Innovazione tecnologica

800 milioni di euro, come se fossero bruscolini…

di Guido Del Gizzo

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Da circa un mese, un sacco di imbecilli e, purtroppo, anche molte persone serie, si sono risvegliate con l’ansia di scoprire i cosacchi abbeverare i loro cavalli nelle fontane di piazza san Pietro.
Sopraffatte da questo stato emotivo, stanno prendendo sul serio l’ipotesi di destinare ben 800 miliardi di euro – tutti a debito e apparentemente reperibili in un batter d’occhio – al riarmo europeo e/o degli stati nazionali: ipotesi che viene suggerita dagli stessi soggetti politici e istituzionali che, negli ultimi decenni, hanno imposto limiti di bilancio insuperabili a qualsiasi progetto a indirizzo sociale, o scientifico.
800 miliardi come bruscolini, se si tratta di finanziare il settore della difesa, soprattutto tedesco e, indirettamente, americano.
Suggerirei di fermarsi a riflettere su altri numeri.

ITER (acronimo di International Thermonuclear Experimental Reactor (1), inteso anche nel significato originale latino di “percorso” o “cammino”) è un progetto internazionale che si propone di realizzare un reattore a fusione nucleare di tipo sperimentale, da realizzare in Francia, cui partecipa la struttura del Tokamak di Frascati (2).

Il principale risultato della partecipazione al progetto ITER è un significativo balzo in avanti in termini di innovazione tecnologica: in particolare, il 93% delle aziende dichiara di aver sviluppato  nuove competenze tecniche, la maggior parte delle quali relativa a nuovi processi (73%) e, in misura molto inferiore, nuovi prodotti o brevetti (14%). Di fatto, le ricadute riguardano soprattutto il ‘modo’ di operare, ovvero la gestione delle procedure aziendali, il processo decisionale e organizzativo.

Per quanto concerne il Tokamak, le ricadute del progetto sul PIL nazionale sono stimate in circa due miliardi di euro con la creazione di 1.500 nuovi posti di lavoro, dei quali i 500 diretti, tra scienziati e tecnici. Quello della fusione nucleare è un ambito strategico per la competitività del nostro Paese, quello della fusione, dove le aziende italiane hanno già vinto oltre 1,2 miliardi di euro di contratti.

L’investimento per il Tokamak è di 600 milioni di €, mentre quello complessivo per ITER è di 27 miliardi… per risolvere il problema dell’energia pulita, per tutti, per sempre.

Per quanto riguarda la nostra Protezione Civile, invece, lo stanziamento complessivo previsto per l’anno 2025 è pari ad euro 5.391.626.573: considerando quello che sta accadendo al nostro clima, è meglio che funzioni e sia ben finanziata.

I costi complessivi previsti nel bilancio preventivo 2025 dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ammontano a 324.093.907 € .

I costi di produzione autorizzati dal Ministero per la Ricerca Scientifica a favore del CNR, sempre per il 2025, sono di 843.951.102 €: e ricordiamo che il nostro paese destina alla ricerca circa lo 0,5 % del PIL, mentre ‘gli imbecilli’ di cui sopra stanno ipotizzando di destinare alla difesa il 5% del PIL, dieci volte di più.

Recentemente è stata divulgata la notizia della previsione di 40.000 assunzioni nel settore pubblico: medici, infermieri, geologi, ricercatori, insegnanti?
Macché: soldati, occorre rafforzare la nostra capacità di difesa.
L’elenco delle idiozie, collegate a questa follia di stagione, potrebbe essere ancora molto lungo, ma ci fermeremo qui.
Il mondo politico sembra rimbambito, annichilito, o apertamente complice.
La verità è che una corsa agli armamenti, nel 2025, in Europa, prima ancora che la nostra cultura e la nostra storia, offende la nostra intelligenza.

 

Note e immagine (a cura della Redazione)

(1) – Iter Immagine da: https://www.stssensors.com (a cura della redazione)
In southern France, 35 nations are collaborating to build the world’s largest tokamak, a magnetic fusion device that has been designed to prove the feasibility of fusion as a large-scale and carbon-free source of energy based on the same principle that powers our Sun and stars. The ITER Members—China, the European Union, India, Japan, Korea, Russia and the United States—are now engaged in a 35-year collaboration to build and operate the ITER experimental device, and together bring fusion to the point where a demonstration fusion reactor can be designed.
ITER will be the first fusion device to produce net energy. ITER will be the first fusion device to maintain fusion for long periods of time. And ITER will be the first fusion device to test the integrated technologies, materials, and physics regimes necessary for the commercial production of fusion-based electricity.

(2) – Il Tokamak (acronimo russo per “camera toroidale con spire magnetiche”) è un reattore nucleare a fusione di forma toroidale (a ciambella) in cui un plasma (solitamente di idrogeno) ad altissima temperatura e a bassa pressione viene mantenuto coeso e lontano dalle pareti interne grazie a un campo magnetico generato da elettromagneti esterni alla camera. In opportune condizioni, è stato dimostrato che è possibile creare al suo interno le condizioni per la fusione termonucleare controllata, allo scopo di estrarre l’energia prodotta dalla fusione di nuclei di atomi leggeri (Wikipedia)
Il DDT (Divertor Tokamak Test) serve a orientare, all’interno di ITER, l’angolo di incidenza del plasma all’interno del dispositivo di fusione, mediante campi magnetici.
Il Tokamak è una porzione del progetto ITER, una delle più importanti; nasce in Russia, ma poi l’ENEA l’ha sviluppato ed è diventato il sistema per tenere in equilibrio, e nel giusto angolo di incidenza sulle pareti del reattore, il plasma ad altissima temperatura.
È una specie di deflettore, infatti si chiama “Divertor” (precisazione di Guido Del Gizzo).

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