di Silverio Lamonica
Una premessa doverosa. Col termine “prosaico” non intendo riferirmi all’autore, ci mancherebbe altro, bensì al contenuto dei vari articoli che di solito sono scritti in modo molto lineare, approfondito e documentato.
Ciò precisato, alla prima categoria “prosaica” appartengono senz’altro gli articoli sui collegamenti marittimi: Isole, collegamenti sempre in alto mare e Corse sospese. Del resto, quando lo stato gestiva direttamente le linee di comunicazione delle isole, col mitico “Gruppo FINMARE”, le cose andavano ben diversamente, come ebbi a precisare nella recensione al saggio su tale argomento di Nicola Lamonica (leggi qui).
L’ammodernamento del naviglio era costante e prioritario, proprio perché la “sicurezza dell’uomo in mare”, come il Codice della Navigazione prescrive, era fondamentale per chi gestiva quel servizio, lo Stato. Poi si è voluto “privatizzare” col miraggio di ridurre il deficit statale… ma il deficit nemmeno per idea si è ridotto, anzi!
Una volta le corse saltate per il cattivo tempo “condizioni meteo-marine avverse” venivano recuperate. Oggi non più. Il così detto “mezzo veloce” se riesce ad effettuare il 60% delle corse programmate, specie nel periodo autunnale e invernale, è grasso che cola. Vengono decurtate dalla sovvenzione le corse non effettuate? Non sarebbe più logico un loro recupero in primavera-estate, intensificando i collegamenti, in maniera tale da favorire un maggiore afflusso e deflusso turistico? Ciò sarebbe molto utile, anche per prolungare la stagione turistica.
È logico pretendere che i traghetti viaggino con una velocità di almeno 12 nodi, come già avveniva oltre mezzo secolo fa? Con gli armatori privati, quando stabilisci “ad almeno dodici miglia di velocità”, a dodici miglia orarie ti fanno viaggiare la nave!
Non di certo “poetico” ma “prosaico” è Il bando per la gestione dei rifiuti a Ponza scritto, per di più, con una forte dose di ironia. Aggiungo che la tassa sulla N. U. è tra le più alte della Provincia, proprio perché non si riesce a incrementare seriamente la raccolta differenziata. Pochi i centri di raccolta. Quando sono a Ponza, come tanti altri, ogni mattina presto devo percorrere – con almeno due sacchetti belli colmi – oltre quattrocento metri di strada, per fortuna in discesa, al fine di conferire, negli appositi cassonetti giù alla Banchina Nuova, i suddetti rifiuti. Del resto – secondo me – è molto problematica una raccolta “porta a porta” come scrissi proprio su questo sito, non più di un anno fa: Ponza è fatta a scale, soprattutto (Problemi amministrativi prioritari (2). Igiene pubblica, raccolta ingombranti e differenziata).
Ma Ponza Racconta ha già trattato ampiamente tale problematica (https://www.ponzaracconta.it/?s=raccolta+differenziata+)
Strettamente legato a questo tema è: Legambiente contro i sussidi dannosi per l’ambiente. Si tratta di una denuncia dello sperpero di denaro pubblico, per foraggiare centrali elettriche, specie delle piccole isole, che vengono alimentate a fonti fossili altamente inquinanti, invece di utilizzare le energie rinnovabili: solare, eolica ecc.
Tuttavia se il pubblico si ostina a inquinare, i privati possono rimediare (come in vari casi avviene) istallando sulle proprie abitazioni impianti fotovoltaici. Segnalo, per chi ne vuol sapere di più, l’articolo Unica soluzione, massimo risparmio, a cura di Lenergy SpA.
E c’è del “prosaico” anche nei soldi spesi male (specie se dei contribuenti) Lavori pubblici al cimitero di Ponza: soldi buttati a mare? Ma, com’è possibile che nella esecuzione dei lavori al Cimitero, non si sia tenuto conto delle piante infestanti? Forse per fare poi altri lavori e “buttare a mare” altri soldi?
Riscontriamo tanta “prosaicità” anche oltre lo Scoglio Rosso: Lezioni di politica (8) La democrazia insidiata. Quanti danni alla collettività produce il “no a prescindere”? Ciò dipende spesso dalla incapacità – di chi sta all’opposizione – di avanzare proposte sensate e costruttive. Questa è una delle ragioni per cui aumenta l’astensionismo ad ogni tornata elettorale. Ma l’autore si sofferma, giustamente, anche su Trump e Johnson “che hanno spinto il confronto con gli avversari fino ai limiti dell’eversione politica”.
Però anche da noi, esempi eclatanti in tal senso non sono mancati. Un articolo davvero interessante, al pari degli altri che lo hanno preceduto e su cui bisogna meditare.
Il mar Mediterraneo nel grande gioco delle superpotenze mondiali: Usa, Cina, Russia … è l’addio definitivo al “Mare Nostrum” degli antichi romani. Ciò avviene – a mio modesto avviso – perché manca una azione politica decisa da parte dell’Unione Europea che si limita purtroppo ad essere una mera potenza economica, priva di una politica estera e militare unitaria. Trovo tra questa Europa e i vari staterelli italiani del Rinascimento una certa analogia: la Repubblica di Venezia, il ducato di Milano, lo Stato della Chiesa, il Regno di Napoli e soprattutto la Signoria di Firenze erano staterelli economicamente fiorenti, ma essendo divisi e rivali fra loro, dovettero subire – di volta in volta – le pressioni e le invasioni da parte delle varie potenze europee: Francia, Spagna, Germania e infine l’impero austro-ungarico.
Alla “mala politica” fa indubbiamente eco la cattiva informazione, basata sul complottismo e sul cospirazionismo; i vari Soros, Bill Gates… sono i bersagli preferiti, promotori di sciagure come il Covid o le ondate di migranti. Tutti i giorni siamo costretti a subirci “amenità” varie oltre che dalla stampa, anche dai social, come Facebook, Twitter, ecc… senza contare poi le “scie chimiche” … insomma, non se ne esce e non se ne può più.
E per concludere in “bellezza” (si fa per dire) un tale excursus pienamente prosaico, ecco a noi Il cortocircuito tra Halloween e l’orrore reale “Siamo dentro un pianeta tramutato in supermarket della morte vera …” Scrive Stefano Massini. Insomma ’n’apocalisse! per dirla alla Montesano. In realtà questo macabro rituale, in cui ci si traveste da zombie, scheletri ambulanti, streghe … è arrivato a noi da oltre Atlantico, da cui però – a parte anche il tabacco e qualche spiacevole infermità – giunsero tante “cose buone”: pomodori, melenzane, peperoni, patate, il tacchino … che contribuirono non poco a farci superare lunghi periodi di fame e carestie croniche.
Personalmente non ne faccio un dramma: lo considero un “Carnevale” sia pure sui generis e che fa divertire persino i bambini col “dolcetto o scherzetto”.
Dopo tanto frangente, finalmente un po’ di “poesia” non guasta. Del resto “La poesia è un luogo dove ripararsi dagli oltraggi del mondo …” come giustamente osserva Sergio Sollima nel commentare la raccolta di poesie di Carlo Secondino. Si tratta di poesia elegiaca… mesta e dolorosa… ma che sa coltivare il senso della speranza”.
Un componimento poetico può essere espresso anche in prosa. Chi non ricorda “Addio ai monti sorgenti dalle acque ed elevati al cielo ….” De I Promessi sposi di Manzoni? Attraverso la prosa di Franco de Luca: La poesia dell’isola e C’era e c’è, io provo sensazioni analoghe e sottoscrivo il commento espresso da Gennaro di Fazio.
È poesia anche un Documentario sulle farfalle monarca, sia pure espresso in una lingua diversa dalla nostra: la poesia non conosce barriere o confini.
Come diventa poesia “un sogno nel cassetto” di cui ci rende partecipi l’amico ischitano Giuseppe Mazzella di Rurillo Casamicciola, subito una riqualificazione urbana. Credo sia superfluo aggiungere che siamo vicini ai “cugini” di Casamicciola nell’augurarci che molto presto quel bellissimo Comune sia riportato all’antico splendore.
E nella “poesia umoristica”, oltre ai versi stupendi di Trilussa e Belli, possiamo inserire i fumetti di Jacovitti. Di recente è stata allestita una mostra a Roma. La propone ai lettori Sandro Russo.
Il canto rientra sempre nella “sfera poetica”, anche se tratta di argomenti molto gravi come la guerra e la violenza, come nel caso di Zombie dei Cranberries. Molto affine alla canzone di Migliacci, cantata da Morandi: “C’era un ragazzo che come me amava i Beatels e i Rolling Stones”. In entrambe riscontriamo una severa condanna alla guerra e alla violenza.
Altrettanto poetica è la buona cucina, specie quella di una volta, niente a che fare con la cucina di oggi, tra fast food velocemente consumati nei malinconici angoli cottura (non più cucina, luogo sacro della casa) come osserva Pasquale Scarpati in La storia è un continuo divenire… in cucina.
Poetica è un’esistenza ben vissuta, come attestano le testimonianze espresse negli articoli L’ultimo saluto a Iole Conte, Ci ha lasciati Peppe ’a Tania, Vincenzone, il diversamente abile in purezza, Vincenzo, buon viaggio. Gli ultimi due articoli riguardano un caro amico di Ventotene. Dai numerosissimi commenti apparsi sui social, viene messa bene in risalto la profonda stima e affetto dei loro concittadini verso queste persone venute a mancare. Ai loro familiari tutta la nostra affettuosa vicinanza.
E per concludere, questa volta davvero in bellezza, Alessandra Aprea si è laureata in “Lettere Moderne”. Il sorriso di questa nostra ragazza, col serto di alloro in tesa e tra le mani il diploma di laurea e un mazzo di fiori, rinfranca e rassicura; è vera poesia. Le rivolgo, anche a nome della Redazione di Ponza Racconta, i migliori auguri di un radioso futuro.
Buona domenica a tutti.