di Luigi Dies
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Il riferimento è a una “Posta dei Lettori” di qualche giorno fa: leggi qui
Quel turista che dice di frequentare Ponza da quindici anni avrà conosciuto e potuto apprezzare anche qualcuno e qualcosa di buono degli isolani e dell’ isola o è un puro masochista che saltando negli intrecci delle reti da una app all’ altra gode esclusivamente dei suoi rapporti anaffettivi con file e byte?
Insomma le affermazioni abbastanza generiche che fa, le vedo un po’ come stereotipi buttati là in un discorso che non porta da nessuna parte. Nella troupe di una produzione potrebbe fare il runner a cui dici di trovare qualunque cosa e quello la trova a costo di inventarla. Con la finzione di un film ci può anche stare ma generalizzare sulla dignità di una popolazione è un’altra cosa.
Insomma un po’ ha dato fastidio. Forse meriterebbe una risposta.
Ovviamente sono assolutamente cosciente che a Ponza molte cose non funzionano…
L. D.
Sappiamo tutti benissimo che l’estate a Ponza comincia il 20 giugno. Parlo per me che ora faccio il ‘turista’ e non per me quando da ‘operatore’ a Ponza iniziavo a marzo e staccavo a novembre.
Da noi arte in anticipo di quattro giorni il sabba che prende il via al solito ritmo frenetico. Il pentolone che solitamente comincia a bollire la notte di San Giovanni (tra il 23 e 24 giugno – ndr) nell’Irpinia del Maleventano è già tutto ricolmo dei suoi migliori ingredienti.
Ci caliamo tutti in un romantico medioevo fatto di ritrovo di streghe e stregoni che celebrano feste magiche e orgiastiche in onore del diavolo denaro. Il pentolone è pronto gli ingredienti ci sono tutti.
E la frenesia ci accompagna fino ai primi giorni dell’autunno dove ci ritroviamo come pinocchi esausti, tutti di nuovo puri e candidi a Ventotene a festeggiare la Candida santa consorella isolana, e a ringraziare con la fatidica frase sintomo di perenne insoddisfazione: “Meglio feriti che morti”.
Come a dire: “Poteva andare peggio”.
Ed ecco un punto di riflessione.
L’evidenza dice che va sempre peggio. E questo avrà certo una spiegazione.
Chi prova a darla, questa spiegazione, lo fa o con sentenze lapidarie, o con analisi che tirano in ballo una quantità esorbitante e variegata di argomenti analizzati frettolosamente e approssimativamente tirati per il “pizzo della giacchetta” a conclusioni preconfezionate e finalizzate alla dimostrazione desiderata.
“È tutto caro”, quindi, sono tutti cari. “È tutto sporco”, quindi, sono tutti sporchi. “È tutto approssimativo, non professionale, non qualificato”. Quindi non ci sono professionisti.
Ma se ci fosse anche un solo professionista e anche un solo non professionista, ordinato, pulito ed educato, e anche corretto che offre un buon servizio al giusto prezzo, si dovrebbe citarlo, segnalarlo e farlo presente.
Forse chi continua ad avere la sua idea signorile di un certo modo di fare accoglienza e servizio agli ospiti e riesce anche ad avere le sue soddisfazioni dal servizio che offre, potrebbe fare da stendardo per una crociata di rinnovamento. Questi operatori non li metterei nel pentolone con le ali di pipistrello e le code di rospo. Non confonderei chi dà le chiavi della grotta all’agenzia immobiliare di turno, con chi esce di casa e va nella grotta (che poi grotta non è) per offrire al turista la sua casa.
Il prezzo che viene chiesto, in entrambi i casi, che sia giusto o non giusto, trova sempre però una controparte che lo accetta, salvo poi recriminare. A volte a ragione e a volte anche a torto.
Che Ponza sia una stella o che sia un pianeta, che brilli di luce propria o brilli di luce riflessa, in entrambi i casi non è accettabile che qualcuno si arroghi il diritto di buttargli fango addosso in modo casuale e preconcetto.
Quando si ammette di riuscire a svoltare la vacanza a prezzi realistici non si può fare finta di non aver incrociato un operatore corretto ma soltanto di essere in possesso della chiave fatata di un network.
Se si vuole affrontare veramente il problema del turismo e del conseguente modo di fare accoglienza a Ponza si deve ragionare con serietà e fare sedere ad un tavolo e mettere di fronte alle proprie responsabilità chi può oliare o fare inceppare il meccanismo delicatissimo del turismo isolano. Non corriamo dietro a proclami di disfattismo.
Ci sono due vie: l’una alternativa all’altra. O l’isola cresce con tutti gli isolani (quantomeno una buona fetta), o si consegna tout court a chi e già “cresciuto” e ha già tutte le “ricette” pronte in tavola. A quel tavolo, però, i ponzesi potranno avvicinarsi soltanto se ci si siedono sotto.
Non faccio nessun expertise casuale e confuso di problematiche turistiche da affrontare. Dico solo che per me è vergognoso in primis affrontare il problema di raggiungere l’isola da qualsivoglia porto si intenda partire.
E non voglio il biglietto di favore dell’irresidente, (forse perché erroneamente come ponzese mi ritengo un residente irriso) anzi ho espressamente chiesto in biglietteria più volte di creare, produrre e proporre quello al costo doppio di rinnegato scacciato. Purché non con un servizio così vergognoso.
Nessuna agenzia nazionale o internazionale convoglierà flussi consistenti di turismo sull’isola finché avrà il terrore di vedere questo viaggio come una possibile trappola senza via di uscita.
E il viaggio non è più dignitoso per chi deve affrontarlo durante l’anno più e più volte.
Qua metto un punto.
Dopo possiamo cominciare a parlare di tutto il resto.
Teresita
23 Settembre 2024 at 19:31
Io ho la casa a Ponza, e per fortuna; ma gli alberghi dove mando i miei ospiti sono uno peggio dell’altro; la strada che percorro per andare a casa – 90 scalini – non ha uno, dico un cestino per lo sporco; i traghetti sono troppo pochi e per chi arriva dal Nord è un viaggio impossibile; i ristoranti sono carissimi senza la qualità di altri posti altrettanto cari. Il turismo è troppo di massa e non può spendere, la stagione è brevissima. Ci viene solo chi ha la casa, per il resto è morta, compresi quei negozietti da quattro soldi che hanno i prezzi di via Condotti.
(Lettera firmata)
Pasquale
26 Settembre 2024 at 05:42
Appena letto, con ritardo la lettera di questo turista: leggi qui. Essendo stato a Ponza quest’estate con la mia famiglia, quattro persone, confermo che siete fuori mercato. Giusto puntare su turisti giovani ma questo tipo di turismo segue strane dinamiche, meditate, non si trattano le persone come polli da spennare. Esempio: visita a Palmarola circa 200 euro più costi di navetta arriviamo a 220 poi devi cenare… ma si può? Rinunciato.
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(Lettera firmata)