Ambiente e Natura

Diverso parere. La pratica del ‘debbio’

di Guido Del Gizzo

Questo è un commento allargato all’articolo di Biagio Vitiello sul Faro della Madonna, pubblicato qualche giorno fa
S. R.

Da sempre, l’attività di governo consiste nel rappresentare i propri elettori, identificare dei bisogni e definire delle priorità. Non sono sicuro di essere rappresentato da chi ci governa. Tuttavia, è certo che ritiene più urgente difenderci dalle aggressioni – potenziali – anziché da alluvioni, frane e smottamenti, purtroppo reali; oppure costruire un ponte sullo stretto di Messina, che non rappresenta, da secoli, un limite ai collegamenti con la Sicilia, invece di provare a portare la velocità media dei treni sull’isola oltre la soglia dei 40km/h, o intervenire sulla viabilità locale che versa in condizioni disastrose.

A Ponza, Biagio Vitiello ha pacatamente enumerato le numerose ed urgenti vulnerabilità ambientali di Ponza, ma la priorità scelta per l’impiego dei fondi PNRR, già definita dalla precedente amministrazione ed ulteriormente enfatizzata da quella attuale, sembra essere quella della somministrazione dell’energia elettrica.
E non parliamo delle bonifiche, poi: da Giancos a Cala dell’Acqua, passando per la poca cosa – speriamo – di Cala Feola, chissà che altro scopriremo.

La pratica del “debbio(*) viene comunemente definita “agricoltura di rapina”, perché consiste nell’isolare un’area di terreno vergine o forestato, quindi ricco di sostanza organica, appiccare il fuoco per mineralizzarne una parte e renderla subito disponibile per le coltivazioni, dissodare, seminare ,raccogliere e spostarsi da un’altra parte.
Era – è – tipica delle popolazioni nomadi o semi-stanziali.
Il turismo ne è la versione contemporanea e sviluppata, e universalmente accettata, sembra.
Consiste nello scegliere un posto, adattarne l’identità ai consumi moderni, consumarne le valenze ambientali e culturali, fino a quando non perde capacità attrattiva: poi, si va altrove.
Il “posto” rimane senza valenze ambientali e culturali, spesso senza neanche conservarne memoria, e con i rifiuti da smaltire: immobili inutili, inquinamento e neanche più la capacità di recuperare i modi di vita precedenti.

È già successo nei centri storici delle nostre “città d’arte”: a Roma, il sindaco Gualtieri sta procedendo nel progetto di realizzare trenta nuovi, grandi alberghi stellati nel centro storico. I romani già ne sono stati espulsi, verso le periferie, ma senza l’adeguamento della rete fognaria.
Alla fine, l’unica conclusione è che o i cittadini elettori definiscono con chiarezza delle priorità, oppure, di solito, finiscono male…


(*)  Immagine di copertina e nota 
(entrambe da Wikipedia)

Copertina. Un’immagine del 1893 che mostra la pratica del debbio eseguita in Finlandia.
Il debbio o addebbiatura è una pratica rudimentale di fertilizzazione del terreno che consiste nell’incendio dei residui colturali o della vegetazione. Viene infatti più spesso indicata con il termine di agricoltura taglia-e-brucia

 

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