Riceviamo in Redazione da Guido Del Gizzo e pubblichiamo
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Gentile Redazione,
la tabella in allegato indica le misure che il governo, d’accordo con l’UE, ha deciso di stralciare dal Pnrr, versione governo Meloni.
Paradossalmente, i tagli riguardano principalmente i piccoli comuni – circa 47.000 interventi, in molti casi già in corso – oltre alla rigenerazione urbana e la riduzione del rischio idrogeologico.
In compenso i fondi, circa 16 miliardi, verranno riallocati in interventi infrastrutturali, progetti energetici e sgravi alle imprese, sul modello renziano dell’industria 4.0: una manna, per chi debba affrontare una campagna elettorale nei prossimi mesi.
Bisogna riconoscere che il Pnrr non ha avuto vita facile.
Tre governi in tre anni: dopo l’ottenimento dei fondi, il governo Conte, con i suoi ”Stati Generali di Villa Pamphili”, è entrato di diritto negli annali della cialtroneria del terzo millennio; poi il governo Draghi (“quelli bravi”) ha messo tutto sotto controllo della Ragioneria Generale e della Presidenza del Consiglio, destinando, sì, agli enti locali la gestione della maggior parte degli interventi, ma senza far partire le strutture a supporto degli enti stessi, senza le quali regioni e comuni, in larghissima maggioranza, sono incapaci di raggiungere il risultato; infine il governo Meloni ha smontato tutto un’altra volta, affidando, al fido Fazzolari e al ministro Fitto, la costituzione di una struttura sotto il controllo diretto del Presidente del Consiglio, che lavora con l’accetta, eliminando tutto ciò che non sa o non vuole fare: con l’obiettivo di imporre le proprie scelte e la certezza di non doverne rendere conto a nessuno.
L’arroganza come metodo di governo è una costante di questo tempo, nel Paese come sull’isola.
Immaginate un immobile agricolo che, per motivi di pubblica utilità, un bel giorno diventa centrale elettrica; dopo molti anni, i proprietari vincono il bando per costruire una nuova centrale da un’altra parte e l’immobile ritorna alla sua destinazione d’uso originaria.
Si decide allora di dargli una funzione commerciale: certo, ci sono un po’ di vincoli urbanistici e di sicurezza, ma con una pratica edilizia “sciuè sciuè” si risolve tutto e si inizia la ristrutturazione.
Ponza, però, fino a prova contraria, è in Italia e ci sono delle regole e delle leggi da rispettare: l’immobile viene sequestrato, il Tribunale del Riesame conferma il sequestro e, malgrado un generoso tentativo di ulteriore documentazione, la scorsa settimana i Carabinieri in forza al Ministero della Sovranità Alimentare (ex Mipaaf) fanno un accurato sopralluogo e le irregolarità vengono nuovamente e ancor più precisamente confermate [v. articoli di giornali allegati a fondo pagina].
E’ grave che sia passata una pratica edilizia non conforme e che nessun controllo sia stato fatto dall’Amministrazione comunale sulla società in questione.
E il peggio deve ancora arrivare.
Il Bilancio del Comune è stato approvato con il parere contrario del revisore dei conti e adesso aspettiamo la Corte dei Conti: in compenso, è stato preceduto da un fantasioso piano di riequilibrio finanziario, di cui abbiamo già parlato [leggi qui e qui].
Esso contiene, tra le altre cose, il nuovo piano parcheggi che già non è molto popolare, ma è presto per valutarne i risultati: il soggetto scelto per gestirlo, in compenso, è coerente con la qualità di questa Amministrazione [cfr. Allegato .pdf estratto da Latina Oggi, 29/9/2019, ad esempio]
Ma, come il Pnrr lo è per il Paese, è Cala dell’Acqua il tema sul quale a Ponza si stanno sperimentando stupidità, mancanza di visione, illegalità, arroganza, disprezzo dell’ambiente e della volontà dei cittadini e, soprattutto, perdendo un’occasione epocale.
Entreremo, prossimamente, nel dettaglio di ogni punto.
E’ improbabile che, nel prossimo periodo, questo Paese ritrovi la capacità di prendere in mano il proprio destino: perciò pagheremo un caro prezzo, per l’occasione che stiamo perdendo e le soluzioni che non stiamo adottando adesso.
A Ponza i fattori in gioco sono gli stessi, ma è una dimensione nella quale è possibile intervenire: per provare a usare l’intelligenza, immaginare uno sviluppo razionale, rispettando le regole a tutela di tutti, condividendo le scelte, reagendo alla prepotenza e afferrando un’occasione che, per il momento, ci stiamo facendo scappare solo per piazzare un gruppo elettrogeno e un dissalatore nel posto sbagliato.
Cordialmente
Guido Del Gizzo
Allegati
PONZA, lavori irregolari: sequestrata l’ex centrale elettrica
Lavori irregolari, sequestrata l’ex centrale elettrica a Ponza
Latina-Oggi-del-29-sett.-2019 Frontespizio, pagg. 30-31.pdf