proposto da Sandro Russo.
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La rubrica quotidiana di Gabriele Romagnoli su la Repubblica, qualche volta ci riesce, qualche volta no, a tener fede all’impegno di far cominciare bene la giornata ai lettori del giornale, nel mare di notizie, dalle brutte alle terribili che ci sommergono… Per l’11 settembre il tono è stato agrodolce, ma la giornata è quella che è. Poi che Stanley Kubrick sia un genio corrosivo e senza fiducia nell’umanità va tenuto in conto.
Sul sito a Il dottor Stranamore ho dedicato un’intera epicrisi, non troppo tempo fa (marzo 2022).
La prima cosa bella di lunedì 11 settembre 2023 è rivedere Il Dottor Stranamore, su grande schermo, in versione originale, in un cinema di New York. E’ anche così che le sale possono sopravvivere: con i capolavori, magari restaurati, ignoti a nuove generazioni. Infatti il pubblico è giovane è questo è un film fatto per chi era maturo all’inizio degli Anni Sessanta, con la paura dell’atomica, eppure diventato senza tempo. Forse un paio di generazioni successive non hanno capito bene il messaggio, il pericolo che allegramente denuncia, ma il nuovo millennio si è curato di spiegarglielo. E così li riviviamo: il timore di un pazzo che decide l’attacco nucleare, l’incapacità di una risposta sensata o semplicemente utile, il retaggio di Oppenheimer (sarà un caso che sia nella sala a fianco?). E quegli ultimi due minuti. Come ridono i ragazzi del 2023 quando Peter Sellers si lancia nel monologo di Stranamore, il nazista riciclato dall’operazione Paperclip. E come si spengono risate, sussulti e mormorii quando parte il valzer delle atomiche.
Proposto dalla redazione il trailer del film (1964) con Peter Sellers nei ruoli più strepitosi della sua carriera (interpreta tre personaggi e si è rammaricato di non aver potuto fare il quarto perché non c’era stato tempo di prepararlo)
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