di Martina Carannante
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Santa Maria, 20 marzo.
Si sono conclusi i festeggiamenti in onore di San Giuseppe, una festa semplice, un modo per stare insieme, fare comunità e divertirsi.
La festa è quasi sempre dei bambini, perché gli adulti hanno troppe cose da fare e da pensare anche se è un giorno di festa, ma alla fine, ieri, dopo il gran pranzo per i papà, tutti si sono dedicati ai festeggiamenti; sarà che era bella giornata di sole e calda ad annunciare l’equinozio di oggi, sarà che la primavera mette tutti di buon umore, ma queste giornate ponzesi sono state ricche di gioia e divertimento.
Dopo la serata di domenica con le pizze fritte e la musica di Maddy & Benny, lunedì 18 il pomeriggio nella contrada di Santa Maria è stato all’insegna dei bambini, prima a saltare e giocare sui gonfiabili, poi con il baby trucco e lo spettacolo che ha lasciato tutti a bocca aperta, con i Mangiafuoco e i fachiri.
Il gruppo musicale ha allietato la serata e la loggia è stata il teatro che aveva come protagonista la zeppola… Più di 20 chili di zeppole sono state fritte e gustate da tutti.
La giornata del 19 marzo è iniziata presto, con la Diana sparata alle ore 6 che ha risvegliato tutti sia in zona Santa Maria, che Conti e Porto. Il giro bandistico ha allietato le vie dell’isola fino al corso Pisacane.
Sull’isola per la solenne celebrazione eucaristica è arrivato anche il vescovo mons. Luigi Vari che però è andato via nel pomeriggio. La processione con il simulacro del santo è stata molto partecipata, ma quello che più ha portato gioia è stato vedere il ricambio generazionale dei “portatori “ del santo, giovani forti oltre ai veterani che hanno dato manforte, vista la lunga processione, la strada dei Conti non proprio agevole ed il peso della statua.
La bella serata senza vento del 19 ha favorito la riuscita della serata tra musica, bancarelle e tanti buoni dolci; verso la fine della serata musicale c’è stata l’estrazione della riffa con tanti premi utili (come i primi 4 premi asciugatrice, televisione, computer, friggitrice ad aria), una smart box e poi tanti premi di consolazione gustosi (prosciutto, salame, formaggi, pasta) offerti da Galbani, Mallozzi, Caseus e 3esse.
Il doppio spettacolo pirotecnico, prima su Giancos e poi alla scogliera al porto ha concluso questa splendida festa dedicata alla famiglia, alla convivialità e alla cooperazione.
Ringrazio personalmente tutti coloro che hanno contribuito alla splendida riuscita della festa con grandi e piccoli contributi… l’unione fa la forza e questa ne è stata la dimostrazione!
Viva San Giuseppe, Viva la contrada di Santa Maria e Viva la Ponza unita e operosa!
Martina
Nota – Le prime foto sono di Rossano; quelle degli addobbi floreali di Ofelia Serto; quelle dei fuochi sono le mie… non sono un granché, però.

Giuseppe Mazzella di Rurillo
22 Marzo 2024 at 06:38
Credo che la festa di San Giuseppe a Ponza sia stata portata dagli ischitani. Non a caso si svolge nella contrada che fu il primo insediamento della comunità ischitana nel 1734. Ad Ischia la festività di San Giuseppe si tiene nella contrada “Fango” tra Casamicciola e Forio legate dalla strada “borbonica” aperta nel 1854.
Questa piccola comunità di circa 500 persone con una piccola chiesetta colpita dal terremoto del 21 agosto 2017 – ma lo é stata anche nel 1881 e nel 1883 – ha San Giuseppe come santo protettore; la comunità é molto legata alla festa. Ad Ischia è una festa “minore”, ma la contrada ci tiene molto.
É una testimonianza del legame antico tra Ischia e Ponza. Resiste ai secoli ed alle mode.
G. M. R.
Biagio Vitiello
22 Marzo 2024 at 12:18
Non credo che siano stati gli ischitani trasferiti nel 1734 a portare la festa di San Giuseppe a Ponza. Anche a Torre del Greco – sede di provenienza del secondo ceppo di coloni che si stabilirono sull’isola – la festa è molto comune. E vicinissimo a Torre c’è un paese che si chiama persino San Giuseppe Vesuviano. Potrebbe anche essere stata importata dai coloni torresi (i Vitiello) che arrivarono nella contrada Conti nel 1780.
Bisognerebbe che uno storico bravo riuscisse a risalire alle radici della festa, a che cosa successe in quei lontani 40-50 anni.
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Nell’articolo di base, trasferite a cura dalla Redazione, due schermate della mia ricerca sul web
Biagio Vitiello.2
22 Marzo 2024 at 17:50
Mi scrive Rita Bosso:
“Ciao Biagio, non mi risulta che tra gli ischitani che partirono nel 1734 ci fossero famiglie provenienti dal Fango, pertanto il nesso che ipotizza Mazzella non sussiste. Semplicemente il culto di san Giuseppe è diffuso ovunque”