di Pasquale Scarpati
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Ho letto i pensieri di Bixio che odia la scrittura – leggi qui e qui – come anche i commenti al suo scritto e un altro di cumpa’ Sandro, che invece la ama (leggi qui) – e mi sono venute queste considerazioni.
Quando si parla di scrittura si pensa subito e soltanto ai grafemi che messi in una certa maniera formano parole di senso compiuto che poi messi insieme formano frasi e periodi. Ma io penso anche a coloro che scrivono, leggono e soprattutto capiscono velocemente altri linguaggi come: radici quadrate e frazioni senza le quali non ci sarebbe stato e non c’è alcun progresso; a quelli che scrivono e leggono sul pentagramma che hanno effuso ed effondono musiche e melodie; a quelli che scrivono e leggono formule chimiche che, tra l’altro, hanno dato e danno prodotti di qualsiasi natura (anche medicinali) che vengono usati quotidianamente; a quelli che hanno scritto e scrivono su tela o su muri il loro modo di vedere la storia e la vita.
Tutti sono alla ricerca della verità o meglio danno la loro verità. Tu (lettore) la puoi accettare totalmente, accettare in parte, non accettare per nulla. Anche tu hai, quindi, facoltà di esprimere il pensiero che si sovrappone, amplia, contraddice quello precedentemente espresso. Come si costruisce una casa, un muro, mattone su mattone, così si ottiene il progresso. Spesso, però non ce ne accorgiamo perché pensiamo (specie le nuove generazioni) che il mondo e/o gli strumenti adoperati siano stati sempre gli stessi, immutati da sempre.
Non è così: per questo bisogna scrivere del passato, pensando al futuro.
Chi legge dovrebbe porre maggiore attenzione. E scrivere e dire, poi, il proprio pensiero. Nessuno di chi scrive pertanto, credo, voglia imporre la propria verità (anche se sembra che questo avvenga) perché nessuno ha la verità assoluta all’infuori di chi crede nei dogmi ma ognuno analizza ciò che è accaduto o lo esplicita dal suo punto di vista.
Però, nel contempo, sorgono due problemi. Il primo è che chi legge spesso non ha argomenti validi da opporre a chi scrive e allora non gli resta altro che rifugiarsi dietro aggettivi molto vaghi o di moda senza peraltro dimostrare nulla. Costoro vorrebbero e gradirebbero che non ci fosse contraddittorio perché amano solo la loro verità. Ciò è, per ovvi motivi, molto pericoloso: è l’anticamera della dittatura!
L’altro problema è che a volte o spesso, non si riesce o non si vuole (mi resta sempre questo dubbio) capire il pensiero di chi scrive. In tal caso o si tace oppure ci si oppone allo stesso modo che ho detto prima o addirittura si ricorre alla violenza verbale se non fisica.
A ben guardare, quindi, il mondo è andato avanti tra tesi ed antitesi. E, se ti guardi intorno, si raggiungono anche degli obiettivi. Essi quasi mai sono soddisfacenti a pieno ( è molto, molto raro che accada) per tutti. Però se si guarda indietro si nota che, dietro la spinta della scrittura, qualcosa è cambiato. Un esempio, se vogliamo banale. Da anni si parla dei trasporti per le isole Ponziane. E della carenza di collegamenti e degli orari e della vetustà e inadeguatezza delle navi. Orbene, forse e anche grazie al sito e a chi ha scritto e letto in esso, qualcosa si è fatto. O no? Sembra naturale avere ottenuto più corse giornaliere. Non è così? Non c’è stata anche una “spinta” da parte di chi ha protestato o ha sollevato le problematiche per iscritto?
Se nessuno avesse mai scritto infatti, ci sarebbe mai stato un certo miglioramento nei collegamenti? Come sempre possono anche non essere totalmente soddisfacenti (hai visto mai?) però qualcosa si è mosso. Perché penso che senza scrivere nessuno faccia nulla. Anche se chi lo fa, qualche volta agisce a modo proprio senza tener conto delle reali esigenze locali, perché non è detto che le conosca.
Ma soprattutto bisogna capire che si deve scrivere e leggere altrimenti si ritorna “analfabeti” come lo erano, loro malgrado, i nostri nonni che, non avendo frequentato alcuna scuola, venivano facilmente ed agevolmente “abbindolati” da chi ne sapeva di più.
Almeno così la pensa
Pasquale
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