Racconti

Oggi, 12 dicembre

di Guido Del Gizzo

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Giovanni Verbini, dettoJepson, è stato un ponzese famoso nel mondo della vela: una delle prime volte che sono venuto sull’isola mi hanno raccontato che, però, il suo nome non fu scelto per la nuova toponomastica dell’isola, perché i ponzesi non si riconoscevano nella sua figura, peraltro controversa e un po’ bizzarra.
Esattamente l’opposto dell’impressione che si ricava leggendo di Assunta Scarpati, che non conoscevo e nella cui figura molta isola sembra invece rispecchiarsi.

Leggendo i molti commenti e l’ultima epicrisi, di Enzo Di Fazio, che parla di “emersione di buoni sentimenti”, si chiarisce ciò che per noi dovrebbe essere il senso della rappresentanza : tutti noi vorremmo riconoscerci – ed essere rappresentati – da qualcuno che rappresenti il meglio di ciò che siamo e, possibilmente, ciò che vorremmo diventare.
Per questo, Assunta Scarpati sarà ricordata a lungo.

Ma poi mi sono imbattuto nella notizia che il Ministero della Cultura ha un candidato al Nobel per la letteratura: Giulio Rapetti, in arte Mogol.
“Sono candidato al premio Nobel e questo mi emoziona molto. Ma nella vita ho capito che il vero premio è prendersi cura degli altri” – ha dichiarato il nostro, facendo, involontariamente, il verso a quelle parodie americane dei concorsi di bellezza, dove le modelle sono tutte sceme e dichiarano tutte di “volere la pace nel mondo” (“Miss Detective” e altri filmetti simili).
Ora, con le canzoni di Mogol-Battisti ci siamo cresciuti tutti, ma che il Ministro della Cultura (ancora lui!) le proponga come eccellenza della cultura italiana, beh, parliamone… Oltretutto con il particolare, non insignificante, che l’Accademia di Svezia non accetta candidature, ma decide in modo del tutto arbitrario e assoluta autonomia, per nostra fortuna.
“Oh mare nero, mare nero, mare nee/ tu eri chiaro e trasparente come mee”… Non vedeva l’ora, il nostro Sangiuliano.  Ci aspettiamo ancora molto, da lui.

Il tema della rappresentanza è un problema serio: il principio al quale ci ispiriamo è che tutte le componenti della società possano presentare dei candidati ma che questi, una volta eletti, debbano rappresentare tutti e, perciò, senza vincolo di mandato, rispondendo alla loro coscienza.
Diventa fondamentale, quindi, scegliere candidati che ce l’abbiano, una coscienza, come Assunta Scarpati, ad esempio, e che abbiano chiaro anche che debbano rappresentare tutti, anche quelli che non la pensano come loro: perché, loro, hanno il diritto di votare in contrasto con le indicazioni del partito che li ha eletti.

Forse il generale Vannacci sarà il candidato della Lega alle prossime elezioni europee, uno che a proposito dei femminicidi ha dichiarato: “Ce ne sarebbero di meno, se i giovani venissero educati ad una società più concorrenziale…”
Insomma, l’importante è competere.

A proposito, oggi è il 12 dicembre… ricorda qualcosa?

3 Comments

3 Comments

  1. Enzo Di Fazio

    12 Dicembre 2023 at 15:16

    Il 12 dicembre, sì che ricorda qualcosa.
    Almeno a me che di ciò che accadde in quel giorno ho tutto impresso nella mente.
    Ero a Milano, catapultato dal sud dal giungo di quell’anno, a vivere la mia prima esperienza lavorativa. Vincitore di concorso indetto dallo storico Banco di Napoli arrivai lì assieme ad altri dieci colleghi. Avevo poco più di vent’anni, in pieno periodo di contestazione giovanile che viveva a Milano, e non solo, un’esperienza nuova di rivendicazione di diritti partita dalla scintilla del maggio francese del ’68 che in Marcuse aveva trovato il suo principale interprete. Erano gli anni in cui al movimento studentesco guidato da Mario Capanna si andava contrapponendo quello di estrema destra di Giovane Italia di piazza san Babila. Anni di piombo furono definiti o della strategia della tensione, per i numerosi attentati e stragi che cominciarono proprio in quell’anno e che culminarono nella strage di piazza Fontana alla Banca Nazionale dell’Agricoltura, accaduta proprio il 12 dicembre. Ci furono 17 morti ed 88 feriti e l’attentato avvenne, alle 16,37, in un momento in cui il salone della filiale era ancora pieno di persone, per lo più commercianti di bestiame e mediatori che venivano dalla provincia e lì si riunivano per le contrattazioni.
    Una strage per la quale, quantunque le indagini abbiano stabilito che sia stata compiuta da terroristi dell’estrema destra, non è mai stata emessa una sentenza per gli esecutori materiali, cioè coloro che lasciarono la valigia piena di tritolo, che restano ignoti.
    Una pagina triste della storia della Prima Repubblica ancora piena di interrogativi. Per i ritardi e le omissioni che ci sono state e per i tanti ricorsi al segreto di Stato utilizzati durante le indagini.

  2. Luisa Guarino

    12 Dicembre 2023 at 16:25

    Solo per completezza d’informazione, ricordo che la strage di Piazza Fontana è avvenuta il 12 dicembre 1969, 54 anni fa.
    Per ulteriori approfondimenti, a questo link: https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_piazza_Fontana

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