America

La geopolitica in soffitta. Davvero le grandi spinte economiche o ideologiche determinano la Storia?

di Sandro Russo

 

Da sempre in disaccordo con Tano, più o meno su tutto, benché per altri versi ci si possa dire “amici”, ho ricevuto una critica da lui per la pubblicazione dell’intervista su Putin.


In questi termini:
Esattamente il contrario. La visione della giornalista ha come focus la persona Putin, che comporta immediatamente giudizi etici invece che storici. La storia la fanno i tiranni è una visione della storia che non tiene conto delle grandi spinte economiche o ideologiche che agiscono. La particolare evidenza di un personaggio avviene comunque all’interno dei macro fenomeni geopolitici. Non è la lotta dei Buoni contro i Cattivi. Chi sarebbero i Buoni?
Le butti sul personale. Io mi formo un opinione in base ai dati raccolti da diverse fonti e naturalmente risente della mia formazione personale di lunga data, sia teorica che sperimentale. Se do un giudizio sul Pd questo giudizio non può trascendere dall’esperienza di dieci anni di militanza e di due anni attuali in ambiti esterni al partito ma controllati rigidamente da guardiani dell’irrivoluzione ecc. ecc.
[Tano Pirrone]

Gli ho obiettato:
Esattamente il contrario! (del tuo contrario)
Mi ha impressionato e fatto pensare questo articolo su Putin, nell’analisi di uno che lo conosce bene per aver lavorato fianco a fianco con lui – per qualche tempo scriveva i suoi discorsi; quindi non un dozzinale detrattore – attraverso l’allineamento di fatti storici e controllabili, che si sono susseguiti in Russia durante i 25 anni della sua presidenza. Un articolo sulla personalità del leader e sul suo modo di gestire le crisi, dominato dall’urgenza di difendere e rafforzare il suo potere (personale, non della Russia, si badi bene, anche se nella sua testa, immagino, i due termini si sovrappongano).

Un articolo che manda in soffitta molti dei presupposti della geopolitica, la possibilità ad essa attribuita “di predire l’azione politica (e quindi gli eventi futuri) tramite l’analisi del contesto spaziale (da intendersi in senso non meramente geografico, ma anche culturale, sociale ed economico) degli attori politici stessi o almeno di una parte dei comportamenti politici” (Wikipedia). Disciplina che pure mi aveva attirato per una breve stagione, in tempi in cui si potevano analizzare i dati e ragionarci sopra. Prova ne sia lo spazio che abbiamo dato sul sito alle analisi di Limes e del suo fondatore/direttore Lucio Caracciolo. Non ora che le vicende mondiali sembrano aver preso una piega irrazionale e perciò imprevedibile.

Quale geopolitica poteva prevedere la nefasta associazione Trump – Vance – Elon Musk? Esisteva la geopolitica ai tempi del re Sole (Luigi XIV di Borbone), quando alleanze e guerre venivano decise dall’umore del sovrano, quando i saggi traevano auspici nel cabinet du roi dal fatto che l’intestino del sovrano avesse funzionato bene o il re non fosse invece costipato?

Tano infarcisce il suo discorso con “le grandi spinte economiche o ideologiche” che quelle sì – determinano la storia, non gli umori dei re, dei dittatori e dei tiranni
È vero solo in parte. Basti pensare alla rivoluzione francese a alla rivoluzione russa, ma quando questo movimento dal basso ha espresso un capo, la finalità stesse della rivoluzione sono state sovvertite e tradite. Basti pensare a Stalin.

Qualche giorno dopo ho proposto un articolo di Concita De Gregorio, che senza essere mai stata hippie, auspicava una analoga rivoluzione delle coscienze, variamente irrisa da destra e da sinistra.


Ma perché “le spinte economiche e ideologiche” non potrebbero funzionare  quando sono pacifiste e umanitarie? Manca  un leader carismatico? Un Gandhi redivivo alla testa del movimento?
Rilancio lo scritto di Concita, cui pure ho messo un commento critico, da ex-hippie sfiduciato e deluso; ma quale alternativa propongono gli altri, la politica del re-arm U.E.? Il sostegno acritico a Putin?

 

Immagine di copertina. Le manifestazioni contro Trump del 5 aprile in America

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