di Francesco De Luca
Alla luce degli accadimenti attuali ardisco affermare che nel dopoguerra – dal ’45 al 2000 – l’ Europa, e l’Occidente tutto, hanno trascorso un periodo di floridezza e di crescita di civiltà mai toccato nella Storia.
Ne ha goduto anche l’Italia, e infine Ponza.
Le generazioni dagli anni ’40 hanno vissuto nella pace e, con quel favore, hanno introiettato i principi di più alta civiltà, primo fra tutti, la fiducia nella democrazia, quale frutto e insieme seme per ulteriori traguardi.
A Ponza le generazioni del dopoguerra hanno trovato alimento di crescita nella fede religiosa, propugnata da don Luigi Dies, parroco.
Aveva la gioventù nelle sue mani. Da essa traeva forza e ad essa dava vigore religioso.
Ci teneva stretti con la dottrina, con la musica, con le cerimonie liturgiche, favorendo l’amicizia, la partecipazione, la complicità.
E’ questa la premessa che a mio vedere può chiarire eventuali domande sulla canzone che Tonino Esposito mi ha inviato.
L’aiuola è mia, è il titolo; autore don Luigi. In essa la Madonna inveisce contro il serpente (maligno), che insidia i teneri arboscelli (le anime dei ragazzi). L’aiuola simboleggia la Parrocchia, i fiori eravamo noi, e don Luigi implora la cultrice dell’aiuola (la Madonna) affinché eventi l’insidia del peccato.
L’aiuola è mia
Tra i fiori del giardino tuo, o Maria,
S’insinua lentamente
Con cauta spira viscida, che pare
Lieve carezza,
Il verde serpe antico.
Fremon le vecchie piante,
I teneri arboscelli scuoton la chioma
Rabbrividendo
Solo i fiorenti ignari
Non temono del pari
Scendi o Celeste
Cultrice dell’aiuola
Salva i tuoi fiori!
Sventa l’insidia nera
E ritorni la pace
Là dov’era.
Corri lesta, o Maria,
i calici dei fiori
sono aperti per te.
Di esso ognuno
Ha la stilla che trema
Ha un alito lieve che innamora.
Sotto la tua carezza
Al tiepido calor del Divin Raggio
Cresce, s’abbella e canta
Sempre il cuor nostro a Dio
Il suo umile omaggio.
Ma ti sento calar… celeste Guida
Ti sento sussurrar con voce chiara
Che è imperio e preghiera
“No, figli, non tremate
Esci serpe infernal
Per te c’è la brughiera
L’ aiuola è mia.
E salva sia!”
La registrazione è datata e originale. Suona e canta l’ Autore.
La propongo come regalo all’amico Tonino, e confido che dia piacere ai lettori.
Nota a margine: le note dell’armonium sanno di antico. E’ un suono inattuale, inappropriato, eppure ci ammaliava. Ci accomunava come un sol corpo.
Sono considerazioni estranee ai lettori del Sito che non siano ponzesi della mia generazione. Me ne scuso. Agli altri voglio partecipare la mia vicinanza.
Questo il canto:
