Editoriale

Epicrisi 504. Della nostalgia, dei ricordi e della speranza

di Enzo Di Fazio

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Pochi articoli questa settimana: appena quindici. Probabilmente un record delle basse classifiche da quando abbiamo introdotto l’epicrisi. Motivi? Non ce ne sono in particolare. Se vogliamo proprio trovarne uno, probabilmente hanno inciso gli impegni personali cui devono attendere ogni tanto anche i redattori e i collaboratori più attivi. Il sito è vivo. Anzi, a dispetto dei malpensanti, continua a proporre, settimana dopo settimana, argomenti e fatti sempre interessanti. Bene, parto dal titolo.

 

Pochissime volte mi è capitato di sceglierlo fin dagli inizi, risultando di norma la derivazione naturale che nasce quasi spontaneamente alla fine di quanto si è scritto. Questa è una di quelle volte. Me l’hanno suggerito le sensazioni che ho provato leggendo man mano gli articoli durante la settimana Nostalgia, ricordi e speranza… tre sentimenti che permeano – è inutile negarlo – la nostra vita e che spesso possono anche aiutarci ad affrontare e superare i momenti bui. Nostalgia e ricordi si combinano tra loro. Ricorrono frequentemente negli scritti di noi redattori e di tanti collaboratori. Un esempio classico della settimana è il bell’articolo di Bixio che ci porta a fare un giro dell’isola, spesso perlustrando, lungo il percorso, i fondali. C’è proprio tutto… la Ponza più bella e anche quella più misteriosa dei relitti e delle secche. Un altro è quello proposto da Sandro e Marina Valenti su Robert Luis Stevenson, maestro di scrittura e di vita, che tante volte nelle nostre pagine abbiamo evocato. È innegabile – almeno per me – il rimando ai fari di Ponza cui sono legati tanti ricordi e la nostalgia di un passato che non ritorna.

A volte i ricordi, pur passando attraverso la nostalgia, non generano melanconia ma forza. E’ quello che succede a Roberta Gaeta da quando ha conosciuto e ascoltato per la prima volta Bruce Springsteen Un incontro folgorante, una scossa elettrica, un seme che è energia e che dura tuttora, al punto che non si perde un concerto. – Vado a riprendermi la voce che ruggisce dentro di me, la sua energia è la mia – dice Roberta. Altre volte i ricordi contribuiscono a dare spessore e significato al presente, come accadde con il viaggio che Sandro ci porta a fare tra le piante del suo casale. Ci sono i ricordi del maestro potatore e le piante che rimandano al luogo da dove sono venute.

C’è poi il ricordo sociale, quello di cui parla Franco nel suo accattivante articolo (tra i più letti) sul corbezzolo e legato a quelle persone che non ci sono più ma che rimangono nella coscienza dei concittadini. Come può essere il caso di Salvatore Spigno che ci ha lasciato nella settimana appena trascorsa Ci sono infine i ricordi che suscitano le foto che vengono proposte all’interno della rubrica del Meteo o anche un video, come quello del mare in tempesta a Chiaia di Luna. A tanti di noi scorrono sotto gli occhi luoghi che ci hanno visti adolescenti, innamorati, avventurieri e viaggiatori.

Da una conversazione tra Nelson Mauro Maldonato, psichiatra e professore ordinario presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Napoli Federico II, e Benedetta Muzii, psicologa e ricercatrice, annoto: La nostalgia è il sentimento di uno spazio vissuto: ad esempio, un luogo dell’infanzia, la terra da cui si è partiti per andare altrove, ma anche l’insieme dei ricordi di chi è stato sradicato o allontanato da un luogo: in breve, il sentimento della lontananza, dell’esilio Anche questa sensazione ricorre spesso negli scritti di noi redattori e di tanti collaboratori. L’entusiasmo con il quale Patricia Feola ci vuole rendere partecipi dei momenti belli che hanno caratterizzato la festa di San Silverio dei pescatori in Argentina ha le radici nella nostalgia che i nostri emigranti hanno della loro terra e che cercano di mitigare onorando il loro Santo protettore secondo le tradizioni che si sono portati dentro.

Da un altro passaggio della conversazione tra il prof. Maldonato e la dr.ssa Muzii: “Forse si può dire che la nostalgia è anche fortemente ancorata alla speranza. Entrambi i sentimenti, infatti, hanno come chiave interpretativa il tempo. Se per la nostalgia è il tempo passato, per la speranza è il tempo futuro. Apparentemente divergenti tra loro, questi sentimenti si saldano in uno stato d’animo simile al desiderio. E’ proprio quello che si percepisce in diversi altri articoli della settimana In quelli di Franco De Luca, innanzitutto. Franco, con i suoi scritti, riflettendo sulle contraddizioni e le incertezze del presente, spesso indugia sul passato. Ne ha nostalgia. Si avverte il suo malessere ma tra le righe si scorge anche la speranza nelle nuove generazioni invocando la necessità di recuperare le tradizioni per rafforzare i valori identitari. Accade ricordando I giuvene d’a Mmaculata in prossimità della festa dell’8 dicembre. Ma ancor di più in Island 4 Future Ponza, il progetto che, portato avanti da antropologi e ricercatori dell’Università di Roma Tre sta trovando una buona accoglienza da parte dei giovani dell’isola con relativo coinvolgimento. Si pensa al loro futuro che è anche il futuro dell’isola. Con l’impegno e la vigilanza della scuola e il sostegno dell’amministrazione comunale.


E ai giovani, indubbio elemento propulsore di questo nostro tempo, si è rivolto anche il prof. Madonna in occasione del suo recente viaggio, da ricercatore, nel Madagascar. Perché sappiano come si sta evolvendo l’ambiente e in che modo stiamo loro consegnando il mondo. Nella speranza di non aver fatto troppi danni.

La speranza non ci abbandona mai. È inutile, ci serve per andare avanti. Lo fa Giuseppe Mazzella da Ischia auspicando per la ricostruzione di Casamicciola l’applicazione dall’esempio di riconversione di Bagnoli; vi ricorre la comunità fornese nel leggere la notizia che si sta studiando ad un’ipotesi di riattivare l’accesso a Calafonte attraverso una passerella. Ho scorso e considerato tutti gli articoli della settimana, Mi è rimasto l’Ucraina e i suoi mille giorni di guerra. Dalla stampa di ieri mattina ho annotato i seguenti titoli:

  • Putin ordina produzione in serie e test in combattimento del missile Oreshnik
  • In Russia, la minaccia di Putin: “Ora posso colpire anche in Europa”
  • In Ucraina, Zelensky chiude i palazzi del potere e chiama i partner atomici della Nato: “Proteggeteci”
  • Paura da Londra a Varsavia: niente difese per abbattere i nuovi missili di Putin

Che dire? Qui veramente dobbiamo aggrapparci alla speranza. C’è un tempo per la guerra e c’è un tempo per la pace (è scritto nell’Ecclesiaste). E speriamo che la pace non tardi a venire.

Buona domenica a tutti

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