Ambiente e Natura

Cernobyl

di Pasquale Scarpati

Scrive Pasquale in redazione, di non aver letto, per problemi di disponibilità di computer, l’articolo sul sito dedicato alla minaccia nucleare (leggi qui) e anche ha avuto accesso in ritardo alla successiva epicrisi che ne accennava (leggi qui). A maggior ragione affrontare temi simili, indipendentemente da suggestioni indotte, è significativo di una sensibilità ad un allarme che non può essere ‘sottaciuto’.

Tutti ricordiamo o abbiamo sentito parlare del disastro di Cernobyl. Quando scoppiò un reattore nucleare. Ma, parlando con alcuni giovani amici, mi sono accorto che essi nulla sapevano delle radiazioni atomiche e di ciò che potrebbe accadere se queste si spandessero nell’aria.

Correva l’anno 1986 e precisamente era il mese di aprile. Verso la fine di quel mese i mass media cominciarono a parlare di radiazioni atomiche che si erano diffuse nell’atmosfera. Ma non si sapeva bene da dove provenissero. Gli svedesi, infatti, avevano notato nell’aria una maggiore concentrazione di tali radiazioni. Ma da dove provenissero non si sapeva. Finalmente se n’ebbe conoscenza. Provenivano da una centrale posta oltre la “cortina di ferro” e precisamente dall’Unione Sovietica: Cernobyl.
Immediatamente scattò l’allarme in tutti i Paesi Scandinavi (non i Baltici né nei Paesi dell’Est perché inseriti nella “cortina di ferro”). Ma dove andranno a finire queste radiazioni? Ci si chiedeva. Intanto da noi, i mass media si prodigavano a classificare le differenti radiazioni. Ci dicevano, infatti, che c’erano di quelle che duravano alcuni giorni e poi sparivano mentre ve n’erano di quelle che duravano settimane, mesi, anni se non secoli. Eravamo un po’ spaventati, ma chi ci governava ci tranquillizzava. Asseriva, infatti, che a noi non sarebbe accaduto nulla a causa della distanza dalla centrale dove si era verificato lo scoppio.
Accade sempre così, come di recente è successo con il Covid. Insomma noi potevamo dormire non su due ma su sette cuscini. E invece…. Una “bella” mattina, all’improvviso, ci svegliammo con l’ordine di non acquistare tutto ciò che era nato o nasceva sopra la terra perché contaminato! Quindi niente frutta né ortaggi e neppure potevano acquistare il latte perché l’animale che lo produceva aveva mangiato erba contaminata. Si pensava che a lungo andare anche la pasta, il pane ed i legumi sarebbero stati messi al bando. Ma in quel momento questi alimenti si potevano mangiare perché erano stati fatti con la farina di scorta. Era edibile soltanto ciò che era nato sotto terra: carote, patate, cipolle.
Personalmente, memore delle buone e gustose scatolette di latte condensato che erano state la mia delizia da bambino, avendo i bimbi, mi precipitai nei vari super mercati e ne feci incetta. Era un latte che si scioglieva in acqua calda. Denso e zuccherato. Ma a me non piaceva sciolto in acqua, bensì a cucchiate (o meglio a… cucchiaini) lo prendevo dalla scatola o meglio, poiché mamma faceva due buchi sul coperchio della latta, lo succhiavo da uno di quelli. Ovviamente il contenuto si esauriva in poco tempo con grande disappunto di mia madre allorché afferrando e sollevando la latta avvertiva che era… vuota. Molte volte inutilmente tentava di nasconderla. Ero un segugio, la trovavo ovunque la nascondesse. Due erano le marche che conoscevo. La prima: latte, intero, condensato, zuccherato Nestlé, l’altra: il latte Berna. Quindi i miei figli in quel periodo dovettero assumere quel tipo di latte. Dovettero passare due settimane perché tutto tornasse come prima.

Ora qualcuno minaccia di sganciare non so quanti ordigni atomici di imprecisata potenza. Esistono, infatti, ordigni di centinaia di megatoni. Ovviamente ci sarà prontamente una risposta adeguata. Mi chiedo: ma questi ordigni non portano in sé le stesse radiazioni di Cernobyl? Se si moltiplicano i megatoni, quanti megatoni si raggiungeranno? Se si pensa che le bombe su Hiroshima e Nagasaki erano di un solo megatone, si può pensare quale distruzione avverrà! Una distruzione che si protrarrà nel tempo, visto che le radiazioni perdurano e forse esistono ancora quelle degli esperimenti degli atolli nel Pacifico condotte negli anni 50/60 del secolo scorso. Quando ai pescatori che per caso stavano in quelle zone, dopo un po’ di tempo, cadevano i capelli a ciocche o si staccava il naso e/o il padiglione auricolare! Tutto sarà inquinato: acqua, aria, animali e vegetali. Come si nutrirà e cosa respirerà il “fantasma” che sopravviverà ed uscirà dal suo bunker come un topo dalle fogne? Quale paesaggio troverà? Forse che le radiazioni sono cambiate o le bombe sono…“soft” o noi e quelli che sono più giovani di noi, per una sorte di mitridatismo, siamo immuni da tali radiazioni? E se anche dovesse vivere, cosa troverebbe una volta uscito da bunker?  Inquinamento, morte, desolazione, cadaveri e soprattutto carogne putrefatte. Natura inquinata, acqua inquinata chissà per quanto tempo! Forse maledirebbe di essere vissuto, di non essere stato liquefatto immediatamente dal calore atomico.

Durante la prima guerra mondiale i tedeschi, per la prima volta, lanciarono ad Ypres, in Belgio, un gas mortale che poi, dal luogo, sarà chiamato yprite. Ma dopo un po’ si accorsero che era anche controproducente perché, cambiando il vento, quello ritornava da dove era venuto e cioè andava addosso a chi lo aveva lanciato. Non può succedere lo stesso a chi minaccia o mette in atto una simile barbarie? La popolazione che dice di tutelare, che fine farà? Quale vantaggio ne trarrà?

Veruccio mestamente osserva : “A meno che costui non dica stupidamente: muoia Sansone con tutti i Filistei!”.
Poi, preoccupato aggiunge: “Se per circa 80 anni si è mantenuta la pace per paura dell’atomica, queste guerre, purtroppo stanno dimostrando che si può essere aggrediti e/o aggredire usando di nuovo le armi ‘convenzionali’; paventando, però, nel contempo l’uso dell’atomica come deterrente nei confronti di eventuali, potenti, nemici”.
Visto che si è tornati alle bombe convenzionali, ai cannoni e alle mitraglie, si è costretti a riarmarsi. Brutto segno! È pericoloso, infatti, perché la storia insegna che il militarismo non ha portato mai nulla di buono; perché per mantenere gli eserciti ci vogliono i quattrini e per averli ci voglio sempre nuove entrate che vanno reperite anche al di fuori dei propri confini! A cominciare dai Persiani, passando per Roma (quando allungò lo sguardo fuori dalla Penisola) ed Hitler o più recentemente Saddam solo per citarne alcuni!
É catastrofismo oppure cruda e dura realtà? Perché si tace o si sottace?
A me i sottaceti non sono mai piaciuti! Parola di Pasquale

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