Dipinti

Picasso, lo straniero

di Rita Gasbarra

Chi non conosce Picasso? Una star dell’arte già dall’inizio della sua carriera, almeno per i mercanti ed i collezionisti che capirono precocemente la grandezza e l’innovazione del suo percorso, dissonante per l’epoca. Eppure la Francia si dimostrò xenofoba e gli riservò un ostracismo pluridecennale.

L’artista spagnolo arriva a Parigi all’inizio del ‘900, ventenne. La città pullula di gente e di vita, ma soprattutto è un crogiuolo di idee e permette scambi fra intelletti creativi. Picasso si accompagna con pittori e poeti, fra cui il grande amico Apollinaire. Lavora e si fa conoscere, ma la sua richiesta di cittadinanza viene più volte respinta. La polizia lo considera uno straniero pericoloso, vicino agli ambienti anarchici, un piantagrane. Sui verbali di polizia lo si definisce “Straniero n° 74.664”…, “ESPAGNOL”, “anarchico sorvegliato dalla prefettura” e per giunta esponente di un’arte incomprensibile, “pittore sedicente moderno”.


Ancora nel 1947, ormai apprezzato in tutto il mondo, ricco, con i musei che fanno a gara per accaparrarsi le sue opere, la Francia in strutture pubbliche espone solo due sue tele. Il famoso quadro “Le Demoiselles d’Avignon “ viene venduto all’asta ed acquistato dal Moma di New York, perché il Louvre lo rifiuta.

Solo l’arrivo di Jean Cassou alla direzione del Musée national d’art moderne parigino darà una svolta alla situazione.
La clamorosa mancanza di Picasso nei musei francesi verrà colmata da una donazione da parte dell’artista di dieci importanti opere. E sarà poi seguita dalla fondazione del Museo a lui intitolato, il cui nucleo originale è costituito da opere donate dagli eredi del Maestro in cambio delle tasse di successione, grazie alla legge sulla “Donation”, decisa dal ministro Andrè Malreaux per favorire la conservazione del patrimonio artistico nazionale.

Nel 1958 il generale De Gaulle, allora Presidente della Repubblica, gli offrirà la cittadinanza e la Légion d’Honneur. Il maestro rifiuterà entrambe, preferendo trascorrere l’ultima parte della sua vita da apolide, com’era vissuto. La Francia non l’aveva accettato e la Spagna, sua patria d’origine, l’aveva dovuta rinnegare a causa del regime fascista del generale Franco.
La sua opera “Guernica”, eseguita nel 1937, in soli due mesi, ed esposta all’Expo di Parigi, denuncerà la distruzione dell’omonima città basca, avvenuta il 26 aprile dello stesso anno, ad opera di aerei tedeschi e italiani, in appoggio alle truppe nazionaliste del generale Franco e contro il governo legittimo repubblicano di Spagna.
La sua unica patria sarà il partito comunista, a cui aderisce nel 1944. “Avevo talmente fretta di avere di nuovo una patria” dichiara, donando opere a musei di provincia e diventando così, da reietto, benefattore.

La mostra “Picasso lo straniero” in corso a Palazzo Cipolla segue questo fil rouge dell’ostracismo e dei pregiudizi verso “l’altro” , lo straniero, attraverso opere e documenti, lettere, fascicoli di polizia, video. Un aspetto insolito, sconosciuto ai più, che sicuramente ha inciso nel lavoro e nella vita dell’artista.
La maggior parte delle opere provengono dal bellissimo Museo Picasso di Parigi.
In apertura “La famiglia dei saltimbanchi” dove l’autore si dipinge nelle vesti di Arlecchino vicino al buffone Apollinaire, forse per sottolineare l’emarginazione di chi appare diverso, incompreso dal contesto, e dunque non accettato. Oltre alle tele, in esposizione bronzi, disegni, ceramiche.

Le immagini di alcune opere:

L’ombra

La famiglia dei saltimbanchi 

Busto di donna

Donna che legge

Donna che legge sulla spiaggia 

Ritratto di Dora Maar

***

Appendice del 21.05.2025 (cfr. commento di Sandro Russo)

Il mio compito, a margine del bell’articolo che Rita Gasbarra ha scritto sulla Mostra di Picasso a Roma, e delle considerazioni di Franco De Luca su “Ponza e il resto del mondo” (leggi qui) è trovare le correlazioni e gli agganci. In questo caso tra Picasso e il sito.

Ebbene, per quanto lontano dagli interessi e dalla cultura ponzese, Picasso (1881-1973) è stato un personaggio così multiforme che più volte ne abbiamo scritto, sul sito.
Per essere stato tra i protagonisti assoluti dell’arte del Novecento, rappresentando uno snodo cruciale tra la tradizione ottocentesca e l’arte contemporanea , passato alla storia anche per il suo carattere particolare, era famoso anche per frasi come: “A dodici anni sapevo disegnare come Raffaello, però ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino”.
Non mentiva; El Picador (1889) è considerato il suo primo ritratto, ma fin dall’età di tre anni aveva manifestato la sua particolare abilità con il disegno e la pittura

Picasso. El picador, 1889. Dipinto all’età di 8 anni

In tante occasioni abbiamo utilizzato la più famosa delle sue tante colombe: sul sito per Pasque e articoli sulla pace

Picasso, Colomba blu della pace, del 1961

Non aveva un buon carattere Pablo Picasso; ha avuto una vita sentimentale tumultuosa e ha fatto soffrire molte donne. Non poteva non attrarre Concita De Gregorio, la figura di Dora Maar, “la donna che piange nei ritratti di Picasso” nel suo libro: Un’ultima cosa (Feltrinelli (2024), un’antologia sentimentale di figure di donne: «Dora Maar per me è un’ossessione: è la donna che piange nei quadri di Picasso e sin da piccola provavo una grande pena sapendola ridotta alle sue lacrime».
Dora Maar (1907-1997), fotografa, poetessa e pittrice francese di origine croata. Fu una delle poche amanti a sopravvivere a Picasso non suicidandosi. Disse dei nove anni della sua vita con lui: – “Io non sono stata l’amante di Picasso. Lui era soltanto il mio padrone”

Dora Maar (1937) é tra i quadri della Mostra. Nel 2024 è stato scoperto un altro
suo ritratto attribuito a Picasso, il Buste de Femme Dora Maar.

L’abbiamo incontrato ancora Picasso sul sito, scrivendo di letteratura e nel cinema. Tra i protagonisti della vivace vita mondana e intellettuale di Parigi tra le due guerre; come emerge dall’illuminante libro del 1933 intitolato Autobiografia di Alice Toklas, di Gertrude Stein. A cui Woody Allen ha largamente attinto per uno dei suoi film più suggestivi della serie delle grandi città: Midnight in Paris (2011).

Pablo Picasso: Ritratto di Geltrude Stein (1905-1906) – Metropolitan Museum of Art, New York

La bella locandina del film di Woody Allen  Midnight in Paris (2011), con un richiamo alla notte stellata di Van Gogh

 

1 Comment

1 Comments

  1. Sandro Russo

    21 Maggio 2025 at 06:53

    Il mio compito, a margine del bell’articolo di Rita Gasbarra ha scritto sulla Mostra di Picasso a Roma, e delle considerazioni di Franco De Luca su “Ponza e il resto del mondo” (leggi qui) è trovare le correlazioni e gli agganci. In questo caso tra Picasso e il sito.
    In appendice – commento all’articolo di base.

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