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Cane Bianco, di Romain Gary

proposto da Patrizia Maccotta

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Da quando Fiocco è entrato nella vita dei miei nipoti, cucciolo bianco, incrocio di lupo, pastore e levriero (mia supposizione per come corre), ho iniziato ad interessarmi ai cani. Così ho accettato la lettura, che mi è stata proposta, di un’opera meno conosciuta di Romain Gary, Chien Blanc (Cane Bianco) [sul sito leggi qui di Romain Gary come autore del romanzo La vita davanti a sé, poi film di Edoardo Ponti con Sophia Loren]].

L’opera, in parte biografica e in parte autobiografica, è a prima vista un manifesto contro il razzismo in America negli anni sessanta, ma ad una lettura più attenta si rivela essere un insieme di riflessioni equidistanti sull’abisso dell’animo umano, dei neri e dei bianchi, senza distinzione, sulla violenza, sull’intolleranza e sulla mediocrità. Un’opera scritta da un autore che ci appare insofferente ai pregiudizi e alle mode. Le riflessioni sono espresse grazie al racconto di un cane, il cane bianco del titolo.

Romain Gary 1914 – 1980) si colloca in un contesto internazionale. La sua vita è anch’essa un’opera letteraria che avrebbe potuto generare romanzi di generi diversi: romanzi storici (di origini ebraiche nasce a Vilnius, quando era russa, ma cresce in Francia e scrive in francese); romanzi a carattere militare (ha partecipato come aviatore alla seconda guerra mondiale e ha raggiunto, nel 1940, il Generale De Gaulle); romanzi a sfondo politico (entrato al Quai d’Orsay è stato a lungo diplomatico); romanzi di viaggi (per la sua carriera è vissuto in varie parti del mondo) ed infine romanzi sul cinema (è stato pure regista).


Nel 1962 sposa l’attrice Jean Seberg (1938 – 1979), volto indimenticabile di Giovanna d’Arco nell’omonimo film di Otto Preminger (1957) con il quale recita anche in Bonjour Tristesse (tratto dal romanzo che rese celebre la giovane Françoise Sagan) nel 1958; nel 1959, il film A bout de souffle – Fino all’ultimo respiro – di Jean-Luc Godard – consacra la giovane attrice regina del cinema della Nouvelle Vague.

Jean Seberg è fin dall’adolescenza dedita alla causa degli emarginati e dei diritti degli Afroamericani. La sua celebrità, la sua ricchezza ed il suo impegno, uniti ad una profonda fragilità emotiva, la renderanno preda di minacce e della sorveglianza serrata dei servizi segreti.
Jean e Romain moriranno tutti e due suicidi a un anno di distanza –  nel 1979 lei e nell’80 lui – lasciando orfano il loro unico figlio, Alexandre Diego, a 17 anni.

Alexandre Diego Gary

Romain Gary dedica Chien Blanc ad un altro cane, Sandy, il suo cane. È Sandy che porta il cane di cui traccerà la storia, un pastore tedesco, in un giorno di pioggia, nella grande villa a Beverley Hills. Fin dalle prime pagine Gary è dalla parte degli animali: vive con un cane, un gatto, un tucano e ha affidato il suo pitone ad un ranch privato, diretto da un suo amico,  che ospita molti altri animali legati al mondo del cinema.

La bestia che viene introdotta a casa sua ha circa sette anni e porta un collare. È di indole buona, affettuosa. Gary la segnala alla protezione degli animali e la battezza Batka che in russo significa “piccolo padre “.

Batka accoglie sempre festoso i numerosi amici della coppia. Tuttavia, un giorno, senza alcun motivo valido, diventa feroce ed attacca un operaio venuto a controllare il filtro della piscina. La ferocia si ripete, alcuni giorni dopo, alla venuta di un impiegato delle poste.  Nei due casi gli uomini erano degli afro-americani.

Preoccupato per tutti i neri che entrano a casa sua per assistere alle riunioni organizzate da Jean per difendere i diritti degli afro-americani, Gary porta Batka al ranch diretto dal suo amico.  E così viene a sapere che Batka  è un cane “avariato “: deve essere appartenuto alle forze dell’ordine o a qualche bianco razzista. É stato addestrato per attaccare i neri: è quello che si chiama un cane bianco.

Siamo alla fine degli anni sessanta. È l’epoca del movimento rivoluzionario delle Black Panthers (Pantere Nere) e del movimento pacifista di Martin Luther King (1929 – 1968) [sul sito, leggi qui].

Black Panthers for self-defence è un movimento fondato alla fine del 1966 per lottare contro la forte discriminazione alla quale erano sottoposti gli afro-americani. Sopravvive fino al 1982. Il suo leader, Malcolm X (1925 – 1965) scelse la violenza come mezzo di lotta. Il suo strano cognome, X, traduce il suo rifiuto del cognome originario (Little) che, come molti cognomi dei neri negli Stati Uniti, discendeva da quello del padrone dei suoi antenati schiavi. La lettera X, che in matematica è il simbolo dell’incognita, è il simbolo del non riconoscimento del vero cognome. Anche Malcolm – come Martin Luther King – muore assassinato.

Martin Luther King è troppo conosciuto per presentarlo, ma il suo ideale, quello della non-violenza, è all’opposto, ed il suo è un movimento pacifista.

L’attrice Jean Seberg si coinvolgerà fino all’ossessione nel suo aiuto alla causa degli afro-americani dando loro cospicue somme di denaro, lasciandosi anche sfruttare ed aprendo alle loro riunioni la sua casa.

Al ranch, Gary Romain  apprende che è molto difficile cancellare l’imprinting che Batka ha ricevuto, ma che il cane sarà affidato ad un nero molto bravo per riuscire in questo intento.
Il finale dell’opera, che alla storia del cane affianca la descrizione del mondo del cinema, della società dell’epoca, della guerra in Vietnam e della rivoluzione studentesca a Parigi nel maggio del sessantotto, con le considerazioni dell’autore, è sorprendente e non sarà certo svelato in queste poche righe!
Non consola certo, né attenua il pessimismo mostrato da Gary riguardo alla specie umana. Lo scrittore non mostra mai sentimentalismo ed oppone in modo ironico e disincantato l’innocenza degli animali all’opportunismo, alla cattiveria o, semplicemente, alla stupidità degli esseri umani. Illustra anche lui la banalità del male: il  proprietario del cane che viene a riprenderlo sa perfettamente che il suo cane è un cane bianco, lo ha probabilmente addestrato lui, ma è capace di empatia e di tenerezza per i nipoti delusi nel non trovarlo. Le associazioni di volontariato e la parte del mondo del cinema che appoggia la lotta alla discriminazione dei neri fanno mostra di opportunismo, ma non sono diverse le associazioni degli afro-americani e le donne nere, gelose della bellezza, della fama e della ricchezza di Jean che ruba loro, in qualche modo, la scena la chiamano white bitch (puttana bianca) e la minacciano.

Peccato che si conosca poco quest’opera incisiva offuscata dalla notorietà di altre opere di Gary; peccato che non si conoscano quasi i due film che ne sono stati tratti, White Dog del 1982, del regista Samuel Fuller e, più recentemente, White Dog del 2022, di Anais Barbeau Lavette. Non so neppure se sono usciti in Italia.Peccato pure che un uomo come Romain Gary, baciato dalla creatività, dalla bellezza, dal successo, non sia riuscito a pensare al danno che procurava a suo figlio, ancora adolescente, suicidandosi dopo un anno dal suicidio della moglie.

E meno male che Fiocco, il nostro cane bianco, non è nato in America!

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