Filosofia

Saggezza indiana (1). Il solco e la rosa

di Sandro Russo e Màdana Marco Rufo

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Nel breve periodo in cui Màdana ha soggiornato al casale (leggi qui e qui), qualche volta siamo usciti insieme, con la mia macchina, più che altro a fare spesa di frutta e verdura (lui è coerentemente vegetariano).
La prima volta che veniva con me mi sono fermato per strada – una stradina di campagna, poco frequentata -, per innaffiare una rosa al di là di una rete, con una tanica d’acqua da 5 litri che tengo in macchina sempre piena.
Al suo stupore ho spiegato che la innaffio ogni volta che passo di lì (spesso), perché malgrado tutte le piante del mondo in questo periodo abbiano bisogno di acqua, quella rosa mi dà abbondanti fiori di un profondo rosso, vellutati e profumati, che spesso mi fermo a recidere. Mi sembrava una restituzione dovuta, in questo con la siccità che imperversa. Anche perché è tra le viti che per le loro radici molto profonde sono tra le ultime piante a risentire della prolungata carenza d’acqua.
Màdana ha approvato con la testa e mi ha detto che un gesto inusuale nella tradizione indiana si dice samskara ed equivale a “rompere il solco” (1) e che fa bene all’anima.
Le volte successive che siamo passati di là ha voluto farlo lui.

La vera foto della rosa dietro la rete, sovrastata dalle vite selvatica, andrò a farla domani

Nota
(1) –
Un samskara, devanagari संस्कार, è un modo automatico e condizionato di pensare e rispondere agli eventi della vita intorno a noi. In accordo con Eknath Easwaran in “Essence of the Upanishad: a key to Indian Spirituality” appare chiaro nei commentari dei Veda che quando un samskara è forte, pensiamo ad esso come ad una parte immutevole della personalità: la gelosia di Otello, l’indecisione di Amleto, l’ambizione di Macbeth; questa diremo essere “la loro natura”. Queste impronte derivano dalla ripetizione dei medesimi modelli da quando siamo giovani, ma anche dalle vite precedenti. Secondo varie scuole di filosofia indiana, tra le quali Samkya, i samskara sono le sottili impressioni mentali lasciate da tutti i pensieri, le intenzioni e le azioni che un individuo abbia mai sperimentato. Spesso paragonati a “solchi nella mente”, nei quali trovano accoglienza i semi delle azioni che generano i frutti del karma, possono essere considerati come impronte psicologiche o emotive che contribuiscono alla formazione di modelli comportamentali. I samskara sono al di sotto del livello di coscienza normale e si dice che siano la radice di tutti gli impulsi, i tratti caratteriali e le disposizioni innate (di Marco Sebastiani, in http://www.yogamagazine.it/2020/11/i-samskara-chiave-interpretativa-dello.html )

1 Comment

1 Comments

  1. Sandro Russo

    11 Settembre 2024 at 10:22

    Aggiunte nel contesto dell’articolo, le foto della rosa dietro la rete

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