Turismo

Turismo stile Ponza


di Emilio Iodice

Ponza: l’isola più bella del Mediterraneo.  Jacques Cousteau

“Qui ho trovato il mio paradiso terrestre”.Eugenio Montale, descrivendo la sua esperienza a Ponza.

L’estate italiana è più dolce in riva al mare.Descrivere la sensazione di trovarsi a Ponza, circondati dal mare e dal profumo di salsedine.

Ponza è fatta di luoghi conosciuti e selvaggi, da godere a piedi prima del tramonto o in bicicletta, con il vento che gioca con i capelli. – A sottolineare la capacità dell’isola di soddisfare sia chi cerca il relax che l’avventura.

Gli stessi profumi di mare salato e di pizza fresca cotta al forno riempiono l’aria mentre mi aggiro per i numerosi negozi idilliaci del porto, che vendono prodotti artigianali realizzati dalla gente del posto. – Catturo l’esperienza sensoriale dell’isola, dal cibo all’artigianato locale.

Ponza ha un’atmosfera terrena che non è adatta a tutti, ma se siete alla ricerca di una fuga rilassata in cui tenere il costume da bagno per cena, forse questa è l’isola perfetta per voi”. – L’atmosfera rilassata e informale è messa in risalto.

Anche i romani sono tornati a casa. È allora che è magica. – Il che suggerisce che il fascino di Ponza si apprezza meglio quando è meno affollata.

Il segreto meglio custodito d’Italia: Ponza – House and Garden Magazine

L’isola di Ponza, una gemma incastonata nello scintillante abbraccio del Mediterraneo, richiama con un fascino innegabile.
Le sue acque cristalline, un vibrante arazzo di blu e verde, invitano i visitatori a nuotare, fare snorkeling ed esplorare. I Ponzesi, caldi e accoglienti, con la loro naturale ospitalità, sono sempre pronti ad accogliere i visitatori, condividendo la loro ricca cucina, la loro cultura unica e il loro stile di vita rilassato.
L’insieme di questi elementi dipinge l’immagine di una destinazione di vacanza idilliaca, un santuario dove il tempo sembra essersi fermato, consentendo un vero relax e un’immersione nella vita dell’isola.

Al di sotto di questa affascinante superficie, il turismo a Ponza è purtroppo funestato da una serie di gravi problemi auto-inflitti che ostacolano notevolmente la sua crescita e, cosa forse ancora più triste, soffocano il naturale talento creativo dei “ponzesi” nello sviluppare, migliorare e modernizzare l’industria più importante della loro cara isola.

Uno degli ostacoli più evidenti è la chiusura inspiegabile e l’apparente incapacità o riluttanza degli amministratori ad aprire siti veramente spettacolari.
La magnifica spiaggia di Chiaia di Luna, una mezzaluna di ciottoli bianchi sorvegliata da imponenti scogliere, rimane inaccessibile.

Allo stesso modo, la magica scala di Cala d’Inferno, un sentiero storico che conduce a panorami mozzafiato, e la bellezza incontaminata di Cala Fonte sono vietate al pubblico.

La scala nella roccia di Calinferno (foto di Rossano Di Loreto)

Non si tratta di semplici luoghi panoramici, ma di meraviglie naturali iconiche che potrebbero servire come pietre miliari di un’offerta turistica fiorente e di livello mondiale. La loro chiusura rappresenta un’opportunità profondamente mancata, che nega ai visitatori l’accesso ai tesori più unici di Ponza e ne mina il vantaggio competitivo.
Le infrastrutture destinate a supportare il turismo spesso lavorano contro di esso.


I cumuli di rifiuti danneggiano la bellezza naturale dell’isola, in netto contrasto con le sue acque incontaminate e i suoi incantevoli villaggi.

Ad aggravare questa situazione di degrado ambientale c’è un impianto di trattamento dei rifiuti putrido e malfunzionante che emette aria maleodorante, una presenza nociva e sgradita ai turisti e un pericolo per la salute di residenti e operatori.

Questa mancanza fondamentale nei servizi comunali non solo danneggia l’esperienza del visitatore, ma indica anche una più profonda indifferenza amministrativa.
Gli orari di viaggio mal pianificati impediscono l’accesso all’isola, ostacolandone lo sviluppo, soprattutto durante la bassa stagione.
A questi problemi si aggiunge il labirinto burocratico che devono affrontare gli operatori locali, soprattutto nella splendida zona di Le Forna, trascurata e trascurabile.
Gli operatori hanno difficoltà a ottenere permessi adeguati e duraturi per servire i viaggiatori.
Multe esorbitanti vengono imposte ai semplici commercianti che vogliono guadagnarsi da vivere onestamente e fornire servizi e beni ai turisti.
L’instabilità e l’incertezza ostacolano gli investimenti, scoraggiano l’innovazione e impediscono ai ponzesi impegnati di sviluppare imprese sostenibili e di qualità che potrebbero incrementare il profilo turistico dell’isola e generare posti di lavoro.
Un’isola con fogne a cielo aperto che scaricano in acque limpide, che esegue lavori civili durante l’alta stagione turistica e che progetta di costruire un impianto di desalinizzazione in uno dei luoghi turistici più belli e frequentati del Mediterraneo, probabilmente farà fatica a competere con la qualità turistica di altre isole italiane come Capri e Ischia.

In sostanza, “il turismo a Ponza” rivela una contraddizione che lascia perplessi: un’isola benedetta da bellezze naturali ineguagliabili e da una comunità accogliente, ma ostacolata da lentezze burocratiche, degrado ambientale e ritardi amministrativi.
Il potenziale di Ponza per diventare una vera e propria destinazione mediterranea d’élite è enorme; tuttavia, rimane limitato da queste sfide.

Sfruttare questo potenziale richiede una pianificazione e uno sforzo dedicato, un impegno a preservare e proteggere i tesori naturali, a gestire i rifiuti in modo efficace e a snellire le normative.
Solo così i Ponzesi, con la loro naturale creatività e passione, potranno davvero prosperare e sviluppare un’industria turistica che rifletta la genuina bellezza e lo spirito della loro straordinaria isola, fornendo al contempo posti di lavoro significativi per i loro figli e nipoti.

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