di Giuseppe Mazzella
–
Settimane di grande tensione si stanno succedendo convulsamente in un quadro internazionale sempre più complicato. I conflitti in corso, alimentati ora anche dalla guerra dei dazi, sono il preludio a contrasti sempre più violenti o addirittura stanno gettando le premesse per un nuovo conflitto mondiale? Di questo allarme, che tutti avvertiamo, anche il nostro sito riporta contributi che analizzano il nuovo scenario, in cui la politica tradizionale sta mostrando tutta la sua insufficienza. Anche la diplomazia sta cambiando. E’ come se il mondo non avesse più una bussola ad indicare per tutti lo stesso Nord. In tutto questo anche la nostra vecchia Europa appare incerta nell’affrontare con lucidità le nuove sfide.
Di tutto questo parlano gli articoli: La geopolitica è morta. Viva la geopolitica!; “La deriva autoritaria dell’America”, con il commento acuto di Luigi Narducci del gruppo “Dialettica”, il parere polemico di Tano Pirrone, quello caustico di Guido Del Gizzo sull’impiego di 800 milioni di euro per “riarmare” l’Europa e quello accorato di Francesco De Luca. In effetti, anche senza essere esperti, possiamo dire che stiamo vivendo un grande cambiamento, di cui solo il futuro saprà darci le risultanze. Quello che ancor più sgomenta è che alcuni degli “addetti ai lavori”, e tra questi soprattutto i politici, non abbiano piena coscienza dell’irrompere di un “nuovo mondo”, attrezzati con strumenti desueti e inefficaci, spesso ridotti a semplici slogan.
È Pasqua, però, e allora bisogna far risorgere la speranza e non abbattersi. Le nostre isole, dopo il solito inverno sotto tono, si risvegliano, proiettandosi verso una nuova stagione turistica, proponendosi e promuovendosi con rinnovato impegno.
Iniziamo con la Tre giorni delle passeggiate poetiche a Ponza, alla sua terza edizione, che ha permesso di riscoprire e valorizzare angoli meno noti e persone del territorio, nella lussureggiante bellezza del fiorire primaverile. Alla seconda edizione, con crescente successo, l’evento di Ponza LandArt che offrirà una mostra permanente di mattonelle artistiche e opere che verranno posizionate in alcuni sentieri dell’isola.
Oggi, giorno di Pasqua, come è ormai tradizione, in Piazza Pisacane, sarà celebrata la Sagra del Casatiello, il dolce tradizione pasquale isolano. Al “Veliero” di Ponza si è poi tenuta la proiezione del film “Persona” di Bergman, ultimo appuntamento con la rassegna “Passaggio a Nord-Ovest”. Si è ancora tenuto, in vista dell’estate, promosso dal sindaco Ambrosino, un interessante incontro pubblico tra giovani e operatori di Ponza, per un utile scambio e confronto di idee. Ventotene ritorna alla ribalta per il richiesto riconoscimento simbolico di capitale d’Europa, per aver visto nascere qui l’idea di unificazione del vecchio continente.
Tra le notizie extra isolane va segnalato l’incontro che si terrà ad Ischia con la partecipazione dei cittadini e delle associazioni di categoria, per proporre osservazioni al PDRi e al PPI regionali. A Cisterna si è tenuto un interessante “Convegno su legalità, giustizia e lotta alla criminalità”, mentre al Parco del Circeo è stato presentato un film che parteciperà al Festival di Cannes, dal titolo “Testa o croce” diretto da Alessio Rigo De Righi e Matteo Zoppis.
Tra le notizie culturali anche la presentazione di Tano Pirrone e le sue poesie al Teatro Manzoni di Roma, mentre Silverio Lamonica ci propone in originale e in traduzione una composizione poetica di Cristina Rossetti sul Venerdì Santo.
Altre notizie: una dall’ufficio stampa del Comune sulla rappresentazione della passione di Cristo a Formia e l’evento dedicato a Caravaggio a Roma con la Mostra ospitata a Palazzo Barberini, che continuerà fino al 6 luglio.
Per i brani di letteratura di viaggio, coordinati da Sandro Russo, a quelli già pubblicati in precedenza, si sono aggiunti questa settimana altri contributi sul “Viaggio in Bretagna”, di Rita Gasbarra e Anna D’Elia (leggi qui), di Enrica Rigotti e Anna Sannino (leggi qui), di Paola Cadelli e Elena Ruggieri (leggi qui), di Anita Cerpelloni e Sandro Russo (leggi qui). Sul perché di queste proposte, è lo stesso Sandro a chiarirci le idee, “informato dei fatti” in quanto a quel viaggio ha partecipato: “I ponzesi – spiega – sono stati viaggiatori nel passato e lo sono anche nel presente, ma anche per la scrittura i ponzesi non sono abituati a manifestare quello che pensano; meno che meno a scriverne”. L’intendimento è quindi quello di sollecitarli a raccontare le loro esperienze.
Ma torniamo a Ponza. Innanzitutto il rinnovo delle felicitazioni a Benedetta Spignesi per la sua laurea in Scienze Pedagogiche conseguita presso l’Università di Cassino.
Francesco De Luca, particolarmente prolifico in questo inizio di primavera, propone una gustosa analisi del termine locche (locche locche), oggi non più tanto usato, ma che conserva tutta la sua sapidità. Così come in un altro suo scritto dal titolo Nun me fide cchiù…, recupera un’antica preghiera prima che il tempo la faccia scomparire nell’oblio.
Luigi Maria Dies, prendendo lo spunto dal fatto di cronaca del sequestro di una parte della spiaggia di Cala Feola, a causa di materiale nocivo ivi sepolto e rinvenuto, analizza certi eccessi dell’ambientalismo moderno, più utile a fare audience che a risolvere il problema.
Ancora nuove e motivate lamentele sul fronte collegamenti con “Due ore, soltanto due ore” dell’inesauribile Francesco De Luca che affronta un nodo della nostra storia isolana che non trova ancora una soluzione soddisfacente: l’ammodernamento dei mezzi navali di collegamento e con l’articolo “Sempre meno collegamenti per raggiungere l’isola di Ponza” del nostro caro Paolo Iannuccelli, su cui “intigna” anche Pasquale Scarpati. E sulla nostra maggiore Compagnia di Navigazione ha qualcosa da ridire anche una nostra lettrice, in Posta del sito, a proposito di biglietti mai rimborsati.
Ci solleva un po’ l’anima lo stesso Pasquale Scarpati, con la seconda puntata del suo ‘giro sentimentale’ di Ponza (seguendo due itinerari: verso i faraglioni della Madonna e della Guardia, e verso la Piana Bianca, arricchito di storie e bellezza nel ricordo fatato di un tempo lontano.
Su segnalazione di Biagio Vitiello il sito propone un articolo di Aurelio Sanguinetti su L’erica sicula e le eriche di Ponza, con note di approfondimento del nostro ‘botanico’ Sandro Russo. Così come è struggente il ricordo dell’isola del tempo che fu che Bixio, alias Antonino Feola, rivive nei giochi dei suoi nipotini, ancora ignari di cosa significava per la nostra generazione lo sradicamento e il ritorno entusiasta a Ponza in occasione delle festività e dell’estate.
Oggi è Pasqua, facciamoci gli auguri reciproci più vivi e calorosi e cerchiamo di volerci un po’ più bene.
NdR: nell’immagine di copertina “La Colomba col Sole” di Pablo Picasso, 1962

Sandro Russo
20 Aprile 2025 at 06:33
Ripensando alla due diverse infanzie – evocate appaiate in epicrisi -, quella di Pasquale Scarpati bambino che ha conosciuto l’isola allargando pian piano i suoi cerchi – racconta che per lui l’isola finiva sul sagrato della Chiesa delle Forna: Calacaparra, cala Fonte e la propaggine nord, Piana d’Incenso e oltre, proprio non esistevano. Mentre i nipoti di Bixio certo ne hanno una cognizione più completa, grazie a una maggiore attenzione parentale e poi… televisione, video e Google map. Quello che hanno in comune è il dolore dello sradicamento e la nostalgia; in questo i nipoti ripetono l’esperienza del nonno a distanza di due generazioni. Ma queste sono emozioni e sentimenti, la conoscenza è diversa. Qualcosa cambia, ma così lentamente!
Per esempio i tempi di percorrenza, dall’isola alla terraferma sono rimasti identici: sempre tre ore!
Luisa Guarino
21 Aprile 2025 at 16:13
C’è un motivo molto semplice per spiegare le conoscenze diverse di Pasquale Scarpati rispetto ai nipotini di Bixio. Pasquale è nato e vissuto al Porto, loro sono nati e vissuti a Le Forna: ognuno conosce meglio i propri luoghi rispetto al resto dell’isola. La differenza la fa poi l’epoca in cui vivi. Anche per me quando ero ragazzina e venivo in vacanza (due-tre mesi) a Ponza, oltrepassare il grottone di Santa Maria mi catapultava in un luogo lontanissimo e diverso: non parliamo poi di Le Forna. Oggi fin da piccolissimi i bambini dell’isola scorrazzano in lungo e in largo da un capo all’altro in auto, quindi non credo abbiano il senso delle distanze. In quanto a sradicamento e nostalgia, credo di non averli mai provati nel profondo. Però, perché ogni arrivo a Ponza è felicità allo stato puro, e ogni partenza è un groppo in gola?