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Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te.
John Donne (1573 – 1651)
Ricordo distintamente di aver visto “Per chi suona la campana” all’età di cinque o sei anni, nel lettone con i miei genitori: era un fatto eccezionale, la regola ferrea era di andare a letto dopo Carosello.
Ingrid Bergman era bellissima e, per la prima volta, a colori.
Per chi suona la campana (For Whom the Bell Tolls) è un film del 1943 girato in Technicolor da Sam Wood, con Ingrid Bergman e Gary Cooper
“For whom the bell tolls”, ho imparato anni dopo, è una poesia di John Donne, ripresa da Hemingway come titolo del suo romanzo sulla guerra civile spagnola; è anche citata in “Albatross” (1996), di Ridley Scott.
Fin qui, le citazioni.
“Per chi suona la campana” mi viene in mente ogni volta che penso alla miniera delle Forna, al destino personale di Francesco Savelli e a come i destini di tutti noi si incrocino, inevitabilmente, con quelli degli altri.
Come un ingegnere minerario senese abbia scoperto una miniera di bentonite sull’isola di Ponza, come il regime autoritario dell’epoca abbia favorito l’inizio delle attività, come lo stesso Savelli sia poi stato vittima delle sue amicizie – Savelli morì fucilato alle Fosse Ardeatine: leggi qui – ndr – e, infine, come i Ponzesi abbiano comunque sopportato la miniera per quarant’anni, malgrado le terribili vessazioni che raccontano di aver subito e ben oltre la fine del regime fascista, spiegano in parte ciò che accade oggi.
Non avrei mai immaginato di occuparmi di un porto a Ponza e spero di realizzare qualcosa che l’isola poi non voglia rifiutare, come una disgrazia.
E’ singolare però che due vicende importanti, come la miniera e il porto, riguardanti lo stesso pezzo di mondo, Cala dell’Acqua, siano progetti che non nascono sull’isola, ma molto lontano da essa: l’isola reagisce, oppure no, ma non prende iniziative.
L’isola e i suoi abitanti continuano a domandare per chi suoni la campana, ma intanto, tutto evolve intorno a noi.
Ho visto l’ultimo episodio della saga di Indiana Jones e la prima parte, quella in cui viene ricostruito Harrison Ford da giovane, a mio parere, è orrenda e inquietante: per le stesse ragioni per cui è ottima invece l’ultima scena, che non racconterò per non rovinare la sorpresa a chi non ha ancora visto il film.
L’intelligenza artificiale, “AI”, è la causa dei sacrosanti scioperi che sceneggiatori, tecnici ed attori stanno organizzando, a Los Angeles, da mesi: sembrano così distanti da noi, ma intanto “Il Quadrante del Destino”, così si chiama il film di cui parlavo, dimostra che perfino Harrison Ford non è indispensabile perché Harrison Ford reciti il suo personaggio.
Loretta Napoleoni, addirittura (vedi articolo) sostiene che l’AI debba essere fermata prima che sia troppo tardi: temo che il problema sia, come sempre, governare il progresso tecnologico, anziché subirlo.
Ho provato a fare una lista dei mestieri e dei posti di lavoro che verranno cancellati, a Ponza, dall’intelligenza artificiale: e potete giurarci, che lo saranno.
Allora: tutte le biglietterie, tutte le agenzie immobiliari, tutti gli addetti a funzioni che possano essere gestiti da un’applicazione (prenotazioni alberghiere, interpreti, gestione dei posti barca o dei campi boa, di autovetture, scooter o monopattini ), tutti gli addetti alla gestione dei consumi elettrici o idrici , tutti gli addetti ai servizi bancari, tutti gli addetti alle attività di commercio aventi per oggetto prodotti reperibili sul web e trasportabili via corriere.
Distratti dalla poderosa azione interforze Vigili Urbani/Carabinieri/Guardia Costiera – così è stata definita sulla stampa – che ha sanzionato, a norma di legge, un sessantenne ponzese reo di affitto abusivo di lettini e sedie a sdraio in area a rischio geologico, non ci rendiamo conto del gigantesco cambiamento che ci investirà, anche se ancora non ne percepiamo gli effetti.
Ma nessun uomo è un’isola, e neanche un’isola, oggi, può esserlo davvero….