Personaggi ed Eventi

Lo Stracquo ® di Ponza e l’arte di Dimitri (prima parte)

di Sandro Russo e Anna Sannino


Istallazioni di Dimitri sul terrazzo della sua casa ad Argostoli

Molto bella l’intervista di Vincenzo a Dimitri fatta a Cefalonia nel settembre 2024. C’ero anch’io, l’ho vista svolgersi e conoscevo i personaggi: Vincenzo Padiglione da più di trent’anni e Dimitri da pochi giorni.
L’osservazione delle sue istallazioni e quadri, come pure la partecipazione a un mini-laboratorio di creazione artistica sotto la sua guida, una mattinata a Cefalonia, mi hanno fatto pensare a quella invenzione ponzese che è Lo Stracquo ®, ‘l’arte che viene dal mare’.
Ma forse è necessario che ne dica qualcosa di più.

Il fatto è che adesso è diventata “un’arte” ma prima, in tempi grami, raccogliere, recuperare e riciclare quel che il mare portava sulle spiagge era una modalità di sopravvivenza..! È allora che nasce la parola “stracquo”. Ai tempi dei primi coloni ponzesi trasferiti dal re Borbone da Ischia a colonizzare – circa alla metà del ’700 – uno scoglio inospitale, abituale covo di pirati….

Stracquavano i legni, le cose più varie dopo un naufragio, in tempo di guerra stracquavano anche i cadaveri… Veniva portato a riva da mare, alla fine, tutto quel che galleggiava, su alcune spiagge nei diversi versanti dell’isola, più che altrove.
Più comunemente, con  certe mareggiate, stracquavano sulle spiagge i totani, o anche “la cicirella”, in una indimenticabile scena di Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo (prima edizione Mondadori; gennaio 1975)
Tutto quel che avreste voluto sapere sulla cicirella e non avete mai osato chiedere… lo trovate sulla Ponzaracconta!

Ma tornando a Dimitri, deve essere proprio un tipo interessante se qualche anno prima ha incuriosito anche Anna Sannino, medico e scrittore che ho conosciuto al viaggio in Bretagna di quest’anno.

Colazione con Dimitri
di Anna Sannino – intervista a Dimitri – lo scultore di Cefalonia – dell’agosto 2021

Uno spaventapasseri dall’ampio sorriso sembra essere lì a dare il benvenuto agli ospiti della casa. Oggetti misteriosi, non convenzionali, posizionati sulle rocce in vari punti del giardino sembrano indicare il percorso da seguire lungo la scala per arrivare al cuore della casa.

Mi guardo in giro e scopro ancora qui è lì oggetti misteriosi che mi richiamano all’infanzia: il lume che non è un lume, il palo dorato con in cima un oggetto che simula un’anfora antica, una carriola piena di bottiglie tutte uguali a testa in giù messe alla rinfusa, un obelisco dalla base dorata sormontato da una serie di dischi di ferro arrugginiti, una panca laccata di giallo che segna il belvedere. Tutto lascia intravedere uno spirito fanciullesco che si diverte a ricreare oggetti di dimensioni inspiegabili, reinterpretando in modo creativo imbuti di alluminio, chiavi arrugginite, rondelle, chiodi e tanto altro.
– Sono tutte opere di Dimitri mio marito – dice Francesca.
Dimitri si palesa solo il giorno dopo e con la sua riservatezza ci osserva da lontano.
Tubetti di colore, pennelli dalle varie misure, colle, chiodi, bulloni, rondelle occupano alla rinfusa gli scaffali del suo laboratorio che scopro nella parte alta del giardino, quasi un punto di osservazione sul mondo.
Ma il mondo di Dimitri è più grande del nostro.

Dimitri tu sei uno scultore, sei un artista?
Sono uno scultore, risponde, ma la mia non è arte è alchimia. Dimitri  osserva le cose con l’occhio di un fanciullo e le trasforma dandogli un’anima attraverso l’immaginazione.
Il pensiero creativo di Dimitri infrange le regole del mondo tradizionale: l’imbuto perde il significato originale e si trasforma in un cappello, le suole delle scarpe diventano impronte, un flauto trovato in spiaggia ritorna a vivere sulla tela suonando note mai scritte che si animano nelle mani dell’artista. Polvere di metallo, caffè, sabbia sono parte della sua sperimentazione e tutto prende vita nelle sue opere secondo una danza che sceglie brani musicali sempre diversi.
Dimitri ama molto la musica e ha cominciato da bambino ad esprimere la forza creativa suonando il bouzuki. Oggi una delle due opere da cui dice che non si separerebbe mai è proprio un clarinetto adagiato su una tela custodita nella sua camera da letto assieme a “Chiusura” altra opera che definisce scura.

Perché Dimitri non lasceresti mai andare queste due opere?
Perché queste parlano di me,  sono i miei punti oscuri, mi appartengono e voglio che rimangano lì.
Dimitri per essere la persona di oggi ha vissuto tanti momenti scuri, tutta la sua arte si incardina proprio su quel passato. Con linguaggi espressivi diversi, Dimitri richiama frequentemente nelle sue opere il concetto di “Chiusura” ma la presenza della Chiave ne fornisce anche la soluzione.
Dimitri è un poeta della libertà dai pregiudizi e dagli stereotipi. L’espressione artistica rende liberi e chi è in grado di farlo è una persona felice.

A Ponza, un paio di anni da, ci ha pensato Biagio Vitiello.
Dal 5 all’11 aprile 2023 sull’isola di Ponza si è tenuta la prima edizione di Ponza LandArt, organizzata dall’artista Laura Pagliai e ospitata da Biagio, proprietario del Giardino Botanico di Ponza. Una settimana di arte e natura organizzata come  una “residenza d’artista” nella splendida cornice di uno dei posti più panoramici dell’isola dove un gruppo di artisti creavano con materiali ‘poveri’ opere destinate a rimanere nel giardino e ad integrarsi con esso, finche il tempo non li cancellava… Leggi su Ponzaracconta e su https://www.progettoponza2034.it/un-orto-su-marte/

Istallazioni artistiche al Giardino Botanico Ponzese. Foto di Biagio Vitiello

Nota

Stracquo ® è un nome registrato da parte dell’Associazione Cala Felci, di cui è stato gentilmente concesso l’uso

Lo Stracquo ® di Ponza e l’arte di Dimitri (1) – Continua
Nella prossima puntata l’idea de lo stracquo, l’arte che viene dal mare, a Ponza,
e come e perché l’arte di Dimitri e il laboratorio di composizione artistica con lui mi hanno suscitato una quantità di associazioni

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