Ambiente e Natura

Il “matriarcato” a Ponza, negli anni che ricordo io

di Bixio

Sì, è vero, nelle famiglie vigeva il matriarcato, gli uomini erano fuori per lavoro, “per portare il pane a casa”; la più anziana governava, normalmente la nonna, sempre applicando un’educazione incline alla maggiore considerazione dell’individuo maschile… Proprio loro, le donne ne riconoscevano il maggior peso.
In conseguenza di ciò, noi ragazzi , che io ricordi, in modo inconsapevole, non trattavamo le ragazze alla pari ma avevamo un comportamento di protezione nei loro confronti, non ci poteva essere discussione, interlocuzione e men che meno aggressione; però in casa l’ultima parola era sempre riservata con rispetto alla donna più anziana.
Il nonno, nell’andamento della vita quotidiana rivestiva un ruolo marginale; i maschi erano per decisioni all’esterno dell’ambito familiare.
Quindi concludo i miei ricordi e considerazioni solo prendendo atto di ciò che ci circondava, senza accuse o malafede.
La pecca maggiore era purtroppo quando lui si ritirava la sera ubriaco e usava violenza in famiglia. Questo era molto criticato dalle altre famigli tipo: – È ’nu sfaticato! Frequenta solo bettole e osterie… e non godeva del rispetto degli altri

Preciso anche che “donne” è un termine moderno, il piu’ delle volte erano appellate come’i femmene.
Non mi risulta neanche che ci fossero matrimoni basati su scelte ‘sentimentali’; piu’ facilmente si arrivava “a stringere” – a stregne – per accordo tra le due famiglie.

Bisognerebbe fare menzione storica della figura della matrona, pilastro base per ogni famiglia ponzese dell’epoca: mi riferisco a fine Ottocento fino alla metà del Novecento, di cui comincio ad aver conoscenza diretta. Questo personaggio era insostituibile, anche nel suo analfabetismo, teneva i poveri conti in ordine, cucinava, lavava, spazzava e impartiva ordini, di buon mattino prima del chiarore dell’alba la potevi trovare ’nd’a terra… Si intendeva di tutto, spesso di corporatura massiccia, con un immenso grembiule davanti, iniziava la sua giornata ’i fatica quando gli altri andavano a dormire, instancabile; raramente di cultura marinara, difficilmente si allontanava dal cortile di casa, il mare a lei aveva portato spesso tragedie e sofferenze… Ho il ricordo di donne sempre vestite di nero.
Il nero testimoniava una perdita familiare nel mare ostile; di esso avevano un sacro timore.

Riprendendo… nonostante l’analfabetismo diffuso, riusciva a tirar di conto per lo scarno bilancio della famiglia; il resto, ricordo bene, restava trascritto in un quaderno dalla copertina nera sul bancone del negozio del quartiere, il gestore avrebbe aspettato il saldo al ritorno degli uomini dalla stagione di pesca in Sardegna.

Immagine a cura della Redazione, da Esquire: Donne di isole (gettyimages)

1 Comment

1 Comments

  1. Bixio

    9 Maggio 2025 at 23:47

    Dimenticavo… Ancora sul matriarcato a Ponza. Ma esiste, a fianco a minatore, il termine minatrice? Qui, sull’isola avvenne anche questo.
    Lavoro e fatica in miniera, caso forse unico nella storia mondiale! Ai miei occhi da bambino, ciò era normale, ma non lo era… Donne con enormi stivali e la bandana che stringeva folte capigliature, affondavano nel fango di bentonite cercando di spingere un carrello enorme verso l’imboccatura di una galleria della miniera! Ma di cosa dobbiamo parlare? Era un altro pianeta!
    Nella sua storia l’isola e’ stata sempre considerata come luogo di costrizione, di sofferenza, di precarietà assoluta; mai considerata casa propria ma sempre luogo di sosta temporanea, pronti a scappare, a emigrare. Forse è per questo che la realizzazione di strutture necessarie al vivere civile, al servizio della comunità stanziale sono state sempre guardate con un certo scetticismo.
    Ora questa mentalità che abbiamo ereditato ci penalizza, un clima di sfiducia è sempre presente, creando disgregazione all’interno della piccola comunità Che al contrario dovrebbe essere compatta visto che abitiamo su un minuscolo lembo di terra circondato, quasi ‘stretto d’assedio’, dal mare.

    Sulla figura di Ortensia Feola, sul sito, leggi un ritratto di Giuseppe Mazzella: https://www.ponzaracconta.it/2011/08/22/ortensia-va-in-miniera/

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