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Sull’onda dei ricordi evocati da Franco De Luca (leggi qui) anch’io che ho 74 anni ricordo che ha Ponza c’era un fabbro, socio di Maurino, chiamato Pagliarino. Ricordo che era molto alto e aveva un accento del nord Italia; e a noi bambini di quel tempo faceva paura per l’aspetto. Le mamme di allora che non avevano letto i libri del dr. Spock non si facevano scrupolo di intimorire un bambino capriccioso dicendogli: “Mò vène Pagliarino e te piglia!”
Mi piacerebbe che qualcuno mi raccontasse di questo signore, chi era, da dove veniva… Mi pare che diceva di essere Croato.
Altra cosa che ricordo in modo molto vivido, di quand’ero bambino, era il pacco che arrivava dai miei zii americani [sul sito del “pacco dall’America” hanno scritto Sandro Russo e Franco De Luca]. Nel pacco c’era vestiti (sempre di grande taglia!), cioccolate, caramelle, le prime giugomme (chewing gum) e caffè da tostare. Ricordo che mia mamma aveva un attrezzo per la tostatura, un cilindro al cui interno andava messo il caffè, poi appoggiato a una certa altezza sulla fiamma del fornello della cucina; questo cilindro aveva una maniglia con la quale si doveva girare di continuo. Lo ricordo come un lavoro molto lungo e noioso, che però richiedeva molta attenzione, se no il caffè si bruciava.
Ho chiesto notizie di Pagliarino a Silverio Lamonica, che così mi ha risposto:
“Ciao Biagio. Grazie mille per le stupende foto, mi avvicinano Ponza.
Pagliarini (era il suo cognome) fu mandato a Ponza, domicilio coatto, perché contrabbandiere. Sposò una ragazza di Ponza, bassina. Assieme sembravano l’articolo “il”. Ricordo che aveva una bottega di stagnino a Sant’Antonio, ora garage di Pilato.
Nell’immediato dopoguerra Pagliarini arrotondava le magre entrate di stagnino, macellando asini azzoppati e vendendone la carne a domicilio. Era buona, anche mio padre la comprava. Allora cibo e soldi scarseggiavano.
Ne descrissi la figura in Ponza Mia, metà anni ’60”.
Salvatore Balzano
13 Dicembre 2024 at 09:04
Interessante! Anche a Le Forna Pagliarino era un nome che ci teneva buoni da bambini. Non sapevo che fosse un personaggio esistito realmente!
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Salvatore Balzano è il padre di Giuseppe, il farmacista (nota della Redazione)
Tonino Vitiello
13 Dicembre 2024 at 09:56
Buongiorno,
io e Pagliarino abitavamo proprio vicinissimi; lui abitava alla casa sotto alla nonna Adelaide e la moglie si chiamava Lucia. Avevano due figlie, Rosetta e Emma. Emma era del ’46, la stessa età di mia figlia Maria… esatto, era quant’e Maria, pochi mesi di differenza!
Erano piccoline, sia la mamma che l’ultima figlia, Emma, mentre Rosetta era più alta. Lui faceva lo stagnino, aveva il negozio vicino a dove stava ‘u barbiere ‘i Sciammerica, dop’ d’u ruttone! Lui stava lì e vendeva anche ‘a carne ‘i ciuccie.
E come, non mi ricordo? Ero un ragazzino di 5-6 anni per cui…
Ah, un’altra cosa: lui beveva! Steve sempe ‘mbriache!
Beh, comunque bei ricordi!
Buona giornata.
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Tonino Vitiello, figlio di Clementina Migliaccio, dalla Florida (nota della redazione)
Biagio Vitiello
14 Dicembre 2024 at 07:28
Ricevo da Rita Bosso e inoltro alla Redazione:
“Tonino di Clementina ha scritto un commento, Emma è una figlia di Pagliarino. Ogni tanto veniva a trovare mia zia Giuseppina. Di Pagliarino racconta Pertini a proposito di un cane che i confinati avevano adottato”.
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Mi ha scritto anche Marialuisa Spignesi:
“Me lo dicevano anche a me per spaventarmi “