Attualità

Incendio sull’isola

di Francesco De Luca

 

Ho un’età che naturalmente propende per il classico paragone: ieri-oggi. Non è un vezzo degli anziani, è una vera condanna. Ogni cosa è sottoposta al confronto: oggi è un’altra cosa… mentre ieri.. e via a giudizi più o meno edulcorati o dispregiativi.

Oggi, dalla lettura degli interventi sui social, mi sembra che noi Ponzesi valutiamo positivamente l’isola, e ne decantiamo le bellezze, a differenza di ieri – anni fa – quando l’isola non era sentita come un luogo fortunato. Il turismo, ovvero la scelta dei turisti, grossa di numero e qualificata, ha convinto noi Ponzesi che siamo stati fortunati a nascere su questo scoglio, scelto dalla Storia per farvi accadere fatti, portarvi uomini illustri, decantarvi eventi e volontà degni di memoria.

foto di Giuseppe Aprea

Quando ero ragazzo questa considerazione per l’isola non c’era. Nel mio ricordo non la riscontro.

E allora? Allora l’apprezzamento dovrebbe essere accompagnato da una conseguente presa di coscienza. Ovvero? Ovvero c’è da considerare anche la fragilità del territorio isolano.
E’ evidenza contro cui sbattiamo il muso, con tutti i divieti da rispettare: il mare e la sua catena biologica; la costa e la sua caducità; la flora e la fauna; l’ambiente urbano e i rischi derivanti dalla presenza umana.

foto di Sandro Vitiello 

Ma i primi e più importanti divieti sono quelli che dobbiamo porci noi isolani, autonomamente. Per non cadere nella stupidità. Perché è da irresponsabili essere convinti che l’isola abbia i requisiti di una bellezza rara e poi maltrattarne il territorio con l’incuria, la svogliatezza, la mancanza di rispetto.

Perché se è accaduto l’incendio il giorno sei maggio, senza incolpare nessuno e senza puzzetta sotto il naso, è stato, presumibilmente, a causa della poca cura che mettiamo nel gestire la nostra vita sull’isola.


foto dell’incendio di oggi
(inviata da Sandro Romano)

Vogliamo incrementare l’aspetto economico – cosa giustissima – e non riusciamo ad abbinarlo alla cura del territorio!
In tutti i suoi aspetti. Non li esplicito perché sarei manchevole, e non lascerei a ciascuno di noi l’ estro di abbellire la propria casa, la scalinata incastonata nel vicolo, la stradina che porta al cortile, il cassonetto dove scarichiamo l’immondizia, il rettangolo dove fermiamo l’auto.

Nessuno meglio di noi sa come rendere bello l’angolino della propria esistenza isolana.
E’ un compito anche degli Enti preposti ma anzitutto è un impegno che dobbiamo sentire noi che, senza merito, siamo nati su quest’isola.

 

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