di Paolo Iannuccelli
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Un episodio poco conosciuto ma da portare all’attenzione di storici e curiosi. Nel lontano 1987 il professor Vincenzo Pagano – stimato docente di economia politica in prestigiose università americane, a Lugano e in Calabria – ricevette a Cosenza una telefonata da un suo familiare, Giovanni Zecca, il papà di Vincenzo che tutti conoscono per il suo lavoro nella pasticceria di Gildo. Il tono era di quelli decisi e accorati: “Enzo, mentre effettuavamo lavori di ristrutturazione nella tua abitazione a Cala Inferno abbiamo rinvenuto una valigia di grosse dimensioni contenente banconote in marchi tedeschi con emissione del 1918″. Il professore rimase stupito e quasi attonito, non aveva ma saputo nulla sulla presenza di tedeschi a Ponza, di quella valigia simile alle tante usate dagli emigrati verso le Americhe.. Qualche mese dopo altri marchi vennero ritrovati sempre a Cala Inferno, pochi ma significativi, seppelliti in un dirupo. Un mistero.
Vecchie banconote tedesche (immagine da dreamstime.com)
Dal Blog “Frammenti di Ponza”
Il 21 marzo 1918, durante la Prima Guerra Mondiale, venne affondata una goletta, Il Corriere di Ponza, colpito da un siluro lanciato da un sottomarino austriaco.
Il Corriere di Ponza, era una goletta di 150 tonnellate dell’armatore Erasmo Vitiello, che trasportava persone e merci tra Ponza e Gaeta..
Prima si chiamava Angelo Raffaele poi venne tramutato in Corriere di Ponza che era il nome di un altro battello non più utilizzabile.
La goletta venne colpita a 6 miglia ad est di Zannone ed il comandante del sottomarino austriaco diede mezzora di tempo per far mettere in salvo i passeggeri sulle scialuppe.
Ma su quella goletta, forse, c’era troppa gente, si fecero prendere dal panico e i superstiti raccontarono che una delle scialuppe si capovolse mentre veniva calata in mare.
I soccorsi da Ponza non partirono subito ma dopo 24 ore, il freddo, il buio ed il mare mosso provocarono la morte di 35 persone. Tra i morti 25 erano militari ponzesi che dovevano tornare al fronte e 10 erano civili.
I nomi delle vittime di questa tragedia sono incisi sul monumento eretto in piazza Pisacane.
Perse la vita anche Giovanni Calisi, commerciante, marito di Rosalia Conte, sorella di nonno Salvatore.
Una vera tragedia però dimenticata di cui si sa ancora poco… ne ho già scritto in questo Blog.
