Racconti

Miti e leggende del nord dell’isola

di Bixio

Le verità  che col tempo  diventano  leggende, nascono nella zona settentrionale  dell’isola, “il monaco” di Zannone la cui sagoma sul ciglio è  stata più  volte fotografata dai pescatori a calamari durante le serate invernali

‘Lo scoglio del Monaco’ a Zannone

Sempre nell’estrema zona nord, il promontorio di punta incenso è interrotto dalla vallata sopra Cala Felci. Il sentiero per la spiaggia è ripido e disagevole; improvvisamente sulla destra compaiono dei ruderi che gli anziani hanno sempre definito e ricordato come “il castello delle Janare”. Erano queste, secondo la credenza popolare, una specie di fate dal carattere misterioso, a volte aggressivo come delle streghe. Ebbene, nella sottostante spiaggia delle Felci spesso erano tirate in secco sulle “falanghe” le imbarcazioni a remi per la pesca degli abitanti della zona. Mi rifaccio alle serate invernali intorno al braciere, per i fattarielli  raccontati dalla nonna Miliuccia – Emilia. Spesso la mattina i pescatori per andare in mare, spingevano i gozzi sulla riva verso il centro della baia di Cala Felci.

Mio nonno Raffaele ragazzo ‘imbarcato’ che faceva parte dell’equipaggio, spesso raccontava della sorpresa del ritrovamento di frutti, verdura e altro non di provenienza isolana sparsi su tutto il paiolo del gozzo! Il nonno incuriosito e coraggioso una volta rimase alla spiaggia e prima di sera si nascose rannicchiandosi sotto il vano prua dell’imbarcazione.
Durante la notte scesero quasi volando a valle dal castello fino alla spiaggia quattro fate che immediatamente presero posto sui vanghi del natante ancora in secco. La più anziana delle quattro esclamò: Vola per quattro!
La barca – che loro usavano per andare in terraferma – non si mosse.
Dopo ripetuti e vani tentativi, una di esse concluse: Forse qualcuna di noi aspetta, forse è  incinta! Ripeté, allora: Vola per cinque! …E il gozzo con uno scossone si staccò dalla riva e prese il volo in direzione del continente.

Storia incredibile, la barca non si muoveva perché a bordo, nascosto sotto prua, c’era  mio nonno che era il quinto.
Tutti tacevano e sapevano, i genitori di mio nonno disperati. – Se ti avessero scoperto le Janare ti avrebbero sbranato!

Tutto questo porto impresso nella mente; ogni pietra di quest’isola, ogni scoglio, ogni onda un ricordo.

I ruderi del castello delle Janare sopra Cala Felci

 

1 Comment

1 Comments

  1. Biagio Vitiello

    28 Giugno 2025 at 11:14

    Voglio ricordare a Bixio, affinché gli altri sappiano, che “il castello delle streghe” citato altro non è che una fortificazione fatta da lord Bentinck, capo di tutta la fotta inglese nel Mediterraneo, quando Ponza fu occupata dagli inglesi che precedettero a fortificare tutta l’isola (intorno al 1800).
    É spiegato nel libro del Tricoli: Monografia delle isole Ponziane
    Naturalmente faccio i miei complimenti a Bixio per il fantastico racconto!

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