Zoologia

Di uomini e asini

di Sandro Russo

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Leggo volentieri storie di animali da la Repubblica-on line nella rubrica La Zampa; lettura rilassante invero, a confronto delle parallele vicende umane, sullo stesso giornale.
Sul sito abbiamo raccontato spesso storie di animali, di cani o di gatti, per lo più, perfino di mucche, ma mai di asini, ora che ci penso. Eppure sono tra gli animali che prediligo, pur senza averne mai avuto uno.
In effetti il posto dove ho incontrato più asini è stato Ponza. Nella mia infanzia-adolescenza ponzese la visita a Pallera, ’u ciucci’i M’lazz’, il nonno di Margherita ’i Barbett’ era un appuntamento fisso ogni volta che andavamo al cinema. F famosi erano anche i ciucci d’u Ffieno, il posto delle vendemmie di Ponza (non ricordo i nomi): erano i ciucce d’u zi’ Aniell’, ’u ciucci’i Luiggi ’u Nir’ e ’u ciucci’i Libberato.


Ho scoperto sul web addirittura un sito dedicato agli asini, da cui ho tratto, per le possibili corrispondenze con Ponza, l’articolo che segue; in effetti fino a qualche anno fa, quando erano ancora vivi i magnifici vecchi del Fieno, zì Aniello, Luiggi e Giustino (con Liberato che è di qualche anno più giovane) la coltivazione della vite in quella zona assolata e impervia dell’isola, era possibile solo grazie agli asini che tutte le mattine accompagnavano i loro compagni umani a salire e a scendere (dalla parte di Chiaia di Luna fino alla Guardia Guarini (o anche da “gli Scotti”) e la relativa discesa fin quasi al mare di punta Fieno (le mitiche vendemmie del Fieno sono state raccontate più volte sul sito).

La Somareria dell’Elba. Intervista a Luca Giusti
di Alessandra Giordano del 25/09/2015

Proseguiamo il nostro viaggio in tutta Italia per scovare gli asinari che si sono organizzati e propongono attività con i nostri amici orecchiuti.
Questa volta voliamo all’Isola d’Elba, e parliamo con Luca Giusti.

Luca, come è nata la tua personale avventura asinina?
La Somareria nasce dalla mia passione per la natura e gli animali, l’incontro con i miei somari è stato casuale: Mustafà, il mio primo somaro, mi è stato donato come regalo di nozze. Un regalo importante perché ha dato vita ad un sogno… Amo stare all’aria aperta, amo tutto della natura e desidero trasmettere questo di me alle persone che fanno e faranno parte della mia vita! Il contatto con il somaro mi ha fatto comprendere caratteristiche di questo animale che non immaginavo e così ho capito che avrebbe potuto essere un valido compagno di viaggio, un sostegno, un sostegno in ogni senso possibile…

Ai tempi lavoravo presso un’attività del luogo, un lavoro tranquillo, sicuro, dal quale però non riuscivo a trovare nessuna remunerazione se non quella economica. Il tempo migliore lo spendevo in compagnia del mio somaro nei dintorni di casa. Una casa immersa nel verde, in campagna, ai bordi di una folta macchia boschiva parte integrante di quella realtà elbana dove i protagonisti sono principalmente il mare e le spiagge. Qui immerso nel verde pacifico della macchia mediterranea, amavo passeggiare con Mustafà e riscoprire, con il lavoro manuale, tutte le vecchie tradizioni contadine. Dal desiderio di condividere con gli altri queste magnifiche esperienze è nata l’idea ambiziosamente semplice di creare una realtà lavorativa che mi appartenesse veramente. Ho deciso così di diventare Guida ambientale escursionistica e con l’arrivo di Ambra e Titina, le mie somarelle, ho dato vita alla Somareria dell’Elba. È per l’amore e il rispetto per questo animale che è iniziato tutto, è nato un progetto di vita, è nata la Somareria dell’Elba.

Quali sono state le difficoltà che hai incontrato?
Le difficoltà che ho incontrato sono molteplici e sicuramente mi accomunano a gran parte delle persone che intraprendono un nuovo percorso di vita. Ho lasciato un lavoro sicuro per intraprendere qualcosa di incerto e all’Elba mai realizzato prima… L’ Isola ti può dare tanto, ma in un ambiente tanto ristretto ci vogliono anni prima che le persone comprendano la tua attività e inizino a “servirsi” di te… Inoltre, si fatica ad ” ingranare”  quando si deve contare solo sulle proprie forze e risorse e la forte crisi economica, che ci ha toccato tutti, sicuramente non ha aiutato…

C’è qualche simpatico o particolare aneddoto da raccontare in proposito?
Le mie somare sono abitudinarie… felicissime di gironzolare con me lungo i sentieri elbani, lo sono altrettanto quando capiscono che è l’ora di ritornare a casa… e così se mi dilungo con un cliente a “chiacchierare” un po’ lungo la via, loro mi spingono con il muso perché io continui il cammino senza fermarmi… loro camminano lente verso casa… senza che io le guidi ormai… e piano piano raggiungono il “nostro paradiso”… praticamente da sole!

Quali attività proponete nella vostra Somareria?
La Somareria dell’Elba
nasce come attività tesa a promuovere un modo diverso di fare trekking, camminando cioè in compagnia dei somari, l’unico antico supporto dei contadini elbani. All’interno dei percorsi scelti per le passeggiate “al passo del somaro”, oltre  a descrivere le bellezze naturali incontrate lungo il percorso, viene anche raccontata la storia di quei luoghi, in un percorso storico a ritroso nel tempo, partendo dagli antichi frequentatori degli stessi sentieri fino all’ epoca recente. Non si tratta di semplici escursioni accompagnate, ma di gite tematiche dove mi piace illustrare  anche come venissero utilizzati e quali fossero gli strumenti che oggi sono stati sostituiti dalla tecnologia. Un viaggio nel tempo nelle tradizioni e nella cultura contadina elbana.  Il somaro da una parte ci alleggerisce del nostro bagaglio e dell’altra ci regala la sua saggia compagnia scandendo il tempo con il suo lento procedere, come entrare in una macchina del tempo…  il tempo rallenta al passo del somaro facendoci dimenticare finalmente l’orologio…

Da circa un anno ormai, non solo escursioni, ma anche attività assistita nei recinti e nella mia campagna, nella quale ho realizzato un percorso esplorativo, con approccio sensoriale al somaro e attività di educazione e terapia. La passione per il mio lavoro e questo magnifico animale, mi ha spinto a voler approfondire alcuni aspetti fondamentali caratteristici di questo animale, perché desideroso di poter anche aiutare, magari,  chi è in difficoltà. E’ così che mi sono formato come operatore in attività, educazione e terapia assistita presso la Città degli Asini.

Come l’asino ha cambiato la tua vita?
La mia vita è cambiata radicalmente… ora svolgo un’ attività che mi realizza interiormente. Il somaro, più di ogni altro animale, ha delle doti comunicative e relazionali uniche. Io e i miei somari in capo al mondo!!  con il resto della famiglia naturalmente (mia moglie e le mie due figlie)!
Con i miei somari mi piace organizzare percorsi di  educazione ambientale sul mio territorio perché  amo  le mie radici e tradizioni e  con loro è più facile trasmetterle ai ragazzi. Sono convinto che solo amando ciò che ci circonda si possa tutelarlo e salvaguardarlo. Credo che i nostri ragazzi debbano conoscere il loro territorio camminando al suo interno, apprendendo per esperienza e apprezzando il valore delle cose semplici… Il Somaro (così lo chiamiamo dalle mie parti) è stato per me la svolta al cambiamento…

Incontrare un asino è un’opportunità privilegiata. La Somareria dell’Elba crea questa opportunità. L’incontro con questo animale ha lasciato a me, e lascerà a tutti coloro che lo incontreranno, un segno che durerà nel tempo.

L’Autore
Alessandra Giordano – Giornalista pubblicista, autrice. Attività culturali con l’asino.

Fonti
Per l’articolo riprodotto (con più immagini): https://asinius.it/2015/09/la-somareria-dellelba-intervista-a-luca-giusti/
Il sito: https://asinius.it
La Somareria dell’Elba (a Marina di Campo) : https://www.infoelba.it/isola-d-elba/escursioni-guidate/somareria-dell-elba-1576/

 

 

2 Comments

2 Comments

  1. Enzo Di Fazio

    21 Luglio 2024 at 18:56

    Sul sito abbiamo raccontato spesso storie di animali, di cani o di gatti, per lo più, perfino di mucche, ma mai di asini, ora che ci penso -, scrive Sandro
    Non è proprio vero, anche se le cose che andrò a ricordare non sono proprio storie di asini. Sono comunque storie in cui l’asino ha un ruolo importante. Mi riferisco a due articoli scritti negli anni scorsi e che mi fa piacere segnalare per la simpatia che anche io nutro nei confronti di questi animali che a Ponza hanno avuto sempre un ruolo importante soprattutto durante le vendemmie.
    Il primo è “La storia di Giacinto, il corriere del semaforo”, dove Giacinto Colella, personaggio degli anni 50/60 molto familiare nella zona degli Scotti, svolgeva il servizio di corriere per il Semaforo della Guardia, utilizzando un asino con cui trasportava di tutto, facendo, d’estate, anche 4 viaggi al giorno. Ricordo che nell’affrontare la salita Giacinto controllava i movimenti del carico e, se necessario, si fermava, rinforzava i legacci e, passando una mano a mo’ di carezza sulla testa dell’animale, lo assecondava nell’affrontare la strada di traverso, zig-zagando, per alleggerire il peso della salita.
    L’altro articolo è “Tempo di vendemmia, tempo di ricordi”. Sono gli anni in cui partecipavo alle epiche vendemmie del monte Guardia guidando Carolina, l’asina di zio Francesco, un animale cui zio teneva tanto e che mi raccomandava di trattare bene. E c’era anche Garibaldi che ci veniva in aiuto, un asino guidato dall’amico e compagno delle elementari Totonne ‘i Semiscotte.

  2. Sandro Russo

    22 Luglio 2024 at 18:18

    Non sia mai che mi lasci sfuggire l’occasione per ricordare i film più importanti che hanno un asino come protagonista. Dei tre citati ne ho visto solo due.
    Il primo, e più famoso, un capolavoro, è Au hasard Balthazar, un film del 1966 diretto da Robert Bresson. Il film fu presentato in concorso alla 27ª Mostra del cinema di Venezia.

    EO (il titolo riproduce il verso dell’asino) è un film del 2022 diretto da Jerzy Skolimowski. È stato presentato in concorso al 75º Festival di Cannes, vincendovi il premio della giuria e ha ricevuto una nomination agli Oscar 2023 come migliore film internazionale.
    Il film è un adattamento contemporaneo del film del 1966 Au hasard Balthazar di Robert Bresson, in cui l’asino è “emblema recettore del Male, inflitto, subito e metafisico”.

    Più leggero, e mi dicono molto gradevole, è Antoinette dans les Cévennes (Io, lui, lei e l’asino) è un film del 2020 diretto da Caroline Vignal. Storia di un viaggio con un asino sul “Cammino di Stevenson, così nominato dal celebre libro dello scrittore-avventuriero scozzese, innamorato della Francia, pubblicato nel 1879 come “Viaggio con un asino nelle Cévennes”: Stevenson attraversò a piedi (con un asino al giogo come compagno) un tratto dell’Alvernia e, soprattutto, le Cévennes, in direzione sud, per un totale di 252 km in 12 giorni.

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