di Francesco De Luca
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Chiummo in dialetto è il piombo. Cuorcete è il galleggiante.
Cerco di chiarire: la rete, quella per la pesca di piccolo taglio, ha una fune che la tiene tutta. Anzi no due, due sono le funi: quella in basso corredata dai piombi, per spingerla sul fondo, l’altra fune è quella di sopra, e questa è corredata da galleggianti. In forza dei piombi in fondo e dei galleggianti al di sopra la rete può ergersi in altezza, sul fondale, e fare da trappola mortale per i pesci. Quando però la rete lavora col cattivo tempo o in presenza di correnti sottomarine, il pescatore nel tirarla a bordo verifica il tramestìo cui è stata sottoposta la rete. Il tramestìo dell’acqua nel fondo. Per cui la rete si presenta priva di pesci e, per di più, avvoltolata su se stessa. Con cuorcete e chiummo intasati. Senza guadagno e con tanto lavoro per sistemarla.
Questo preambolo non è futile.
A qualcosa vuole alludere. A cosa? Al fatto che viviamo un momento storico di turbamento. Un nuovo assetto politico si vuole instaurare nel mondo. I fattori in gioco sono tanti, complessi e potenti, per cui l’individuo, il singolo soggetto è in soggezione. Noi italiani affrontiamo le peripezie politiche con uno strumento civile di forte tempra: la Costituzione. Con essa cerchiamo di pescare, ossia di sostenerci, nel mare dell’esistenza fra gli Stati. Ma la sua produttività è inficiata da correnti esiziali. Sono correnti che hanno in disprezzo la volontà dei singoli cittadini, mirano all’autocrazia, alla supremazia militare, e dunque al potere economico; hanno in disprezzo la partecipazione, la solidarietà, il rispetto reciproco; perseguono l’efficienza, la rapidità decisionale, la divisione per censo, per genere, per cultura.
Si tenta di pescare in zone sicure, dal profitto assicurato, in condizioni ottimali. Tutte positività provenienti dal passato storico. Ma si tira su soltanto chiummo e cuorcete, soltanto dissapori, rivalità, distinzioni.
La nostra Costituzione non soltanto rimane priva di pescato ma anche “intrugliata” dalle liti fra i ‘poteri’ della ‘democrazia’, invischiata fra chi associa il governo al ‘potere’ e non all’‘amministrare’.
C’è aria di sovvertimento.
C’è bisogno di impegno !
