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Un samurai a Roma

racconto storico di Fabio Lambertucci

“All’ambasciatore Emilio Iodice”.


La statua di Hasekura Rokuemon Tsunenaga a Civitavecchia

Presentazione dell’Autore
Un monumento e altre immagini, a Civitavecchia, ricordano un evento particolare del passato poco conosciuto al grande pubblico e forse anche agli stessi abitanti della città. Si riferiscono ad un fatto avvenuto nel 1615, anno in cui giunse a Roma la prima Ambasceria ufficiale del Giappone guidata da un samurai. Nello stesso periodo si trovava a Roma lo scienziato Galileo Galilei. Ho immaginato un possibile loro incontro, raccontato dal plenipotenziario giapponese.

Forte Michelangelo a Civitavecchia. Veduta attuale


Porto di Civitavecchia (Roma), domenica 18 ottobre dell’Anno del Signore 1615.
Sul torrione del bianco e maestoso Forte del porto sventolava lo stendardo del pontefice regnante papa Paolo V Camillo Borghese – un’aquila nera e un drago giallo – mentre da una fregata spagnola sbarcavo con altri quindici giapponesi, con il frate francescano spagnolo padre Luis Sotelo e lo scrittore e storico romano Scipione Amati, il nostro interprete alla Corte di Madrid.

Siamo partiti due anni fa dalla baia di Tsukinoura nel nord-est del Giappone per la prima missione diplomatica in Occidente.
Il mio Signore, Date Masamune, daimyo di Sendai, mi ha posto a capo dell’Ambasceria, io il samurai, veterano delle guerre di Corea, Hasekura Rokuemon Tsunenaga e ha fatto costruire in soli 45 giorni il grande galeone “Date Maru”, comandato dall’ammiraglio Mukai Shogen, che ci ha portati ad Acapulco in Nueva Espana, dove sono stato ricevuto dal Viceré Luis de Velasco. Poi da Veracruz con il galeone spagnolo “San Jose” siamo giunti in Spagna da re Filippo III.

Dal febbraio scorso, battezzato nella Fede di Cristo, ho come nuovo nome cristiano Francisco Felipe Faxecura. Il Battesimo mi è stato impartito a Madrid nella Cappella Reale dal cappellano del re e il mio padrino è stato addirittura il potente duca di Lerma e la madrina la duchessa di Barajas!

Purtroppo re Filippo non ha accolto la proposta di alleanza con la Spagna del mio Signore poiché non ci ha ritenuti degni rappresentanti di tutto il Giappone, che è diviso in molti potentati, e perché ha ricevuto notizie di persecuzioni dei cristiani. Il mio Signore è invece segretamente favorevole alla conversione cristiana del Giappone. Dei 140 membri iniziali della nostra spedizione ben 68 si sono già battezzati in Nueva Espana! Questo sono venuto a comunicare al Santo Padre per pregarlo di inviare missionari francescani. A Nagasaki ci sono già i Gesuiti ma tra questi due Ordini c’è una forte rivalità e padre Sotelo vuole che siano i suoi confratelli a portare a compimento l’Opera del Signore Iddio.

Il capitano del porto e gli abitanti della città di Civitavecchia ci accolgono cordialmente. I miei samurai sono in corazza e le nostre spade katane curve suscitano molto stupore nei soldati pontifici. Abbiamo quindi dato una dimostrazione della loro eccezionale affilatezza tagliando nettamente dei sottili fogli di carta appoggiandoli sulle lame e soffiandoci sopra!
Un veloce corriere è stato inviato a Roma per annunciare il nostro arrivo e la nostra richiesta di essere ricevuti dal Santo Padre.

Fregio del monumento a Hasekura Rokuemon Tsunenaga a Civitavecchia.

Il 23 ottobre è giunto il permesso di partire per Roma e il 24 la nostra delegazione è stata ospitata per la notte nel Castello di Santa Severa, un bel maniero sul mare.

Castello di Santa Severa (Roma). B/N

Percorsa la via Aurelia finalmente il 2 novembre abbiamo ammirato la Città Santa, dove sono sepolti gli Apostoli Pietro e Paolo.Siamo la prima ambasceria  ufficiale giapponese a Roma! Una grande folla di romani si è assiepata al nostro passaggio e tutti erano molto incuriositi dal nostro aspetto e dalle nostre  armi e costumi.

Il 3 novembre il Santo Padre Paolo V ci ha ricevuti nel Palazzo del Quirinale. Gli ho consegnato una preziosa lettera del mio Signore decorata d’oro e scritta in latino. Gli si chiede un trattato commerciale tra Giappone e Nueva Espana e l’invio dei missionari che saranno accolti nelle terre del daimyo. Il Santo Padre ci ha promesso che valuterà le questioni.

In attesa della risposta ci siamo recati a visitare le maggiori e stupende chiese e basiliche della Città Santa della quale sono diventato cittadino onorario! Inoltre ho posato per un ritratto e il Santo Padre ha commissionato al suo artista prediletto, il pittore Giovanni Lanfranco, un affresco in una lunetta del Salone Regio del suo Palazzo del Quirinale dove verremo ritratti io, altri quattro membri della delegazione e padre Sotelo!
Lo scrittore Amati ha iniziato a scrivere su di noi la sua opera che mi ha rivelato sarà  intitolata “Storia del Regno di Voxu del Giappone”, dove mi descrive come un uomo di volontà ferma e decisa! Tutti mi chiedono udienza, tutta Roma vuole vedere il samurai!

Eppure c’è un uomo che io vorrei incontrare. Si tratta di Galileo Galilei da Pisa, un grande scienziato che ho saputo trovarsi proprio in questi giorni a Roma perché si è presentato al Sant’Uffizio – mi hanno detto che deve trattarsi di una specie di “Giudice dell’anima cristiana” – per chiarire e discolparsi circa alcune sue affermazioni scientifiche sulle macchie solari che contraddirebbero le Sacre Scritture. Tramite l’interprete Scipione Amati l’ho invitato per conoscerci meglio. Ha accettato. Eccolo…
– Maestro Galilei, è un onore per noi incontrare un grande uomo di Scienza! La sua fama è giunta fino alle Isole del Sol Levante! –
– Oh suvvia! Eccellenza signor ambasciatore, non dica corbellerie! Chi volete che conosca un povero fisico e matematico che si diletta con giochini da cittini? –
– Maestro, le vostre scoperte astronomiche e il cannocchiale non sono giochi da bambini. Sono il progresso della conoscenza umana! –
– Magari la pensasse così un certo frate domenicano di Firenze, il Caccini giusto pe’ ’un fa nomi, che dal pulpito di Santa Maria Novella mi ha denunciato al Sant’Uffizio! A me che sono il più cattolico dei cattolici e che ha pure messo in convento le su figliole Virginia e Livia per farle suore! Il pretesto è codesta questione delle macchie solari, in verità sono terrorizzati che possa fornire prove certe alla teoria eliocentrica del Copernico! Mi vogliono metter paura, soprattutto un certo gesuita, il cardinale Roberto Bellarmino giusto pe’ ’un fa nomi ’nartra volta, che ha già bruciato al rogo il Giordano Bruno quindici anni fa!  Come se fosse colpa mia se la Natura è fatta così e non com’è stata scritta nella Bibbia!
– Maestro, non si adiri così! Abbiamo visto il Santo Padre e ci è sembrato un brav’uomo…
– Eccellenza, voi dite così perché non li conoscete bene, vi stanno onorando e so che vi siete battezzato da poco e siete in Luna di miele con la Cristianità ma vi assicuro che con l’Inquisizione non si scherza! Torturano senza pietà per affermare le loro certezze di Fede, dicono… Anch’io quattro anni fa sono stato onorato dal Santo Padre, dai cardinali Del Monte e Barberini e dal principe Federico Cesi che mi ha fatto Linceo ma ora se non fossi ben protetto dal granduca di Toscana Cosimo II de’ Medici, mio allievo in gioventù, sarei già carne bruciata!
– Maestro, noi in Giappone sappiamo apprezzare le scoperte e le invenzioni e saremmo onorati se venisse da noi a svilupparne altre. Con la prossima evangelizzazione dei frati francescani le nostre isole saranno finalmente un Paradiso Terrestre! –
– Eccellenza, vi ringrazio dell’offerta. Tuttavia sono troppo affezionato alla mia Toscana per abbandonarla così. Spero che le cose mie miglioreranno, mi sono fatto un oroscopo… –
– Maestro, vi salutiamo di cuore, è stato un gran privilegio e un onore conoscervi. Vi auguro che tutto possa andare per il meglio! –
Roma, lunedì 4 gennaio 1616.

Oggi ripartiamo dalla Città Santa per tornare in patria. Il Santo Padre ha deciso che per quanto riguarda il trattato commerciale la decisione spetta al re di Spagna; per i missionari, su consiglio del cardinale Bellarmino, ha deciso che bisogna attendere perché sono arrivate notizie di persecuzioni in Giappone e sarebbe troppo pericoloso. Mi ha affidato una lettera di risposta al daimyo.
Nell’indifferenza generale della città siamo usciti da Porta del Popolo…

Epilogo storico
Il samurai Hasekura Rokuemon Tsunenaga (1571-1622) raggiunse Sendai nel 1620. La situazione politica era intanto mutata: era in corso la persecuzione dei cristiani. Il daimyo Date Masamune dovette emanare ufficialmente decreti contro i cristiani e accolse freddamente il suo ambasciatore ora cristiano che fu arrestato ma poi rilasciato. Non si sa se rimase fedele al Cristianesimo o se lo ripudiò. Morì due anni dopo e fu sepolto nel tempio buddista di Enfukuji nella prefettura di Miyagi.

Padre Luis Sotelo tornò in Giappone nel 1622 e fu arrestato. Dopo due anni di prigione lo Shogun lo condannò a morte: venne arso vivo il 24 agosto 1924 all’età di 50 anni a Omura nella prefettura di Nagasaki. Nel 1867 fu beatificato con altri martiri da papa Pio IX.

Galileo Galilei (1564-1642) il 25 febbraio 1616 fu ammonito dal cardinale Roberto Bellarmino su ordine di papa Paolo V di “abbandonare l’opinione sulle macchie solari”. Poi nel 1633 subì il celebre processo (*).

Galileo di fronte al Sant’Uffizio, dipinto di Joseph-Nicolas Robert-Fleury (1847)

 

***

Note

Castello di Santa Severa (Roma).1. Foto di Fabio Lambertucci (2025).

Tomba di san Roberto Bellarmino. Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, Roma

Castello di Santa Severa (Roma).2. Campo lungo

(*) – Il processo a Galileo Galilei, sostenitore della teoria copernicana eliocentrica sul moto dei corpi celesti in opposizione alla teoria geocentrica, sostenuta dalla Chiesa cattolica, iniziò a Roma il 12 aprile 1633 e si concluse il 22 giugno 1633 con la condanna per “veemente sospetto di eresia” e con l’abiura forzata delle sue concezioni astronomiche (nota e immagine da Wikipedia).

Racconto storico di Fabio Lambertucci (C); 2025

 

 

1 Comment

1 Comments

  1. Emilio Iodice

    11 Giugno 2025 at 12:13

    Carissimo dott. Lambertucci,
    Sono stato profondamente commosso e onorato di scoprire la sua storia dedicata a me.
    È incredibilmente commovente sapere che il mio lavoro o la mia presenza l’abbiano ispirata a creare una narrazione così avvincente, in particolare una che esplora i temi intricati della diplomazia e della trasformazione. Questi argomenti mi stanno molto a cuore e la sua prospettiva unica su di essi, trasmessa attraverso la sua narrazione, è una testimonianza del suo talento e della sua profonda comprensione.
    La dedica stessa è un omaggio generoso che custodirò gelosamente. È un potente promemoria dell’effetto domino che i nostri sforzi possono avere, rafforzando la mia convinzione nel profondo impatto di un dialogo ponderato e di un’evoluzione coraggiosa, principi che mi sforzo di trasmettere nel mio lavoro di Professore di Leadership.
    Grazie per questo straordinario dono; è un’opera d’arte che risuona profondamente con le mie ricerche intellettuali e personali. Emilio

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