Esteri

Alla vigilia della conclusione della conferenza sul clima

segnalato dalla Redazione

 

Cop28
La geopolitica dell’ambiente
di Enrico Franceschini – Da la Repubblica dell’11 dic. 2023

Russia e Iran, alleati di fatto nelle guerre che infuriano in Europa e nel Mediterraneo, si ritrovano in questi giorni dalla stessa parte della barricata in un terzo teatro globale: Cop28, il summit annuale per salvare il pianeta dal cambiamento climatico.
I segnali che giungono da Dubai, dove domani 12 dicembre (oggi per chi legge – ndr) si conclude il vertice sul clima, rivelano l’opposizione congiunta di Mosca e Teheran a misure più drastiche per ridurre la dipendenza da carburanti tradizionali come petrolio e carbone, di cui sono entrambi Paesi produttori.
La novità rispetto alla conferenza climatica dello scorso anno è la Cina, che nel 2022 mise un freno alla risoluzione finale del summit mentre ora sembra su una linea più aperta alla necessità di combattere radicalmente insieme agli altri l’effetto serra.

Se confermato dal comunicato di chiusura del vertice, un atteggiamento più positivo da parte di Pechino potrebbe rappresentare una svolta significativa su un doppio fronte.
Innanzi tutto, nello sforzo internazionale per moltiplicare l’utilizzo di energia rinnovabile, con una rapida transizione verso l’economia sostenibile, nel tentativo di scongiurare un aumento della temperatura della terra di 1,5 gradi (o a questo punto anche di più) entro la fine del secolo: fenomeno dalle conseguenze catastrofiche, che già si intravedono nelle sempre più frequenti manifestazioni di eventi estremi, dalle alluvioni agli uragani, dalle inondazioni agli incendi incontrollabili. Stati Uniti e Cina sono le due nazioni che inquinano di più l’atmosfera terrestre: un maggiore impegno di Pechino sarebbe non solo necessario ma indispensabile per realizzare gli obiettivi di Cop28, rispondendo all’allarme rilanciato in tal senso dall’Onu.

La speranza dell’America e dei suoi alleati è che a una evoluzione della posizione cinese sul clima corrisponda un diverso approccio di Pechino anche su un secondo fronte: quello della guerra in Ucraina e a Gaza.
In sostanza, cioè, la possibilità che la Cina non diventi il terzo polo dell’asse del male costituito da Russia e Iran (con il supporto, come socio minore di questa totalitaria alleanza, della Corea del Nord), e invece si unisca, per cominciare sul fronte ambientale, a un asse del bene alla ricerca di soluzioni collettive. Può darsi che il recente summit fra il presidente americano Biden e il presidente cinese Xi Jinping a San Francisco abbia spinto Pechino al dialogo invece che alla contrapposizione. Così come è possibile che la Cina stia comprendendo di avere poco da guadagnare dall’alleanza con Russia e Iran contro un Occidente da cui dipendono i suoi commerci e la salute della sua economia.
Per il momento sono soltanto supposizioni.

Cop28 può ancora fallire. Gli scenari in Ucraina e in Medio Oriente rimangono destabilizzanti. Di certo c’è che anche al summit sul clima emerge la coincidenza di interessi e obiettivi fra la Russia, l’aggressore nella guerra che dura da quasi due anni in Ucraina, e l’Iran, che attraverso i fondamentalisti islamici di Hamas conduce una guerra per procura contro Israele e contro i Paesi arabi sunniti già in pace con lo Stato ebraico o, come l’Arabia Saudita, che la pace era in procinto di farla, prima che l’attacco jihadista del 7 ottobre fermasse i negoziati mediati da Washington. Tutto si lega in questo scontro globale, in cui il premier israeliano Netanyahu ha fatto ieri una dura telefonata a Putin mentre a Dubai si giocano le battute conclusive della partita sul cambiamento climatico. Se l’esito di Cop28 fosse un distacco della Cina dall’abbraccio con Mosca e Teheran sarebbe un risultato importante, non solo per la battaglia sull’ambiente ma con potenziali riflessi anche sui conflitti che divampano dall’Europa dell’Est al Mediterraneo orientale.

[Di Enrico Franceschini. Da la Repubblica dell’11 dic. 2023]

Immagine di copertina. Vignetta di Laura Pellegrini, Ellekappa, dalla prima pagina de la Repubblica di oggi 12 dicembre 2023

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