Religioni

Sul papa defunto: la festa dei coccodrilli

segnalato da Sandro Russo

Da RedazioneCultura News; Maggio 2025 anno XVIII n° 173 – in condivisione

Terza pagina 
I funerali di Francesco: la festa dei coccodrilli
di Giulio Gargia

Il più coerente è stato Nethanyau: non è venuto proprio e ha fatto cancellare anche le condoglianze formali del suo ministro degli Esteri. Il sottotesto nemmeno troppo nascosto del governo di Israele: “Non ci mancherà”. Ovviamente, perché Francesco era una delle poche voci del mondo occidentale che aveva evocato l’ipotesi di genocidio per i massacri di Gaza. Quindi perché dispiacersi se scompare chi disturba il suo disegno? Criminale sì, ma coerente con le sue azioni. Chi invece non ci ha risparmiato lo spettacolo dei “coccodrilli in festa” ovvero di potenti venuti a far finta di piangere il papa da morto quando da vivo lo avevano osteggiato e boicottato in ogni modo, è stata la folta schiera capeggiata da Trump e Milei, con gli Orban, i Bolsonaro, i Steve Bannon, le Von Der Lyen e le Meloni e i Salvini di complemento sul versante politico, per non parlare della guerra interna alimentata dalla parte più retriva e conservatrice del Vaticano.

Quindi facciamo un piccolo esercizio di memoria, Cominciamo dai ‘coccodrillini’ di casa:

  • Coccodrillo del Po: a partire dal 2016, con l’intensificarsi della crisi migratoria e l’ascesa della Lega a guida Salvini, le posizioni del leader leghista sono entrate spesso in contrasto con quelle espresse da Papa Francesco, che ha sempre sostenuto l’accoglienza come valore cristiano. E Salvini, nel 2016, sbotta: «Il Papa parla tanto di accoglienza, ma non mi pare abbia accolto tanti migranti in Vaticano». Poi replica nel 2018 dopo le critiche della CEI e di Francesco alla chiusura dei porti: «Sono cattolico, ma non mi metto a fare il teologo. La politica deve pensare prima agli italiani». Questo mentre sgranava il rosario in diretta durante i comizi, cosa per cui molti prelati hanno parlato di “blasfemia patriottica”.
  • Coccodrillo dell’Aniene: Mentre la Meloni usava la fede cristiana come un manganello, Papa Francesco ha messo in guardia contro la religione usata per fini ideologici o identitari: «Il cristianesimo non è ideologia, né bandiera politica». Il motto “Dio, patria, famiglia” è centrale nel lessico della Meloni e di Fratelli d’Italia. Il contrasto tra fede come identità culturale (versione Meloni) e fede come Vangelo universale (versione Francesco) è evidente, anche se mai esplicitato in modo diretto.
  • Francesco ha più volte sostenuto il diritto all’assistenza dei poveri e criticato l’idea che la povertà sia colpa individuale: «Chi è povero non va umiliato né colpevolizzato».

Il governo Meloni ha smantellato il Reddito di cittadinanza, parlando di “fine dell’assistenzialismo”. Alcuni esponenti FdI hanno definito il reddito “una droga sociale”, generando proteste da ambienti vicini alla Caritas.

  • Il Papa pubblica l’esortazione apostolica Laudate Deum, dove denuncia il negazionismo climatico e il ritardo delle politiche ambientali. «Chi nega il cambiamento climatico è cieco o in mala fede».

E Meloni è una grande fan di Trump, negazionista fino allo stremo.

  • Coccodrillo amazzonico: Jair Bolsonaro. Ex presidente brasiliano, in aperto contrasto con il Papa sui temi ambientali e amazzonici. Ha criticato la visione ecologista e indigenista del Sinodo per l’Amazzonia.
  • Coccodrillo danubiano: Viktor Orbán. Il leader ungherese, pur diplomaticamente cauto, è stato oggetto di critiche indirette da parte del Papa per le sue politiche migratorie rigide e la retorica nazionalista.
  • Alligatore delle Everglades (Florida). Passiamo a Steve Bannon stratega di Trump, che ha definito Francesco un “globalista”, contrario all’identità cristiana dell’Occidente. Bannon è sostenitore di una “internazionale tradizionalista” che include anche ecclesiastici dissidenti.
  • Coccodrillo del Rio della Plata: Tra il 2020–2022 in diverse apparizioni televisive, Milei ha definito il Papa con parole violentissime: «Papa Francesco è il rappresentante del maligno sulla Terra». «È un personaggio nefasto che promuove il comunismo». Poi ha accusato il Papa di sostenere un’ideologia “marxista” sotto la veste cristiana. «Difende la giustizia sociale, che è un’aberrazione. È un imbecille ideologico» (Intervista a “A24 TV”, 2022). «Il Papa si è messo dalla parte di regimi criminali. È complice del comunismo latino-americano». (Fonte: Infobae, dicembre 2021).
    Poi è venuto a Roma, si è messo a lutto e ha definito queste accuse “piccole divergenze“.
  • Coccodrillo del Potomac: Donald Trump. Nel 2016, durante la campagna elettorale per le presidenziali USA, Papa Francesco visita il confine tra Messico e Stati Uniti e denuncia l’idea di “costruire muri invece di ponti”. «Una persona che pensa soltanto a fare muri, e non ponti, non è cristiana. Questo non è il Vangelo» Trump non si fa pregare e attacca frontalmente il Papa: «È vergognoso che un leader religioso metta in dubbio la mia fede. Se l’ISIS attacca il Vaticano, il Papa si augurerà di aver avuto un presidente come me». In un comizio, aggiunge: «Il Papa è un tipo molto politico. Forse troppo».
  • Coccodrilli di Ponte Sant’Angelo: (si riconoscono dal colore viola).
  1. Raymond Leo Burke. Americano, esponente dell’ala tradizionalista. Critico già nel 2014 dopo il Sinodo sulla Famiglia, ha parlato di una Chiesa “senza timone”. Tra i firmatari dei “Dubia” su Amoris Laetitia (2016).
  2. Carlo Maria Viganò. Ex nunzio apostolico negli USA, autore di numerosi pamphlet contro il Papa. Nel 2018 chiese pubblicamente le dimissioni di Francesco, accusandolo di aver coperto abusi sessuali del card. McCarrick.
  3. Athanasius Schneider. Vescovo kazako, critico feroce di Traditionis custodes, il documento che limita la Messa in latino. Accusa il Papa di volere la “protestantizzazione” della Chiesa.
  4. Cardinal Walter Brandmüller e defunti cardinali Caffarra e Meisner. Firmatari dei Dubia, hanno contestato la presunta ambiguità morale e dottrinale del pontificato.

Ora si vedrà presto quanto le lacrime di questi coccodrilli inonderanno il prossimo Conclave e se riusciranno ad affogare quelle spinte al cambiamento che aveva portato l’uomo venuto quasi dalla fine del mondo.

Nota della Redazione.
in nessuna relazione col tema trattato nell’articolo, l’immagine che correda l’articolo è stata ripresa dalla copertina di questo libro di Fabio Geda (2010; Dalai Editore) che ci era piaciuto e di cui, se siete curiosi, potrete trovare qui qualche informazione: https://premiostrega.it/PS/libro/nel-mare-ci-sono-i-coccodrilli/

2 Comments

2 Comments

  1. La Redazione propone un Commento di Concita De Gregorio

    8 Maggio 2025 at 06:33

    La Redazione propone un Commento di Concita De Gregorio

    Invece Concita
    Ogni pontefice disegna il nostro tempo
    di Concita De Gregorio – da la Repubblica del 7 maggio 2025

    “Provate a pensare quanti ne avete visti nella vostra vita”

    E voi, quanti Papi avete avuto? Lo contano in tanti in questi giorni, e non è solo un gioco autoreferenziale, un diverso modo di leggere la propria biografia che si potrebbe declinare, quanto a esperienza di patriarchi, anche con più leggerezza e laicità: quanti direttori, quanti capiprogetto, quanti prèsidi, eventualmente quanti mariti o assimilabili, se ne avete avuti.
    La confidenza col governo maschile delle cose, in generale, non ci manca. In questo senso mi ha fatto sorridere il film Conclave, e un poco rivalutare la cinematografica messa in scena delle liturgie complesse, perché appunto: l’avrete già visto, da qualche giorno è gratuito su piattaforma, ma se per caso non ancora non vorrei rivelare il colpo di scena.
    Guardatelo, gira intorno a questo la storia: ha l’ambizione di segnalare lo spirito del tempo che viviamo. Perché è così. Di qualunque confessione religiosa tu sia, anche nessuna, un Papa scrive la storia del tempo, dunque anche la tua. Il Papa buono è stato il Papa dei miei genitori. Che erano laici, ma di quel papato portavano il segno. Un certo modo di stare al mondo, un sentimento di accoglienza e militanza e tolleranza. Con Paolo VI ero bambina. L’ho imparato da grande, soprattutto dalle lettere di Aldo Moro durante la prigionia, da quel potere e non potere, da quel contare e non contare. Era un mondo opaco, ancora oggi indecifrabile.
    Connivenze, interessi oscuri.
    Furono impenetrabili, negli anni di piombo, le geometrie del potere. Giovanni Paolo I finì subito, il secondo durò molto: il papa polacco è stato quello della transizione al tempo nuovo. L’attentato, Emanuela Orlandi, altri enigmi e altro tipo di segreti. Poi Ratzinger, il pastore tedesco. Poi l’indisciplinato argentino, Francesco, il gesuita che abbiamo persino indicato come uomo di sinistra senza che lo fosse. Ma era meglio del peggio tutto attorno, nel suo tempo. Che direzione prenderà ora la Chiesa, chi sarà il prossimo. In un modo che non sappiamo: disegnerà per tutti l’orizzonte.

  2. Sandro Russo

    8 Maggio 2025 at 06:59

    Ieri prima fumata nera.
    Già il nostro Pasquale Scarpati su queste pagine – leggi qui – si era domandato quanti papi aveva visto passare, nella sua vita. ne parla anche Concita nella sua rubrica (ieri su la Repubblica). Accenna anche al film Conclave, che ho visto in questi giorni riportato nelle sale a furor di botteghino. Del film ha scritto anche Gianni Sarro (leggi qui). Film che a me è piaciuto molto, anche per il suo controverso finale – assolutamente da non svelare, lo dice pure Concita.
    A proposito di finali spiazzanti, ricordo che ai tempi dell’attentato a papa Wojtyla (il 13 maggio 1981 in piazza San Pietro) e al successivo intervento chirurgico d’urgenza al Policlinico Gemelli per rimuovere il proiettile e salvargli la vita, avevo ideato (ma mai scritto) un racconto in cui, nel corso delle numerose trasfusioni di sangue cui era stato sottoposto, il papa contraeva l’AIDS.
    Mi aveva intrigato, in un evento del genere, l’ironia del destino che avrebbe messo il più santo degli uomini alla pari degli ultimi; a quel tempo, ma un po’ ancora adesso, la malattia era gravata da severi giudizi moralistici come il castigo di omosessuali e depravati.
    Giusto per rovesciare il tavolo dei pregiudizi.

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