo che non sia per sempre.

Non si tratta di essere contro la dissalazione a prescindere, ma c’è modo e modo per farla e dove scaricare i residui. Certo quel “risparmio” tanto decantato potrebbe assottigliarsi e non sembra che siano questi l’obiettivo né le modalità di affrontare le problematiche inerenti, visto come stanno andando le cose.

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