Editoriale

Epicrisi 498. Tra nostalgia e santi, aspettando la luna piena

di Luisa Guarino

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La settimana mi sembra acefala se non faccio un salto a domenica scorsa: l’ho detto già altre volte che non mi piace l’idea di un limbo per le notizie di quel giorno. Recupero dunque “Specchi-occhio” di Franco De Luca che pone in evidenza il dualismo estate-inverno a Ponza; e “La storia di Silveria e le problematiche di vivere in una piccola isola” tratto da Fanpage, segnalato da Guido Del Gizzo, che amplifica la situazione e illustra in tutte le sue difficoltà le condizioni della residenza invernale. Ma per fortuna lei, il marito e i loro bambini ora vivono a Roma, dove ci sono tutti i servizi e l’assistenza che serve.


Ma ci sono anche: “Soddisfazione del sindacato Fials per le strisce rosa all’ospedale Dono Svizzero di Formia“, un piccolo passo avanti per una maggiore attenzione verso le donne in gravidanza; e l’intrigante “Un amore segreto alla corte vicereale di Napoli, di Vincenzo Palmisciano e Sonia Benedetto” in cui rivive una storia del ‘600 tratta dalle opere di Giuseppe Storace d’Aflitto che riguarda una viceregina e il poeta di Corte, un grande classico; e infine Giuseppe Mazzella di Rurillo con gli annosi problemi della sua isola: “Ischia,’indietro?’ o ‘avanti’!” 42 anni dopo.

Ed ecco arrivare la seconda settimana di ottobre, con numerose notizie che direttamente o indirettamente riguardano Ponza, e soprattutto il suo santo patrono. A cominciare da una sorta di “ritrovamento-richiamo” di Isidoro Feola, medico ponzese, che a Olbia, attratto dalla cupola della chiesa di San Paolo, ci trova… Lui, “San Silverio a Olbia“.


Restiamo in Sardegna per “Sabato 12 ottobre su Rai Uno il racconto dei pescatori ponzesi della Gallura” di Sandro Vitiello, tra i protagonisti del programma “Origini” che è andato in onda ieri in tarda mattinata, con la regia di Stefania Bove. In “Una reliquia di San Silverio” di Eduardo Filippo, viene prodotta anche una scheda di autenticità su un frammento osseo che apparterrebbe al papa e martire morto a Ponza nel 537. Un argomento di enorme interesse, soprattutto per chi, come Sandro Romano, lo ha sempre seguito e studiato. La circostanza gli offre dunque il destro per proporre “Sulle tracce di San Silverio. Da ‘Vivere Ponza‘ del 1987″: non solo il racconto di una ricerca affascinante dai passaggi molto coinvolgenti, ma uno scritto che genera una serie di commenti sulla recente storia editoriale nella nostra isola.


Di Bixio ecco “Il silenzio e la solitudine del vivere quotidiano“, ed è interessante constatare come lo stesso sentimento, lisolaitudine di Franco De Luca, venga declinato con parole e sfumature diverse da due isolani di sensibilità dissimile. Stringe il cuore “L’isola vecchia“, sempre di Bixio, reso ancora più struggente dal magistrale accostamento a “La città vecchia” di Fabrizio De André.
Per uno di quegli strani scherzi del destino (così li definiscono) nello stesso giorno, di giovedì, Ponzaracconta accoglie la notizia della morte di Angelo Verginelli e della nascita del piccolo Edoardo: guardare avanti è possibile. Ed è necessario.

Le forna. la citta vecchia. Oscurata
Secondo e terzo, l’ultimo, capitolo del “Discorso sui minimi sistemi“, in cui Pasquale Scarpati parla della ‘zaccalena‘ e del ‘conto della spesa‘. Del tutto condivisibile il pensiero di Silverio Guarino quando riflette su “La mia ‘pesca’ subacquea“: meno condivisibile invece il commento di Sandro Russo, il quale giustifica il mutato atteggiamento con l’età matura e l’approssimarsi della stessa morte. In realtà una convinzione diversa è maturata nel diretto interessato, in tutti noi e anche nello stesso Sandro, credo, decine e decine di anni fa, grazie alla crescita personale, e all’atteggiamento e all’ambiente esterno.

Infine, proprio ieri, Biagio Vitiello tratta uno dei suoi temi preferiti, proponendo un articolo da un quotidiano on line di Sondrio, in cui si parla di “Parracine, muretti a secco” in occasione di specifici contributi da parte della Regione Lombardia: non si potrebbe fare altrettanto a Ponza? Si chiede il dottore ponzese. Lo stesso Vitiello segnala inoltre “Un nuovo film di Favino, le riprese tra Formia e Gaeta“, in cui scopriamo (o almeno io scopro) che l’attore, impegnato sul set del suo nuovo film “Il maestro” ha casa a Ponza: felice per lui, sai che vista da lassù. La rassegna stampa nel frattempo ci informa di quanto accade a Ponza, Ventotene e non solo: utile, anche se in ritardo, per chi non legge i quotidiani locali.


A questo punto le digressioni ponzesi lasciano il posto ad argomenti di carattere più generale che spaziano su temi diversi. Non amo fare classifiche, ma ritengo che “Nostalgia solo per esperti” segnalato da Sandro Russo sia in assoluto il più affascinante e singolare scritto della settimana: si tratta di un’intervista di Serenella Iovino al filosofo australiano Glenn Albrecht, pubblicata su Repubblica e intitolata “Tu chiamale se vuoi eco-emozioni”. Molto attuale e motivo di riflessione “Carcere 4.0. Dal ‘manicomio’ al carcere” di Silverio Lamonica, che affronta il tema del disagio psichico in persone detenute nelle carceri. Altro argomento non leggero, ma comunque ammaliante, è quello che emerge in “La fatica di vivere, secondo Céline” proposto da Carlo Secondino: prosegue così il lungo flirt con la morte iniziato un’epicrisi fa.

Seguono, in ordine sparso, temi più soft ma comunque sempre di grande spessore: “In giro per isole. Le Cies, spagnole” di Virginia Pecoraro; “Il posto di blocco poetico” di Sandro Russo, ambientato a Sami e frutto di un suo recente viaggio a Cefalonia; “Io sono cucina“, il libro di racconti di Clizia Nicolella proposto da Sara Ahimsa.

Sul fronte ischitano Giuseppe Mazzella di Rurillo propone con grande amarezza “Il Capricho de Calise, dalla cronaca al mito senza passare per la storia“. Intanto si è svolto a Roma il “Premio di laurea Francesco Mansutti“, seconda edizione, intitolato al giovane di Latina morto nella sua azienda in un incidente sul lavoro.
Infine, se oggi siete dalle parti di Bologna, vi segnaliamo la masterclass tenuta da Gabriella Morini “A Bologna c’è più gusto“, anticipata in un’intervista di venerdì su Repubblica.


Buona domenica, aspettando il plenilunio di giovedì.

Tra le immagini, “le Lune” iconiche sul Lanternino (anche in copertina) e sul Porto di notte, sono rispettivamente di Dimitri Scripnic e diRossano Di Loreto, due selenologi di vaglia, tra i nostri collaboratori per la fotografia

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