Ricorrenze

‘A Madunnella

di Francesco De Luca

 

 

L’otto settembre si celebra a Ponza la Natività della Vergine Maria. In tutta la Chiesa cattolica viene onorato questo giorno, che nella liturgia le è dedicato.


‘A Madunnella in fasce

Fatta questa premessa vado a notare una serie di circostanze che rendono questa ricorrenza ricca di significati, che spero di spiegare.

Anzitutto, perché la celebrazione a Ponza non avviene nella chiesa parrocchiale bensì nella Cappella del Cimitero?
E poi, perché la messa celebrativa si tiene di prima mattina, quasi di nascosto?
E ancora, perché per l’occasione avviene un  ‘incontro’  inconsueto, sul Cimitero, fra i fedeli di Le Forna e quelli del Porto?

Le domande non sono peregrine ma in verità oggi, anno 2024, alcune di queste domande non hanno avuto riscontro reale sebbene lo abbiano avuto nel passato, fino agli anni ‘80 (col parroco don Salvatore Tagliamonte).

Nel tempo qualcosa permane e qualcosa si perde. Resta il fatto che questa pratica devota è ancorata nella storia dell’isola di Ponza, ed è intrecciata a fattori diversi.

La vado a narrare per quel  che ho potuto appurare.

In breve.
La presenza  dei pescatori ischitani a Ponza si perde nei millenni. Ponza era senza popolazione stabile e i pescatori di Ischia (la più vicina delle isole partenopee) trascorrevano a Ponza la stagione di pesca. Da aprile a settembre. Si acquartieravano con le famiglie nelle grotte adiacenti al porto. E’ presumibile l’uso delle cisterne sulla Parata (oggi chiamate Rifugio), o le grotte sulla Punta Bianca o sulla Dragonara.

A loro è attribuita la deposizione, sulla collinetta della Madonna prospiciente al mare, di una effigie della Madonna della Salvazione in una grotticina, oggi non del tutto demolita. In sintonia col culto praticato a Ischia. Dove su un molo insiste una cappella della Madonna della Salvazione.

Boccaccio (nel Decamerone  – 1350) attesta la presenza della Cappella alla Madonna sulla collina che da lei prende nome: collina della Madonna.
Trattasi del culto della Madonna della Salvazione (o di Porto Salvo) che, lo ribadisco, non ha una data fissata nella liturgia cattolica.

Con la colonizzazione (1734 – 1773) si solidifica il culto della Madonna della Salvazione. Tanto è vero che l’effigie, portata dai pescatori ischitani, viene asportata dalla grotticina e ubicata in una cappella più degna, innalzata lì vicino. E’ quella che il Mattej ( 1848 ) evidenzia nel suo disegno da sotto alla ‘batteria Leopoldo’. Su in alto evidenzia una chiesetta e dietro il faro.

Qualcosa però va rinnovandosi con l’insediamento  della comunità ponzese. Il terreno su cui una volta si ergeva la sontuosa villa estiva augustea (collina della Madonna), fu destinato a zona di sepoltura. Definito il perimetro si decise di innalzare un tempietto all’entrata del Cimitero (quello illustrato dal Mattej venne demolito). Tempietto dedicato alla Madonna della Salvazione. Tutto il restante territorio fu lasciato ai privati col Sindaco De Luca – fine ‘800, inizio’900 – per erigervi Cappelle mortuarie famigliari.

Come si vede è ancora del tutto assente il culto della Natività della Madonna. Che comparve come un ‘appropriato artificio’. Perché i pescatori, i più devoti alla Madonna della Salvazione, non avevano alcun modo di esprimere la loro devozione alla Protettrice. Vuoi perché non è codificato il giorno dedicato a quel culto; vuoi perché il loro lavoro li teneva lontani dall’isola fino a settembre, quando ritornavano nell’isola dopo la campagna di pesca.

Ecco qui insediarsi l’’artificio appropriato’, certamente di paternità dell’Autorità religiosa.
L’otto di settembre vede i pescatori ponzesi ritornati a casa. Il luogo deputato alla celebrazione permane e si riconferma la collina della Madonna, nella chiesetta dove la statua della Vergine, su un braccio ha il piccolo Gesù e con l’altra mano tiene un piccolo veliero, a testimonianza che nell’Alto dei Cieli c’è chi veglia in permanenza su di loro.
Si compie una sovrapposizione di culti. Ad essere celebrata è sempre la Vergine Maria. La devozione dei pescatori può trovare piena soddisfazione.

La risposta alla prima domanda è chiara: la sede del culto della Madonna della Salvazione è sulla collina omonima.
Alla seconda domanda: perché di mattina presto? Perché i pescatori sono discreti nelle loro manifestazioni. Non inclini alle effusioni, in sintonia con il parroco si decise che la cerimonia liturgica fosse discreta (si svolgeva nel Cimitero).
Alla terza domanda: l’ incontro mirava a saldare insieme le due comunità parrocchiali (il Porto e Le Forna) riunendo i pescatori dei due villaggi.

Quanto scritto è frutto di ricerche storiche e delle mie frequentazioni in parrocchia con don Luigi Dies e con don Salvatore Tagliamonte.
Come ogni ricerca è suscettibile di approfondimenti.

1 Comment

1 Comments

  1. Enzo Di Fazio

    10 Settembre 2024 at 07:06

    Tra fine agosto e inizio settembre sono stato in Puglia da mia figlia. In quei giorni a Molfetta fervevano i preparativi per venerare la Madonna dei Martiri che, copatrona della città assieme a San Corrado, si festeggia l’8 settembre. Lo stesso giorno in cui a Ponza si celebra la Natività della Vergine Maria.
    E guarda caso anche a Molfetta il culto è sostenuto dai pescatori che l’hanno nominata loro protettrice fin dal 1846. Apprendo dalla lettura di un articolo di Mirella Cives, giornalista di Molfetta Viva, che la storia della Madonna dei Martiri ha radici lontane, risalenti all’epoca dei crociati, quando questi tornando dalla Palestina portavano spesso con loro delle preziosissime icone raffiguranti la Madonna con il Bambin Gesù che, quasi sempre, donavano a chi dava loro accoglienza.
    Una di queste – si racconta – che il 2 ottobre 1188 venne portata a Molfetta ove venne costruita una chiesa per ospitarla. Vi arrivò con il nome di “Madonna della tenerezza” per la dolcezza che trapelava dal dipinto.
    Solo successivamente le venne attribuito il nome di Madonna dei Martiri per onorare i tanti crociati martiri che erano seppelliti nei pressi della chiesa e venne anche realizzata una statua, quella che oggi viene portata in processione. La scelta dei pescatori di nominarla loro protettrice avviene l’8 settembre del 1846, quando per rafforzare il legame tra la Madonna e la marineria, la statua viene portata per mare, usanza praticata ancora oggi. C’è un momento molto toccante e solenne dei festeggiamenti che è quello della consegna della Madonna ai fedeli, cosa che avviene l’8 settembre quando i pescatori bussano alla porta della chiesa per prenderla e portarla in processione su tre pescherecci affiancati e tenuti insieme da un piccolo ponte di legno. Le fasi dei festeggiamenti, con novene, botti, cortei di barche, sbandieramenti, ritorno di emigranti e canti popolari, che ricordano per alcuni aspetti il culto di San Silverio, rappresentano uno straordinario rito tra fede e folclore.

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top