Canzoni

Una canzone per la domenica (341). Il racconto della sera

di Francesco De Luca

 

Cala il sole su questo giorno di fine primavera. E cala sereno, come è stato il cammino per l’intera giornata. Queste giornate senza vento, senza mare, col sole che scalda.

La sera.
Racconta la sera e un tumulto di ricordi irrompe. Gli anni hanno accumulato volti e sentimenti, fatti ed emozioni.
Sul Corso Pisacane si incontrano uomini e donne dalle fattezze nordiche. Vicino al muretto o ai tavolini dei bar.
Nella piazzola dietro la Caletta stasera si esibiranno i bambini della Scuola Elementare nel saggio di danza. C’è pertanto movimento, di macchine e di genitori.

Il racconto della sera mescola le vicende di gioventù con quelle attuali. L’isola fa da cornice e da palcoscenico. Ma sono i Ponzesi che recitano.

Lo si faceva anche negli anni ’60. Curiosi noi di quella gente che amava passeggiare sul Corso prima di fermarsi a cenare da  Zi’ Capozzi o All’Aragosta.
Noi si stava addossati al muretto, e si osservavano i gesti, le posture, i modi, i vestiti.
Dopo cena si usciva apposta per lasciarsi stupire da quello spettacolo senza copione.
In un bar della Piazza c’era una ragazza che ballettava fra i tavolini, e noi la guardavamo ammirati.
E’ un racconto che ha l’andare di un sogno, perché le aspettative sulla vita erano tante. Gli studi amplificavano le pretese, il vigore fisico garantiva il successo.
Ponza, la sua gente, il suo passato, la sua realtà prospettavano promesse. Tante ne abbiamo realizzate e tante no. Perché alle promesse vanno tolte l’inconsistenza del sogno e va aggiunto il lavoro materiale sulla realtà.

Oggi la realtà di Ponza presenta percorsi obbligati. La residenzialità della popolazione sull’isola va rinforzata. Con politiche che abbiano finalità di ancoraggio sul territorio. Comunicazioni (marittime e terrestri), viabilità, scuola, portualità: il tutto sotto l’egida della sostenibilità. Si potrebbe sintetizzare: una politica interna che dia serenità ai Ponzesi sul futuro. La cui saldezza economica è affidata, oggi, agli agenti naturali. Su questi nessuno può vantare potere, ma possono essere studiati e controllati.

E’ un racconto serio, questo che si dipana questa sera. Racconta di me, ma nelle sue storie si dispiegano le vite dei Ponzesi.

Che sia dolce e suadente, come questa canzone..

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Il Racconto della Sera è un brano scritto e interpretato da Eduardo De Crescenzo, contenuto nell’album C’è il sole pubblicato nel 1989. Sesto lavoro in studio per il cantautore napoletano, è il frutto della collaborazione con il conterraneo Eugenio Bennato ed altri parolieri a lui affini.

Il racconto della sera, ed un ritmo
napoletano
che risuona per le strade, fino a perdersi
piano, piano
la sera inventata, quella dei poeti
la sera aspettata, degli innamorati
la sera per correrti incontro per portarti
chissà dove
o per restare li abbracciati quando piove

Il racconto della sera, ed un ritmo
napoletano
che risuona per le strade, fino ad
avvolgere piano, piano
le finestre delle case, che si accendono
ad una ad una
come luci di teatri, nella penombra
della luna
la sera che si apre, nei quartieri
la sera che inventa, nuovi amori
la sera della prima volta quella che non si
scorda mai
e poi la sera quella che tu solo sai,
la sera per correrti incontro e per andare
insieme chissà dove
o per restare soli quando piove

Il racconto della sera, ed un ritmo
napoletano
che risuona per le strade, fino a perdersi
piano, piano
nel silenzio delle stelle, che disegnano la
fortuna
nei segreti degli amanti illuminati
dalla luna
Il silenzio della sera, ed un ritmo
napoletano
che risuona per le strade, fino a perdersi
piano, piano
nella sera che si accende, quando passi
così leggera
silenziosa prima donna, sul palcoscenico
della sera.

Il racconto della sera, ed un ritmo
napoletano…

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Immagine di copertina: la sera che cala su Le Forna, sfondo Palmarola è di Silveria Aroma – NdR

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