Editoriale

Epicrisi 488. Ponza è… mille culure

di Sandro Russo

 .

Focalizzando sugli articoli usciti su Ponzaracconta nella settimana appena trascorsa, sono stato colpito dalla fastasmagoria dei mondi che lasciano intuire in trasparenza…

Dal vocabolario:
Fantasmagoria: Rapido alternarsi o susseguirsi di immagini stranamente vivide e attraenti; Estens., serie di supposizioni più o meno fondate che colpiscono esageratamente l’immaginazione. Arcaico. Successione d’illusioni ottiche prodotte spec. dalla lanterna magica.

È stata un’attenzione che ho sempre coltivato; ne ho già scritto da qualche parte.
Spesso mi sono chiesto quali mondi abitano le persone che incontro per strada; cosa guarda e sente in realtà il vicino di casa o l’amico con cui sto parlando. Allargando la visuale, mi chiedo anche in che mondo vive, a quali riferimenti culturali attinge l’autore di un brano che sto leggendo, libro o giornale che sia. È un’operazione semi-automatica che facciamo tutti; io ci faccio un’attenzione maggiore, forse.

Che ci si possa sbagliare nel giudizio va messo in conto, ma la parola scritta, la letteratura in genere, ha una maggiore attendibilità rispetto alle parole dette a voce e con l’esperienza si identificano segni di sincerità o al contrario, di falsità.
Ho ricordato chiacchiere scambiate in macchina con persone diverse, al mutare del paesaggio davanti ai nostri occhi: ognuno mi mostrava quello che vedeva.

Con qualcuno ho parlato dello scorrere delle stagioni, segnato dai colori, dalla forma o dalla ricchezza delle foglie e dei fiori nel mondo vegetale circostante.

Altri mi facevano notare la natura e i colori del terreno, le faglie, i profili e le rocce; come in una gola tra due crinali crescono le canne, un sicuro indizio della presenza di acqua.

Alcuni hanno mostrato un’attenzione maggiore per il lavoro dell’uomo, la gente nei campi e i trattori lungo la strada; e anche per le case, le abitazioni dei poveri e dei ricchi; mi hanno parlato di illeciti edilizi, di corpi aggiunti, dove è stato costruito e non si poteva; perfino di come le leggi urbanistiche e le sanatorie hanno cambiato il paesaggio.

Con qualcuno ho guardato il cielo, le nuvole e le forme che esse disegnano; come la luminosità e il colore del cielo modificano l’aspetto del mare; il suo stesso essere minaccioso o rassicurante.

O ancora, il mondo intorno può essere scandito dal suono; dal tono cupo dei bassi dell’autoradio a tutto volume nella notte, quando i tronchi degli alberi ai lati della strada, illuminati dei fari, sembrano sincronizzarsi con i suoni e balzare in avanti al tempo giusto, la velocità stessa adattata a quel ritmo. Del suono che tutto pervade; dei ritmi primitivi che hanno riprodotto il battito vitale; il primo fra tutti: il ritmo cardiaco. O del ritmo del respiro, che modula perfino la lunghezza delle frasi di uno scrittore, da cui – dicono – si riconosce l’asmatico per la brevità e la fame d’aria.

Come ci sono universi di sola forma; mondi che sembrano esistere per essere trasposti in immagini; neanche per essere raccontati..

Al contrario, ho spartito l’esperienza di persone prive della vista, come il mio amico Angelo, ai tempi dell’università. A lui chiedevo, incuriosito, della natura dei suoi sogni. Una sequenza di emozioni, odori e sensazioni tattili al posto di quello che rappresenta per noi il mondo visivo. Una successione di tempi in sostituzione del nostro panorama, il colpo d’occhio che tutto comprende: così difficile da raccontare a chi non vede.

E che dire degli innamorati? Dell’esperienza di spartire con loro un mondo pieno di una sola persona, di un volto che occhieggia da ogni manifesto, riconosciuto nella forma stessa delle nuvole..?

Con altri occasionali compagni di strada ho guardato più attentamente le facce della gente, le espressioni dei volti, i segni della solitudine; da piccole impronte sul viso, da poche parole scambiate, ho  imparato a capire chi ancora sogna e chi ha smesso. E’ stato il gioco di una stagione, legare le facce alle storie che potevano esserci dietro e fantasticarci sopra.

Come ci sono tutti altri aspetti del guardare, più o meno viziati dall’interesse professionale o da private ossessioni: il modo di camminare, la distribuzione del carico, la forma della colonna; i denti, le orecchie. Come c’è chi guarda solo le donne ..o solo gli uomini…

Oppure nel ‘craving’, la ricerca spasmodica della droga, qualunque droga, che riduce il mondo ad una sola dimensione.

Alcuni poi, sanno parlare solo di se stessi…

Infine, dove le strade finiscono, ho visto anche persone per cui la vita non è più colore, né suono, né forma definita, ma una sequenza di respiri trascinati a fatica, uno dopo l’altro, per arrivare a vivere l’attimo successivo.

Cose tanto diverse vede e sente la gente che incontriamo. Non si tratta solo di diversi interessi o specificità; sono proprio mondi sensoriali e un immaginario incompatibili, da poter pensare che siano altri universi, in realtà; sistemi ruotanti intorno a soli sconosciuti, diversi dal nostro.
È con questo in testa che ho letto gli articoli usciti sul Sito nella settimana.
Il sito che questi mondi distanti prova a tenerli insieme e confrontarli.

Ponza è mille culure (Ponza è mille suone)

Ponza estate, Benny & Maddy cantano Napoli
A Formia Tosca in concerto, stasera 3 agosto
Sergio Caputo Trio, giovedì 1° agosto concerto a Ponza per Onde Road
Onde Road – 1° agosto (di Francesco De Luca)
Formia, la musica è vita… Festa nel borgo di Castellone
Una canzone per la domenica (307). II valzer di Amélie
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Il Meteo (183). La settimana da lunedì 29 luglio 2024

A Ponza se nasce e se more

Con Giovanni Trombetta se ne va un altro ponzese
Ci ha lasciato Silverio Vitiello
Un fiocco tutto azzurro per Damiano

Ponza è… ’ncopp’ ’u Cumune

 Dalla stampa odierna: il ticket di stazionamento barche a Ponza
Notizie dalla stampa. Ponza, comincia la raccolta rifiuti barca a barca, presto un museo delle tradizioni marinare. Ventotene, una corona per il Santa Lucia, critiche al piano di mobilità
Il Comune convoca i titolari di Concessioni demaniali 
La Posta dei Lettori. Il ticket di stazionamento per imbarcazioni
Ticket di stazionamento, i chiarimenti del Sindaco

Ponza è ’nu passate ca nun passe maie

L’estate di Bixio
– 1980 – ‘A quinnecina
– Zoo umano (7). Vocca ‘i sguessa

Ponza ch’avessa veni’… ma ancòra nun se vede

Qui non c’è, in nessuna forma nota, la voce dei giovani. Solo alcuni commenti che li evocano in absentia, nell’articolo dell’antropologa Antonia De Michele di qualche giorno fa.

Ponza è pure chelle ca succede a’ vi’e fòre (Ponza è mille culture)

La via Appia, “regina viarum”, riconosciuta patrimonio mondiale Unesco
Paolo Rumiz, che l’Appia l’ha fatta a piedi
Sulla via Appia ‘Patrimonio dell’Unesco’ c’è altro da sapere…
Roberto Herlitzka, la scomparsa di un gigante (di Gianni Sarro)
Un evento all’inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi. Concita De Gregorio scrive di Céline Dion
Ischia, è tempo della seconda valorizzazione
Ventotene e il Piano di mobilità sostenibile. Proposta operativa con nota d’introduzione
Suor Ambrogina di San Carlo, la Santa di Maranola
Un giardino è… magia (con un ringraziamento a Fabio Lambertucci per averci fatto incontrare in Commenti – Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale)

A Ponza l’amicizzia e l’ammore s’accanoscene eccome… pure ’ll’esta’

Ci stava passando inosservata la Giornata Internazionale dell’Amicizia. Meno male che…
Sull’amicizia, di Khalil Gibran
Sull’amicizia, lo scritto che ho più amato (Sandro Russo riporta Antoine de St. Exupery)
Il mio ricordo di Silverio (di Paolo Iannuccelli)
Love letters (5). Un’altra coppia raccontata da Elena Stancanelli
In ricordo di Lucia Mastrodomenico

Ponza è ’nu sole amaro
Ponza è ’n’andore ’e mare
Ponza è ’na carta sporca (…e nisciune se ne ’mporta)
Ponza è ’nu suònn ’i notte (…il sogno di un’isola diversa)

Dalla stampa odierna: sentita dal Giudice la vittima della violenza di Ponza
Legambiente, rapporto Isole Sostenibili 2024
Ancora su sostenibilità e identità ponzese (di Guido Del Gizzo)

 Ringrazio per la suggestione Pino Daniele e per l’occasione ci riascoltiamo l’intramontabile Napule è, un brano da lui composto e eseguito, inserito come traccia di apertura dell’album di esordio “Terra mia” (1977).

https://www.youtube.com/watch?v=hvP16lYaFco

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2 Comments

2 Comments

  1. arturogallia

    4 Agosto 2024 at 17:48

    “Qui non c’è, in nessuna forma nota, la voce dei giovani. […]”
    Al di là del fatto che mi pare che Martina sia giovane e sia addirittura all’interno della direzione, anziché continuare a ribadire l’assenza dei giovani, mi porrei la domanda “come mai non c’è alcuna voce giovane all’interno di Ponza Racconta?”. Perché i giovani non interagiscono con il sito, né con l’omonima pagina Facebook?
    Non sono interessati alle vicende dell’isola oppure è semplicemente un canale comunicativo che non conoscono?
    Opterei per la seconda, infatti “Facebook è una delle piattaforme social più ampiamente utilizzate al mondo e il suo pubblico è piuttosto diversificato. L’età media degli utenti su Facebook è aumentata negli anni ed è ora intorno ai 40 – 50 anni. Questo significa che è una piattaforma efficace per raggiungere una fascia di età più matura”. (Fonte: https://www.linkedin.com/pulse/gruppi-di-utenti-sui-social-media-come/)
    Neanche più Instagram è utilizzato dai più giovani. E anche gli eventi organizzati in seno a PR vedono la partecipazione di chi è un po’ più canuto.
    Mi metterei in piazza, all’orario dell’aperitivo, chiedendo ai più giovani 1) se sono ponzesi e, se sì, 2) se conoscono il sito. Non sono veggente, ma mi viene facile ipotizzare l’esito.

    I giovani sono interessati alla loro isola e al loro futuro, avoja che è così!
    Per cui generalizzare dicendo che i giovani sono tutti nullafacenti e disinteressati solo perché non interagiscono con PR non solo è sbagliato, ma pure ingiusto e miope (o forse è più facile così?).
    Poi è chiaro, nel mazzo c’è chi è più interessato e chi lo è meno, chi è più industrioso e chi è più scansafatiche, come nella normalità delle cose.

    All’inverso, sarebbe giusto che una decina di giovani leggessero il sito e dicessero “tutti quelli che scrivono su Ponza Racconta sono barbosi e lamentosi”?!?

  2. Patrizia Maccotta

    14 Agosto 2024 at 16:39

    Bello questo tuo articolo, Sandro. Ecco perché stai zitto alle cene! Osservi, ascolti e immagini i mondi degli altri!
    In quanto ai sogni di un cieco mi sono chiesta anch’io di che materia erano fatti… Ho sempre avuto il terrore della cecità.

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