Attualità

Nucleare: ‘Dopo di noi il silenzio’

segnalato da Sandro Russo, da un articolo di Repubblica

Lo scenario
La corsa milionaria all’arsenale nucleare l’ultima sfida dello zar
di Gianluca De Feo – Da la Repubblica del 21 maggio 2025

Un gigantesco “buco” nella sicurezza russa ha fatto finire on line 2 milioni di file coi segreti e le mappe del silos atomico di Putin

Fino a pochi giorni fa, nel sottosuolo di Yasny si celava uno dei segreti più protetti del pianeta: la base dei missili nucleari Avangard, ordigni realizzati per esplicita volontà di Vladimir Putin con l’obiettivo di superare gli scudi contraerei statunitensi. Dallo spazio i satelliti spia non potevano sorvegliare la rete di depositi e cunicoli scavati sotto la regione degli Urali: il rifugio corazzato da dove gli Avangard in dieci minuti possono incenerire qualsiasi capitale occidentale, scagliando nella fase finale della traiettoria navette ipersoniche impossibili da intercettare. Adesso ogni dettaglio di quel complesso di bunker è diventato pubblico: i piani tecnici per il potenziamento delle infrastrutture nucleari russe più importanti sono finiti sul web.

Si tratta di oltre due milioni di documenti top secret, con i disegni dettagliati delle installazioni e dei programmi in corso per renderle in grado di affrontare una sfida apocalittica con la Nato. Sono le prove di quanto stia progredendo la modernizzazione dell’arsenale atomico, annunciata da Putin nel 2018 e portata avanti con investimenti enormi: stando ai file, aziende europee – tedesche, danesi, francesi, olandesi, svizzere e anche italiane – continuano a contribuire direttamente o per vie trasversali a questo mostruoso sviluppo bellico. Dall’analisi della documentazione realizzata da giornalisti tedeschi di Der Spiegel e da quelli danesi del magazine digitale Danwatchemerge come le fortezze sotterranee d’epoca sovietica siano state praticamente demolite e ricostruite da cima a fondo. Sono state realizzate centinaia di nuovi alloggi per il personale, torri di vigilanza, centri di controllo e magazzini collegati da una ragnatela di tunnel che si estende per decine di chilometri.

Nei dossier c’è la mappa degli apparati di difesa, con una tripla cinta di recinzione elettrificata, torrette telecomandate dotate di mitragliatrici e lanciagranate, sensori sismici che segnalano i movimenti sul terreno, porte a prova di esplosione e ogni accorgimento per garantire la sopravvivenza anche in caso di attacco atomico. Ci sono persino i progetti dei silos scavati nel terreno che custodiscono i missili intercontinentali a testata multipla e le posizioni predefinite di lancio per i semoventi degli Avangard.

Sono rivelazioni che mettono a nudo l’intero schieramento della forza strategica di Mosca. Non si ricorda una falla così profonda nella sicurezza russa: una fuga di notizie che potrebbe rendere vulnerabile il pilastro della deterrenza atomica del Cremlino. Stando a Der Spiegel e a Danwatch, questi file sarebbero stati trasferiti in uno spazio digitale non blindato da una delle imprese incaricata dei lavori, per semplificare la consultazione da parte dei suoi ingegneri. Una versione accolta con scetticismo da altri analisti, che ipotizzano un’operazione cyber che abbia trafugato l’archivio top secret per poi depositarlo online o l’azione deliberata di un militare russo intenzionato a impedire la corsa verso il baratro nucleare: una sorta di emulo di Oleg Vladimirovic Pen’kovskij, l’ufficiale dell’intelligence sovietica che nei primi anni Sessanta collaborò con i britannici perché preoccupato dall’espansione atomica del Cremlino.
Nella massa dei dati c’è tutto, persino i sanitari delle toilette e i macchinari delle palestre destinati ai 50 mila militari delle forze strategiche, il cui motto rende chiara la missione: «Dopo di noi, il silenzio».

[Gianluca De Feo, da la Repubblica del 31 maggio 2025]

Immagine di copertina. 9 agosto 1945: il fungo atomico, causato da Fat Man su Nagasaki, raggiunse un’altezza di 18 km. (da Wikipedia)

1 Comment

1 Comments

  1. Bixio

    1 Giugno 2025 at 18:23

    Come gli animali, se la sensibilità è forte, senti il precipitare degli eventi con largo anticipo, situazioni calamitose all’orizzonte, aria scura che imbrunisce il mare. Quando le forze di logoramento avranno la meglio, quando la legalità e l’illegalità avranno la meglio, soddisfatte ognuna per la propria parte, la mia terra esalerà l’ultimo respiro.
    Non potrò difenderla, troppo tardi! Sarò tra quei tumuli, quelle tombe ricoperte d’erbacce su quel promontorio di un cimitero abbandonato dal cancello divelto caduto da una parte.
    Folate di vento spingono covoni di paglia che rotolano tra le stradine deserte, ancora un povero cane gira disorientato tra le vecchie case dove impera la desolazione e il silenzio la fa da padrone!
    Uno stato di cui siamo stati costretti a far parte, ha deciso che le spese per mantenere una sparuta comunità sull’isola erano eccessive, non sufficienti a pagare servizi e collegamenti.
    Molto più facile emanare provvedimenti per lo sgombero e l’abbandono, il vitalizio che veniva assegnato dal regno borbonico ad ogni colono per popolare l’isola, ora viene ripristinato per chi parte e va via, lasciando le proprie cose, la propria storia.
    In ultimo, al termine dei tempi, viene emanato un provvedimento di interdizione per chiunque, con diffida ad avvicinarsi alle acque territoriali dell’isola di Ponza.

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