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Il “ritorno alla Casa del Padre” di papa Francesco, avvenuto proprio a conclusione delle festività pasquali, il lunedì in Albis, assume un significato particolare su cui tutti siamo sollecitati a riflettere, credenti e non credenti. È stato innanzitutto il papa che non ha mai smesso di annunciare il Vangelo e perciò un “papa divisivo” perché contro il riarmo, le guerre e a favore della pace, Sulla figura del papa appena scomparso, segnalato da Bixio da un articolo di Marco Travaglio su Il Fatto Quotidiano. Ha suscitato scalpore, ad esempio, la reazione di Netanyahu che ha imposto al Ministero degli Esteri del suo paese di rimuovere il post di condoglianze per la morte del papa (salvo un successivo ripensamento); due visioni nettamente opposte: “porgere l’altra guancia” del papa di Roma e “occhio per occhio, dente per dente” del primo ministro israeliano, il quale – pur di eliminare un solo terrorista di Hamas – non esita a bombardare indiscriminatamente scuole, ospedali, villaggi di Gaza, provocando morti e feriti, spesso bambini.
Abbracciare a Gaza, lasciano sgomenti le parole del bimbo di Gaza senza braccia: “Mamma, come ti posso abbracciare?”.
Un papa che ha sostenuto strenuamente la politica dei poveri, piuttosto che la politica per i poveri, Incontro mondiale Movimenti popolari con papa Francesco, segnalato da Sandro Vitiello, un articolo di Luciana Castellina su Il Manifesto. Il papa degli ultimi e delle periferie. Anche i ponzesi, isolani e quindi “periferici” per antonomasia, hanno sperimentato la sua paterna benevolenza: E’ morto Francesco, il papa degli ultimi.
Un papa che amava la poesia e i poeti: “occhi che guardano e che sognano”, “voci delle inquietudini umane”: Lettera ai poeti di papa Francesco. Un papa che ho sentito vicino, specie nel drammatico periodo della pandemia, quando ogni mattina dalla cappella di Santa Marta, celebrava la messa che seguivo, come tanti. Mi colpì inoltre, la frase che pronunciò nel periodo di Quaresima del 1922: “Nessuno si salva da solo, siamo tutti nella stessa barca, tra le tempeste della storia”.
Del resto, questo è il senso vero della civiltà: l’aiuto reciproco, colto da Teresa Denurra, a commento dell’articolo di Sandro Russo: La nascita della civiltà, secondo Margaret Mead.
Anche io, coetaneo (o quasi) dell’amico Pasquale Scarpati – Fanciullino d’altri tempi -, ho “visto” ben sette papi: da Pio XII a Francesco. Anche io condivido le sue preoccupazioni: pure adesso, come nel 1914 (noi non c’eravamo) soffiavano “venti di guerra”; si spera che “il buon Francesco” da lassù illumini i capi di stato e di governo, venuti a Roma ad omaggiarlo. Un filo di speranza ci è parso intravvedere con le foto degli incontri nella Basilica di San Pietro, prima della messa funebre, in cui sono apparsi Trump e Zelensky ripresi in un fitto colloquio e poi i due assieme al presidente francese e al capo del governo inglese.
Papa Bergoglio è stato molto vicino ai carcerati, fino all’ultimo. Li ha beneficiati perfino di un lascito di 200.000 euro, destinato al pastificio del carcere minorile di Casal del Marmo, un più che tangibile gesto di solidarietà verso il mondo emarginato delle carceri, rimasto pressoché immutabile dai tempi dell’ergastolo di Santo Stefano, da cui evase il bandito Lucidi: “A cavallo della tigre”. La vicenda ricostruita da un interessante “racconto storico” da Fabio Lambertucci, che ha inventato una interessante modalità di riproporre la storia in forma romanzata, seppur rigorosamente attendibile.
Ora c’è grande attesa per l’imminente conclave. Interessante, a tale proposito, l’articolo di Gianni Sarro Cinema e papato (prima parte).
Questa “settimana di passione prolungata”, per cui è stato decretato il “lutto nazionale di cinque giorni in onore del papa Bergoglio, è coinciso con la Festa della Liberazione dal nazi-fascismo.
Il ministro Musumeci ha “colto la palla al balzo”, invitando alla “sobrietà”. “Nessuno andrà in piazza col fiasco di vino” – gli ha fatto eco Bersani.
In realtà è un giorno di riscatto sia per i laici che per i cattolici: la liberazione dalla tirannide e l’avvento della democrazia, come giustamente osserva Giuseppe Mazzella di Rurillo: 25 aprile, festa dell’unità nazionale democratica oltre gli steccati.
Le Poste Italiane, per l’occasione, hanno emesso anche un Francobollo celebrativo della Liberazione nell’80° Anniversario.
Gianni Sarro ci offre una interessante rassegna cinematografica sull’argomento: Il 25 aprile al cinema, la memoria della Liberazione nei film italiani.
Molto toccante è la poesia di Dino Buzzati Ecco, la guerra è finita. Aprile 1945.
A cura del Centro Studi e Documentazione Isole Ponziane, anche nella nostra isola, luogo di confino politico durante il fascismo, è stata celebrata La Festa della Liberazione a Ponza, con una toccante cerimonia civile-religiosa che ha avuto come protagonisti gli alunni della scuola primaria dell’I.C. Carlo Pisacane La Festa della Liberazione vissuta dai bambini.
Mi siano consentite due brevi considerazioni:
a) il rito religioso in una cerimonia civile, in questo caso ha una radice storica. Durante quei tragici anni (1943 – 45) i ponzesi, totalmente isolati, patirono terribilmente la fame. Trovarono l’unico conforto nella fede religiosa, amorevolmente assistiti dai parroci del tempo: Don Luigi Dies e Don Francesco Sandolo;
b) Tranne qualche rara eccezione, i giovani ignorano il significato del 25 aprile e della lotta di liberazione dal nazifascismo, come risulta da questo servizio televisivo, non della RAI, ci mancherebbe… coi tempi che corrono!
https://www.la7.it/piazzapulita/video/25-aprile-cosa-significa-oggi-le-voci-dei-giovani-24-04-2025-593256
Ebbene, invece è ammirevole che i ragazzi di una piccola isola ne conoscano e ne vivano il significato. Ciò dimostra che il nostro Istituto Comprensivo “Pisacane”, checché se ne dica, è una “scuola di qualità”, grazie ai suoi bravi docenti che spesso operano in condizioni difficili.
Io personalmente sono felicissimo di festeggiarlo due volte, sì, perché sono nato il 25 aprile, anticipando di quattro anni la data della “Liberazione”!
Intanto, la vita scorre, com’è naturale, tra avventure di viaggi in Bretagna (9) e (10), ultimi ritratti e Viaggio a Cefalonia, l’approdo;
le simpatiche riflessioni di Franco De Luca: Ora, mezz’ora, Memoria di pietra: ind’a marina e Una rondine;
le notizie di cronaca: Riapre il rinnovato ufficio postale di Ponza centro; Ventotene, ritornare dov’è nata l’Europa; Fermo pesca, il Comune informa e… dulcis in fundo: E’ nata Lavinia cui diamo un caloroso benvenuto, con infiniti auguri ai genitori e ai nonni Rosanna e Tommaso (storico macellaio di Sant’Antonio, ora in pensione).
Con il radioso sorriso della neonata Lavinia, auguro a tutti
Buona domenica!
Immagine di copertina. Una vignetta dell’Osservatore Romano del 6 febbraio 2023
