Politica

Il generale, Marlene Dietrich e… la decenza

riceviamo in redazione da Guido Del Gizzo e pubblichiamo

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“Aus anstandsgefühl, bitte” è l’espressione tedesca che si rivolge ai bambini, quando sbadigliano senza mettere la mano davanti alla bocca, o quando parlano con la bocca piena o tirano su con il naso: letteralmente significa “per decenza” e indica la grammatica comune dei comportamenti civili elementari.
È stata anche la risposta lapidaria che Marlene Dietrich (al 9° posto, secondo l’American Film Institute, fra le più grandi Star del Cinema di sempre) diede in un’intervista a Der Spiegel, quando le chiesero perché si fosse opposta al nazismo: Per decenza, banalmente.

La storia del XX° secolo dovrebbe averci consegnato la consapevolezza di comportamenti civili elementari: la tolleranza, la pace, l’accoglienza, la solidarietà, la condivisione del progresso scientifico e questi dovrebbero ispirare la nostra vita quotidiana.

Poi sbuca un Vannacci qualunque e pubblica affermazioni che possono essere definite solo come rigurgiti di fogna: intolleranza, odio, violenza… ma accade l’incredibile.
Il Ministro Crosetto, non casualmente ex democristiano – si può dire tutto dei democristiani, ma non che non avessero il senso delle istituzioni e quello della “grammatica comune”, appunto – si è comportato da uomo delle Istituzioni ed ha prontamente stigmatizzato l’episodio, assumendo le iniziative del caso.

Contemporaneamente, però, si è costituito una specie di “Comitato fantozziano per il rutto libero”, animato dalla fulgida figura istituzionale di Giovanni Donzelli, cui hanno prontamente aderito intellettuali un po’ appannati come Vittorio Sgarbi, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno e, via via, tutti gli interessati a rosicchiare qualche voto, da destra, alla Meloni: tutti a difendere Vannacci e a smentire Crosetto che, con grande dignità, finora sta tenendo il punto, rivendicando, com’è giusto, la correttezza del suo intervento.
Così il discorso è stato deviato sulla “libertà di espressione”, invece di concentrarsi sul fatto che chi rappresenta un’istituzione, come Vannacci, deve rappresentarne i valori, riservando i suoi liberi, e comunque poco edificanti commenti personali, alle riunioni private del comitato di cui sopra, tra un rutto e l’altro.

Ci sarà utile ricordare che Vannacci, al comando di un reparto di Incursori Paracadutisti del Col. Moschin, era in Somalia, tra il ’92 e il ’94, in quella missione Ibis che poi scoprimmo, nel 1997, essere stata teatro di comportamenti, non sapremo mai quanto diffusi nelle nostre forze armate, di stupro e violenza da parte di militari della Folgore e di altri reparti: da quel “brodo di coltura” ha origine il futuro comandante della Folgore (Vannacci, nel 2016) e il futuro comandante delle compagnie di contenimento e intervento risolutivo durante il G8 di Genova (Truglio, nel 2001); oltre che, secondo i diari del Maresciallo Aloi, anche un’ipotesi sull’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.

Il problema è che “la decenza”, la nostra grammatica comune, sembra aver perso l’efficacia diffusa che aveva una volta.

A Ponza abbiamo assistito ad un meccanismo simile: qualche settimana fa, il consigliere con la delega all’ambiente, ha pubblicato, sul suo sito istituzionale, la foto del fondoschiena di due turiste in coda alla biglietteria, con un commento cretino.
Per deformazione professionale, sono andato a leggere i commenti dei suoi followers e la cosa che mi ha fatto specie è che erano tutti accondiscendenti, con battute una più scema dell’altra: nessuno che abbia scritto, semplicemente: “Ma quanto sei deficiente!?”.
Il post è stato cancellato dopo qualche giorno e qualcuno deve avergli spiegato l’abc del comportamento istituzionale, anche se era meglio farlo prima.

Certo, la vera questione di decenza la affronteremo, eventualmente, quando sapremo come abbia fatto la SEP ad andare avanti in abusi edilizi senza che nessuno intervenisse sull’isola, come abbia potuto appropriarsi di terreni altrui per le proprie esigenze tecniche, senza alcun intervento delle autorità locali, oppure quando avremo l’evidenza di come siano stati impiegati i soldi che riceve annualmente dalla Regione, o avremo modo di verificare il rispetto di quanto previsto dalla convenzione in essere con il Comune, a cominciare dall’impegno sulle rinnovabili.
O come abbia fatto, la Giunta Comunale, a presentare un piano di riequilibrio finanziario pluriennale un po’ meno credibile di una lettera a Babbo Natale.

Resta il fatto, e questa è la vera, sostanziale indecenza, che ci stiamo assuefacendo a questo stato di cose, senza reagire, cercando di sopravvivere, ognuno nel proprio angolo, ad ascoltare gente che dice che Vannacci è un libero pensatore.
Ci sarà utile la memoria, in futuro, per ricordarci di essere stati delle persone civili, in un tempo della nostra vita, e di poterlo essere ancora.

E ci aiuterà ancora Marlene Dietrich, con la sua splendida interpretazione della più bella canzone contro la guerra che io conosca, Lili Marleen. Scritta da un poeta tedesco nel 1915, resistette ad un tentativo da parte della propaganda nazista di farla diventare una marcetta a favore del regime, così come la Dietrich resistette – si oppose – alle avance di Hitler per farla diventare la sua amante, emigrando negli Stati Uniti.
Nei versi di Hans Leip, che stava partendo per il fronte russo nel 1915, il “come una volta, Lili Marleen”, rappresenta una speranza di futuro.

 Wie einst, Lili Marleen…

 

1 Comment

1 Comments

  1. La Redazione

    22 Agosto 2023 at 22:59

    Limitatamente alla parte dell’articolo di Del Gizzo che affronta il caso Vannacci, ci pare estremamente pertinente il parere esposto da Michele Serra nella sua “Amaca” odierna (la Repubblica 22.08.2023)

    L’amaca
    Un problema tutto di destra
    di Michele Serra

    Un generale della Folgore che dice cose fasciste non è una notizia, francamente. Lo definirei un fenomeno ambientale piuttosto scontato: ben più sorprendente sarebbe un generale della Folgore che partecipa al Gay Pride e guarda con simpatia ai migranti, considerandoli nuovi italiani e non pedine della “sostituzione etnica”.
    Indignarsi e gridare “vergogna!” non serve a nessuno: né a lui, che ne trarrà la convinzione ulteriore di essere un uomo “con le palle” che osa dire le cose che pensa (e dalle sue parti le pensano in tanti); né alla causa dell’uguaglianza e dei diritti, che fin qui, diciamo così, è passata per altre strade e dunque non ha potuto giovarsi del contributo del generale Vannacci e nemmeno può sperare, in tempi ragionevoli, di poterlo fare.
    Il vero problema è di ordine razionale. È se abbia senso, per le persone come Vannacci e per i tanti fascisti investiti, con l’avvento di questo governo, di responsabilità istituzionali, giurare fedeltà a una Costituzione che, alla lettera, articolo per articolo, è il contrario delle loro idee e dei loro sentimenti.
    Che su Vannacci si litighi, in questo momento, soprattutto a destra, è dunque inevitabile. La destra neofascista, quella della fiamma, dei monumenti al genocida Graziani, delle strade dedicate ad Almirante, questa Costituzione e questa democrazia non le ha volute e anzi le ha subite. Sono, la Costituzione e la democrazia, la testimonianza vivente della loro sconfitta. Con quale cognizione e quale limpidezza, dunque, quelli come il generale Vannacci dovrebbero servire la Costituzione? È bene che ne discutano tra loro, e senza raccontarsela troppo.
    Poi ci facciano sapere, visto che la cosa, dopotutto, interessa anche noi, non della Folgore.

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