proposto alla redazione da Angela Caputi
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Aprile 1945
Ecco, la guerra è finita.
Si è fatto silenzio sull’Europa.
E sui mari intorno ricominciano di notte a navigare i lumi.
Dal letto dove sono disteso posso finalmente guardare le stelle.
Come siamo felici.
A metà del pranzo la mamma si è messa improvvisamente
a piangere per la gioia,
nessuno era più capace di andare avanti a parlare.
Che da stasera la gente ricominci a essere buona?
Spari di gioia per le vie, finestre accese a sterminio,
tutti sono diventati pazzi, ridono, si abbracciano,
i più duri tipi dicono strane parole dimenticate.
Felicità su tutto il mondo è pace!
Infatti quante cose orribili passate per sempre.
Non udremo più misteriosi schianti nella notte
che gelano il sangue e al rombo ansimante dei motori
le case non saranno mai più cosi immobili e nere.
Non arriveranno più piccoli biglietti colorati con sentenze fatali,
Non più al davanzale per ore, mesi, anni, aspettando lui che ritorni.
Non più le Moire lanciate sul mondo a prendere uno qua
uno là senza preavviso, e sentirle perennemente nell’aria,
notte e dì, capricciose tiranne.
Non più, non più, ecco tutto;
Dio come siamo felici.
(Dino Buzzati)
La poesia che Dino Buzzati (San Pellegrino di Belluno, 1906 – Milano, 1972) scrisse qualche anno dopo il 1945, mettendo in versi la stessa concitata emozione dell’attesa che aveva scritto proprio il giorno della Liberazione sulle pagine del Corriere con l’editoriale dal titolo Cronaca di ore memorabili.

Sandro Russo
28 Aprile 2025 at 22:23
Bellissimo il brano (poi distillato in poesia) di Dino Buzzati sulle sensazioni che si hanno alla fine di una guerra. Il nostro paese e la nostra generazione fortunatamente non hanno dovuto vivere guerre e relative liberazioni dall’incubo. Ma il cinema qualche volte di incarica di farcele sentire addosso, quelle emozioni, come se le avessimo davvero vissute.
Ne ho un ricordo vivido da un film abbastanza recente – Jojo Rabbit, 2019, del regista neozelandese Taika Waititi (di padre maori e madre di discendenza ebraica-russa) – interpretato da Scarlett Johansson e Sam Rockwell, nel quale il regista interpreta personalmente una versione immaginaria di Adolf Hitler -, di cui ho scritto anche su Ponzaracconta.
Qui i due ragazzini protagonisti, lei Elsa, ebrea, sulle soglie dell’adolescenza, di poco più grande di Jo-Jo, riescono a sopravvivere alla guerra, seppur con molte perdite.
E lui che se ne è perdutamente innamorato le chiede: – Cosa farai quando questa guerra sarà finita..?
Quello che la ragazza farà, lo si vede alla fine del film… ed è molto bello!
https://www.youtube.com/watch?v=BfL5V3WHhqM&t=20s