Fantascienza

Love letters (7). Amori fantastici

proposto da Sandro Russo

 

Sembrerebbe strano che un onnivoro lettore di SF & F come me (Science Fiction e Fantasy, ma chiamiamola pure fantascienza) non proponga qualche grande amore da quel genere di letteratura, caratterizzata da una assoluta libertà di ispirazione. Perché anche attraverso storie aliene – di pianeti lontani, tra astronavi e i famosi “omini verdi di Marte che invadono la terra” (questo il campo della fastascienza secondo la vulgata comune -, sempre di vita, umanità, e sentimenti si tratta, ma la fantasia è sbrigliata dalle pastoie dell’aderenza al reale, da nessi e convenzioni, e gioca a tutto campo.
C’è sesso e amore nella letteratura di FS, come no? E ci si trovano storie molto belle e originali scritte da grandi autori

Due copertine dalla mia collezione e sotto il retro degli stessi libri

Manca qui il super-classico di Isaac Asimov, che tutti conoscon0: Playboy e il dio limaccioso (What Is This Thing Called Love?)  pubblicato per la prima volta nel 1961 sulla rivista Amazing Stories. Il titolo inglese dice tutto: è la domanda – Che cos’è questa cosa che chiamano ‘amore’? – che si pongono gli alieni di una galassia lontana venuti con un’astronave a studiare a studiare la terra e i suoi abitanti e capire come si riproducono. A questo scopo, prelevano con la loro astronave un uomo e una donna, per interrogarli e vedere come si comportano. Prevedibilmente, gli umani reagiscono con indignazione quando viene loro richiesto di dare una dimostrazione pratica di riproduzione sessuale, finché gli alieni si stancano  – tutto troppo complicato e incomprensibile –  rinunciano alla loro richiesta e riportano i due sulla Terra.
Senonché, dopo che gli alieni sono ripartiti per il loro pianeta, i due umani coinvolti in quell’avventura, scoprono un’attrazione reciproca e lontano da occhi indiscreti, effettivamente “combinano”.

Ma non vogliamo parlare di sesso qui, piuttosto di “amori fantastici”, anzi, di grandi amori.

Nelle classiche storie di avventure spesso ci sono ‘un lui’ e ‘una lei’ che combattono fianco a fianco per un nobile fine, corrono grandi pericoli e si sa quanto il rischio vissuto insieme leghi le persone.
Così in questa storia già presentata sul sito, di una danzatrice troppo massiccia per quel che si richiede a una ballerina, che trova un modo di danzare tra le stelle. La storia è raccontata dal suo innamorato. Leggi al riguardo: La danza tra le stelle… tirato fuori a proposito di uno spettacolo dei Momix.

Un grande amore è raccontato in Un amore a Siddo (The Lovers), , è un romanzo di fantascienza del 1961 di Philip José Farmer, espansione dell’omonimo romanzo breve pubblicato nell’agosto 1952 sulla rivista Startling Stories, che rese noto Farmer nell’ambito letterario e gli permise di vincere, come “più promettente nuovo scrittore”, il primo dei suoi tre premi Hugo (l’equivalente dell’Oscar per la letteratura di Fantascienza) nella categoria miglior autore esordiente. Venne pubblicato per la prima volta in italiano nel 1966 col titolo Gli amanti.

Il romanzo è ambientato in un futuro in cui la terra sta esplorando pianeti lontani, ben oltre il sistema solare, e il protagonista – Hal Yarrow – è una specie di antropologo esperto in culture aliene che accetta di partecipare a una spedizione perché oppresso dal regime che vige sulla terra dominata da un fondamentalismo religioso nel nome di Sigmen.
Arrivato sul pianeta conosce Fobo, un alieno con cui diverrà subito amico. Esplorando delle rovine trova poi Jeannette, una ragazza umana che lo affascina sin dal primo incontro. I due si mettono presto insieme, amandosi moltissimo; l’unico problema per Hal è l’alcolismo della sua amata. Per questo chiede consiglio all’amico Fobo, che gli consegna una bevanda simile ad una alcolica ma priva di etanolo. Mesi dopo Jeannette si sente male, e si scopre che in realtà non è umana, ma di una particolare razza aliena, le lalithe, che si è sviluppata simile agli umani dagli insetti, e che beveva alcool perché per la sua razza è un contraccettivo. Infatti è ermafrodita e per rimanere gravida le è sufficiente vedere la faccia di colui con cui fa l’amore. Solo che la gravidanza è un destino infausto per la madre, che muore e si lascia divorare internamente dalle figlie larve. Il libro si conclude con il rimpianto e la disperazione del protagonista per la morte dell’amata.
Questo romanzo, letto quando avevo intorno ai 18 anni, lo ricordo ancora per aver fortemente segnato il mio immaginario sull’amore; ma non ho più avuto il coraggio di rileggerlo. Non so perché, forse per paura di una delusione. Per dire, ero stato coinvolto anche dal film Love story (di Arthur Hiller, del 1970; sceneggiatura e poi romanzo di Erich Segal), prima di ridimensionarlo.

Un altro famoso romanzo di FS, più volte citato sul sito, è Cristalli sognanti, di Theodore Sturgeon, uno dei miei Autori-faro.
Scrivevo:
“Con molta poesia e capacità di sorprendere (sense of wonder) vi è ipotizzato un mondo coesistente con il nostro, un universo parallelo a quello degli uomini e del tutto indifferente ad esso; questo mondo, le cui entità appaiono agli occhi umani come prismi sfaccettati, ‘i Cristalli’, esprime una creatività naturale, una aspirazione alla bellezza che si manifesta a volte nel mondo reale in forma di cose, alberi, esseri dotati di vita autonoma. Molte di queste creazioni, cercate in giro per il mondo da un uomo terribile, un misantropo chiamato ‘il Cannibale’, che ha scoperto il segreto dell’esistenza dei ‘Cristalli’, sono riunite in un circo, che per certi aspetti ricorda quello di Freaks, il film di Tod Browning (da cui anche Freaks out di Gabriele Mainetti, film montre del 2021: leggi qui).
Le storie di questi ‘fenomeni’ e la loro autentica umanità, a dispetto della natura aliena, la figura femminile di Zena, le vicende del nano Horton e dell’uomo serpente Solum sono tra le cose più avvincenti che abbia mai letto; a maggior ragione per il periodo adolescenziale-giovanile in cui mi sono avvicinato a quella letteratura”.

Questo stralcio dal romanzo si riferisce al sottofinale, in cui Horty, il protagonista, anche lui opera dei Cristalli, arruolato dal Cannibale tra i fenomeni di baraccone come nano del circo, ingaggia un mortale scontro mentale col cattivo e lo vince; il Cannibale muore, ma anche Zena è morta, poco prima, in seguito alle torture cui è stata sottoposta.
Qui di seguito le quattro paginette che parlano dell’amore di Horty per Zena, con cui lui spera di convincere i Cristalli a farla rivivere. E ci riuscirà.

Ho riletto anch’io queste pagine – e anche un altro raccontino di Theodore Sturgeon che presenterò prossimamente –  e  ho pensato a come gli autori (uomini ) rappresentano la donna del loro amore, meravigliosa oltre l’immaginabile come un essere alieno. Eppure ci sono grandi autrici di FS (senza cercare troppo Leigh Brackett, Ursula Le Guinn…) ma di loro non ricordo descrizioni così intense dell’amore

Prossimamente un racconto breve – tradotto e ri-titolato da me  -, sempre di Theodor Sturgeon: A saucer of loneliness. Mio titolo: Donna di luna

[Love letters (7) – Continua]

 

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